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di Camilla Pusateri*
C’è qualcosa di magico in quest’isola, che il mito lega all’impronta divina: Dio avrebbe creato la Sardegna gettando delle pietre in mare e calcandovi sopra il suo piede con forza, forgiando le coste a forma di sandalo a cui gli antichi greci diedero il nome di Sandàlion.
Guardando la magnificenza della natura, la maestosità delle rocce, la sontuosità dei boschi che proteggono i segreti di alberi secolari, grotte e cascate che si ricongiungono a sabbie bianche e ad un mare cristallino, è facile che la mente si perda tra realtà e immaginazione. Mistero e bellezza sono il potere di una terra che resta per sempre scolpita negli occhi e nel cuore di chi la vede.
Il momento giusto, un richiamo che si fa più intenso e diventa decisione.
Si potrebbe riassumere così il progetto di Camilla Pusateri, insegnante di yoga e professionista della comunicazione che due anni fa ha avviato un’operazione che va dritta sotto le odierne tendenze del reshaping valoriale e delle grandi dimissioni.
O del cambio vita, se preferite.
Il comune denominatore, nel suo caso, è però uno: il desiderio di tornare alla natura.
Ma andiamo con ordine e, anzi, torniamo indietro nel tempo.
Milano, 2020, lockdown.
Camilla lavora da diversi anni come consulente comunicazione per prestigiosi studi di architettura e artisti del panorama musicale italiano. E lo fa, in quei mesi che ora sembrano lontanissimi, in smart working, recuperando ritmi e momenti di una vita che era diventata troppo frenetica, troppo veloce.
Gli aperitivi lasciano il posto alla meditazione, le piante da curare le nuove compagne di colazione.
Quel periodo diventa la sua Madeleine e inizia a richiamare ricordi d’infanzia, ancestrali, lontani.
È un ricordo d’acqua. La sua famiglia è originaria di Venezia, si trasferisce a Cagliari, portando le radici in altre lagune, prolungandole sino in Gallura.
Allentate le restrizioni decide di proseguire lo smart working nella casa di famiglia, a Rena Maiore, a metà strada tra la campagna e il mare.
Non tornerà più a Milano.
La sua vita acquisisce nuovi ritmi in comunione con quelli della natura, del bosco e del mare e nel suo farsi acqua, vento, roccia e albero, il corpo di Camilla diviene tutt’uno con la terra dove ha affondato le sue radici, con la sua natura e storia.
Nasce, tra le rocce modellate dal vento di Rena Majore, il progetto The Sea Yoga Revolution, una “rivoluzione consapevole” che ogni giorno coinvolge chi vuole ritrovare una sua armonia interiore attraverso la pratica dello yoga. Ma non solo.
Il progetto di Camilla diventa parte di una rete silenziosa e potente che sta cambiando la Sardegna, fondendosi con i suoi colori e profumi, con ogni elemento narutale.
Il desiderio di andare a recuperare una certa vicinanza con la terra madre sta infatti dando vita a una serie di iniziative e attività imprenditoriali interessanti che Camilla ha deciso di raccogliere e raccontare per FocuSardegna sotto il nome di TERRA MEA. La sua rubrica, mese dopo mese, ci accompagnerà alla scoperta di tutte quelle realtà che stanno innovando in maniera consapevole, avvicinando alla natura, ai suoi ritmi e al suo rispetto.
Appuntamento su queste pagine, quindi, con TERRA MEA e con Camilla che conosciamo meglio con questa intervista.
Chi è Camilla Pusateri?
È tante anime e persone racchiuse in me. Camilla è una ragazza creativa che ha scelto diverse volte di cambiare la propria vita e che oggi vive in Sardegna per amore della natura e del mare.
Mi occupo di yoga e comunicazione: ho invertito le priorità di queste due ultime parole. Communication manager è il titolo professionale di una vita ma ora lo vivo come la parte esterna del mio modo di comunicare. In questo momento sono concentrata su una comunicazione interna che sto scoprendo attraverso lo yoga e sono orientata a farne un lavoro. Il grande benessere che può portare nelle nostre vite è molto importante per il periodo che stiamo vivendo.
E chi era?
Una donna indipendente, passionale e appassionata di quello che faceva, istintiva. Ho seguito nel mio percorso di studio e nel lavoro le cose che mi attraevano, che mi davano emozioni, che potevano trasmettermi conoscenze ma soprattutto dal punto di vista di umano. Nella mia carriera professionale sono passata da studi di giurisprudenza alla comunicazione, dai set televisivi a quelli musicali, sviluppando il tema della sostenibilità nell’architettura e nel design. Il fil rouge della mia attività è sempre stato quello di trasmettere qualcosa di buono, in grado di ispirare le persone in senso costruttivo e per questo mi sono sempre orientata su realtà che potessero andare verso il futuro.
Ora ne sono convinta: il futuro e il presente, oggi, sono la natura.
E la natura è la risposta a buona parte dei nostri perché.
Qual è stato il punto zero, quello che ha dato via alla rivoluzione?
La fase di lockdown per me è stata un’opportunità. Ho vissuto i primi mesi di pandemia in un piccolo monolocale dove ho trovato una risorsa infinita dentro di me grazie allo yoga, che ho avuto modo di praticare per la prima volta da sola.
Venivo da un momento in cui avevo lasciato che la vita professionale invadesse tutti i miei spazi e quando ho raggiunto il limite e ho deciso di rinnovare l’attenzione verso me stessa è arrivato il lockdown. E, in quel momento,si sono aperti nuovi mondi: ho avuto la possibilità di stare in ascolto e avere il tempo e il silenzio per avviare un dialogo interiore, rivendendo le mie priorità.
A restrizioni allentate ho deciso di fare quel passo verso il nomadismo digitale e mi sono stabilita in Sardegna. Ho cambiato vita: non ho più le comodità di Milano ma ho quello che mi dà la natura. I primi mesi qui li ho trascorsi con due paia di jeans e due maglioni finché non sono rientrata per fare il trasloco vero e proprio ma con un occhio nuovo: ho capito di poter fare a meno di tante cose e mi sento, al contempo, molto ricca pur avendo cambiato vita.
Ora le mie giornate sono scandite dalle stagioni e dai ritmi del sole.
Il week end non è più la palestra, il giro in centro con aperitivo ma il momento in cui devo andare a fare legna per il camino, sistemare le cataste, pulire e tagliare le foglie ma, anche, a prendermi cura del bosco che accoglie la casa dove vivo.
È in questo contesto di riscoperta che nasce The Sea Yoga Revolution. Perché e come la pratica dello Yoga può diventare rivoluzionaria?
È l’idea di trasmettere lo yoga e fare tesoro dell’energia del mare: un concetto rivoluzionario, nella mia visione, in modo consapevole.
Rivoluzione non è una parola della filosofia yogica che preferisce, invece, la parola evoluzione.
Rivoluzione è rottura.
Quello che penso è che al giorno d’oggi il coraggio di stare in silenzio, ascoltare sé stessi, cercare la vera natura è l’atto più rivoluzionario che possiamo fare. Con questo spirito nasce The Sea Yoga Revolution, per scoprire la spiaggia al mattino presto, dedicare alla natura un momento di contatto attraverso pratiche potentissime a livello spirituale, dedicando al contatto con il mare qualcosa che vada oltre l’asciugamano e l’ombrellone. Rivoluzione è quel senso di scoperta, di avventura nella natura che è qualcosa di infinito dove noi viviamo in modo limitato.
È rivoluzionario ritrovare il piacere dello stare con gli elementi naturali, di toccarli, immergendosi e sporcandosi.
È tutto lì, a portata di mano, dobbiamo solo tornare a farlo.
Questa intervista anticipa la tua rubrica su FocuSardegna, TERRA MEA, una tua idea che vuole raccontare le realtà e le persone che, come te, stanno dando vita a progetti in comunione con la natura.
TERRA MEA nasce dal mio amore per la Sardegna e dal voler far qualcosa legato a questa terra.
Con il progetto The Sea Yoga Revolution ho scoperto che c’è una “nuova” generazione, più epocale che anagrafica, che ha necessità di avviare progetti legati al territorio, di vivere e far scoprire la propria terra in modo diverso, valorizzando la natura, preservandola, trasmettendo valori e tradizioni magari facendo tesoro di competenze acquisite fuori.
Ho iniziato così a raccogliere tutta una serie di storie di persone che inventano percorsi particolari, energetici, che portano in Sardegna pratiche orientali come i bagni di foresta e sviluppano varie forme di interazione con il pubblico che vogliono dare un valore alla nostra isola. Le persone che ho incontrato intraprendono queste attività per passione dei luoghi prima ancora che per obiettivi di business. Alcuni ambiscono a trasformare questa passione in un lavoro.
Con TERRA MEA vi racconterò tutto questo e i progetti che aprono a un mondo di cose da fare partendo dalla nostra ricchezza più grande, il patrimonio inestimabile della nostra Sardegna.
Vi aspetto su FocuSardegna con TERRA MEA!
Scopri il progetto The Sea Yoga Revolution
Vuoi suggerire una storia per la rubrica TERRA MEA? Manda una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. con oggetto: TERRA MEA-CAMILLA
Ancorarsi al passato o lasciarselo alle spalle, per iniziare qualcosa di nuovo. Di ignoto, di folle. Qualcosa che vada contro le regole, oltre "su connottu"
Eccolo, il dramma del partire o del restare. Della tradizione o dell’innovazione. Del rispetto per chi ci ha preceduto e del suo superamento. Del lasciare un segno.
C’è tutta questa lotta infinita e antica, in Libertà, progetto cinematografico dell’artista relazionale Gianluca Vassallo che racconta il mondo di BAM Design, un mondo dove le categorie vanno strette.