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Un paese, Villacidro, il paese delle streghe, un Santo cacciatore di streghe, e loro, le streghe: tradizioni, devozioni e superstizioni antichissime che sono state tramandate, raccontate all'ombra di alberi secolari e possenti che ancora oggi vegliano sul paese e sui suoi abitanti e che circondati da rocce granitiche, acqua perenne che giunge da foreste incontaminate e genera una spettacolare cascata, accoglie il visitatore, lo straniero che resta affascinato, stregato, davanti a tanta bellezza decantata anche da D'Annunzio in un suo sonetto: le rocce ‘come uno strano popolo d'atleti pietrificato per virtù d'incanti’ (Sa Spendula).
“Un Carnevale triste, un Carnevale delle ceneri, storia nostra d'ogni giorno, gioia condita con un po’ di fiele e aceto, miele amaro.”
Così Salvatore Cambosu descrive il carnevale di Mamoiada che ha inizio il giorno di Sant’Antonio Abate, il Santo che donò dagli inferi il fuoco agli uomini, il 17 gennaio, il rinnovarsi del ciclo solare a metà inverno, e si protrae fino alle feste di febbraio. Il fuoco, simbolo di forza, potere, luce, rinascita è il protagonista di questo Carnevale, di questa “festa” che è rito, devozione, preghiera, tradizione, storia e mito.
DI SARA MUGGITTU
A pochi giorni dalla festa della Donna, quasi come un segno che passa tra le mani, riaprì un libro, uno di quelli che custodisco gelosamente.
Forse perché i vecchi racconti e le storie sul nostro paese e sulla Sardegna mi hanno sempre affascinata sin da piccola. Ricordo che a casa di nonna rimanevo ore ad ascoltare e con profonda curiosità non mi risparmiavo di chiedere.