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Questa storia, per alcuni versi, inizia nel 1970. In realtà inizia prima, molto prima, alla fine degli anni Cinquanta, prima del turismo di massa e prima della Costa Smeralda. Ma una cosa è certa. Inizia in un punto preciso: la discesa che da Monte Altura conduce a Porto Rafael. Perché nessuno può resistere, tutt’ora, alla tentazione di fermarsi e lasciarsi trascinare da quel panorama. È una roba straordinaria, mozzafiato.
l promontorio della Sella del Diavolo e i monti dei Sette Fratelli, severi guardiani di calcare e granito, si stagliano come sentinelle che vegliano sulla provincia di Cagliari. Non sono solo luoghi simbolo di una felice unione tra mare e montagna, ma anche custodi di terribili leggende e racconti fantastici che ne accrescono fascino e mistero. A partire dai nomi: Golfo degli Angeli e Sella del Diavolo, rappresentano, infatti, un’antinomia singolare se si pensa che il primo include la seconda, come in un abbraccio indissolubile, caratterizzando fortemente il panorama costiero del Cagliaritano.
Nel Medioevo la Sardegna entrava a pieno titolo nelle rotte delle navi di pellegrini che dall’Europa occidentale andavano al Santo Sepolcro, a Gerusalemme. La regola dei templari era proprio la difesa e l’assistenza ai fedeli diretti in Terra Santa. Se Cagliari rappresentava uno dei principali punti di transito, le Bocche di Bonifacio furono un vero e proprio passaggio obbligato, non solo per raggiungere l’Isola, ma per attraversare il Mediterraneo.