Ci sono le porte e gli specchi che, in questi anni, sono diventate labirinti e passerelle, case, stanze e luoghi della memoria. 

Ci sono le ruote di bicicletta, che qualche tempo fa facevano riecheggiare una parte del mondo di Carol Rama e, ora, diventano supporti per girare il mondo. 

E, ancora, tessuti intrecciati e lasciati liberi di sciogliere nodi e pensieri, ricamati con i ricordi delle prime volte e con i desideri di quelle che verranno. 

E poi il mare e le storie, i mondi che uniscono. 

La Sardegna, la Campania e la Puglia, con ceramiche, vedute, tessuti, lampade e coralli

E ancora Atlantide, con quella irresistibile connessione che lega il mito alla Sardegna.

È il mondo delle sovrapposizioni di Antonio Marras, che in questo Salone del Mobile (dal 16 al 21 aprile), in una Milano ventosa che saluta un’estate anticipata, continua a rinnovare quel senso di magia che rende, da anni, il suo cortile profumato dal glicine e il suo spazio, in continua trasformazione, oasi piene di poesia.

L’invito, stavolta, è di immergersi nel “mare dove non si tocca”, titolo dell’allestimento. Un mare di fragilità e relitti, tesori e cose eteree, così delicate da non poter essere sfiorate che con il pensiero. E, anche, per chi quel mondo lo conosce da un po', un gioco nel ritrovare elementi che sono diventati pezzi di memoria. Ogni cosa fluisce e ritorna, in un eterno ritorno che, di anno in anno, riesce sempre a stupire. 

Tutto parte dall’immortale tema del viaggio: Ulisse e Gennariello, due marinai in cerca di un tesoro - o forse solo di se stessi - che li porterà ad attraversare labirinti e confrontarsi con tutto quello che è stato prima del loro passaggio su questo mondo.

E qui si inserisce uno degli elementi più emozionanti: dalla collaborazione con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli che hanno reinterpretato una serie di capi antichi, le orfanelle, raccontando sentimenti personali e cultura partenopea.

Nel viaggio di un ipotetico Ulisse, queste camicie da notte dei primi del Novecento passano da orfanelle a meduselle.

Eteree erano, eteree rimangono. E lo erano già nella loro prima installazione ideata da Marras, quando erano ben 150, insieme a 200 lanterne, sempre confezionate in collaborazione con i giovani talenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, in occasione di Napoli Contemporanea 2023. Open. L’arte in centro e allestite fra le Rampe del Salvatore e il vicolo San Pietro a Majella.

Sono loro a portare il marinaio sino a un tesoro di ceramiche - sempre di Marras - incagliate, sovrapposte, unite dall'azione del mare e, da lì, invitarlo a scoprire il mito. 

Questo racconto cucito, l’insieme delle storie nelle storie, s’intreccia con quello di Tonino Serra, curatore dell’allestimento e ricercatore di quegli oggetti da wunderkammer che popolano la grande sala Atlantide, con il temporary restaurant “Famiglia Rana”. 

Velieri e porta pane in madreperla, coralli sospesi e fiori di mare, ma anche vedute di Napoli e tessuti che ricordano il mondo nautico e danno vita a un gioco onirico che ricorda i fondali marini e le camere delle rarità. Il tutto con protagoniste le creazioni di Marras, filo amaranto di una trama che collega luoghi di marinai e artisti.

E le curiosità, rispetto alle famose “seconde vite segrete delle cose”, come scriveva Musil, non mancano. La più preziosa riguarda l’ultima barca sospesa, un piccolo veliero con lo scafo intarsiato di conchiglie. 

Le vele sono state realizzate con i fogli di una lettera d’amore inviata a fine Ottocento e culminata con un rifiuto.  Da qui la decisione dello spasimante di raccogliere sulla spiaggia di Alghero conchiglie e palline di corallo per creare una sorta di oggetto votivo, con l’obiettivo di conquistare il suo grande amore.

La missiva si è cancellata e la storia s’interrompe qui, lasciando spazio all’immaginazione. La stessa che fa parte del mondo Marras e che lo stilista e la moglie Patrizia trasformano in stimoli e collaborazioni condividendo bellezza, anno dopo anno.  

La Sala Atlantide

 

 

 

 

 

Tutte le foto presenti nell'articolo sono state realizzate dall'autrice in occasione dell'installazione "Il mare dove non si tocca", al Nonostante Marras di Milano.

 

 

 

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Autore dell'articolo
Mariella Cortes
Author: Mariella Cortes
Curiosa per natura, alla perenne ricerca di luoghi da scoprire, persone da raccontare e storie da ritrovare. Giornalista dal 2004 per carta, televisione, radio e web, lavoro a Milano come formatrice per aziende e professionisti e come consulente di marketing e comunicazione. FocuSardegna è il filo rosso che mi lega alle mie radici, alla mia terra che, anche nei suoi silenzi, ha sempre qualcosa da dire. Mi trovi anche su: www.mariellacortes.com
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