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Il termine guaritori, riferito ai rappresentanti di certe famiglie che in Sardegna prestano cure molto speciali, non mi piace affatto. Per le persone eccessivamente razionali come me, infatti, questa parola può assumere connotati assai negativi, collegati magari a millantati poteri che nulla hanno a che fare con le rassicuranti verità scientifiche. Ma non saprei definire diversamente da guaritrice, ad esempio, la signora di Nuchis (frazione del comune di Tempio Pausania) in grado di curare le ustioni, certe forme di alopecia e altri problemi della pelle. Il rimedio in questione, che non ha assolutamente nulla di spirituale, deriva dal miscuglio di numerose erbe che la signora raccoglie nelle campagne galluresi. La ricetta si tramanda di generazione in generazione, all’interno di queste famiglie che custodiscono il segreto, ognuna delle quali ha le sue varianti dell’unguento medicamentoso.
La psoriasi è una malattia cronica, persistente e duratura, non contagiosa, che causa infiammazione della pelle. Le prime descrizioni riguardanti la malattia risalirebbero al 2000 a.C. circa, riscontrate nei Codici Assiro Babilonesi, in alcuni papiri egiziani e in diversi libri dell’Antico Testamento. Colpisce, secondo stime recenti, il 4% della popolazione mondiale e in Italia in media due milioni e mezzo di persone; si presenta con chiazze o placche rosse ricoperte da squame biancastre localizzate soprattutto sulle ginocchia, gomiti, mani, piedi, cuoio capelluto, polpacci e regione sacrale. Tutta la superficie corporea è potenzialmente colpita e nel 20-30% dei pazienti può aggravarsi estendendosi alle articolazioni o coinvolgendo più organi e apparati. La malattia insorge a qualsiasi età ed ha la stessa incidenza nei due sessi; la sua gravità ed estensione varia da persona a persona e se per alcuni si presenta come poco più che un fastidio, per altri può compromettere seriamente la qualità della vita e causare dolore, difficoltà nei movimenti e stress emotivo con conseguenti disturbi psico-sociali.
L’autunno è una stagione considerata perlopiù triste e malinconica con caratteristiche sue proprie. Sono giorni questi in cui la natura va preparandosi al gelido inverno determinando un periodo di transizione e trasformazione che si trasmette anche all’uomo. Mentre ci troviamo accovacciati davanti al camino, magari arrostendo castagne e ascoltando o raccontando Contos de foghile, la temperatura esterna subisce un abbassamento sensibile e progressivo, si verifica una riduzione delle ore di luce, cambiano i cicli sonno-veglia e ci si sente più frequentemente stanchi e demotivati. La pelle risulta spenta e opaca ed il nostro organismo diventa in queste condizioni terreno fertile per una serie di malanni tanto che, anche in seguito ad un banale raffreddore, può essere maggiormente esposto a stimoli stressanti (allergie e malattie da raffreddamento, astenie psico-fisiche, agenti infettivi) cui può reagire meglio se si è in una condizione di equilibrio organico e si effettua una giusta prevenzione.