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Un un’isola magica e misteriosa come la Sardegna l’eco di tradizioni sussurrate da secoli vive e si fa udire ancora oggi, soprattutto in quei centri lontani dalle coste, in cui l’isolamento rallenta la scomparsa di antiche abitudini e credenze. Come in alcuni paesi interni dell’Ogliastra, o della Gallura di nord-est o della selvaggia ed ermetica Barbagia, teatro della non troppo lontana epoca del banditismo sardo.
Oggi vi racconto la storia di Nicola. Storia che molti di voi avranno gia' letto nei quotidiani e in rete, quindi non vi racconto niente di nuovo, ehheheh. Ma per me e' stata comunque una sorpresa. Perche' la mattina di ieri mi sono svegliato a Esterzili e avevo intenzione di salire al monte Santa Vittoria per godere del panorama. Prima pero' vado al solito bar, da Mau, a fare colazione e incontro Serge per strada, gli dico che stavo salendo su al monte. E lui mi dice: sai, sta arrivando quel ragazzo che si e' arrampicato sul ponte di Gadoni e vuole salire anche lui.
Gli anziani di Tonara narrano della leggenda della banderuola del vento che sta' sulla cima del campanile della loro parrocchia. E' un pesce che segna la direzione del vento... anzi dei venti... non so se oggi si muova ancora. Il campanile stonato non ha più' la bellezza di cento anni fa quando era sormontato da una bella cupola che e' stata tristemente e infelicemente abbattuta nel 1927, per fare posto ad un parallelepipedo a cuspide che fa' somigliare la torre campanaria ad uno shuttle spaziale.