Per guardare con positività al futuro, per credere che alla crisi si può sopravvivere e perché no, trovare anche la propria strada, vi presentiamo Fabio Muscau. Giovane imprenditore titolare di “Dulhes”, impresa nata nel 2014 ad Orgosolo, nel cuore della Barbagia. Assieme abbiamo fatto una chiacchierata sull’innovazione dei prodotti locali, sull’importanza dell’internazionalizzazione, la promozione delle tipicità locali e il coraggio di fare impresa nelle zone interne della Sardegna.

Fabio, hai aperto la tua attività a Orgosolo nel 2014, un passo importante per un ragazzo giovane. Com’è nato lo spirito imprenditoriale in te? C’era già traccia nella tua famiglia o nell’ambiente sociale nel quale sei cresciuto?

Mi è sempre piaciuta l'idea di poter avviare una mia attività.  Nel 2013 sono venuto a conoscenza dell'esistenza di un laboratorio dolciario del mio paese che, nonostante fosse in perfette condizioni, non era più in attività. In quel periodo, avevo appena concluso il mio vecchio rapporto di lavoro come consulente energetico. Fin da subito iniziai a guardarmi attorno per cogliere eventuali nuove opportunità. Contattai  gli ex gestori del laboratorio e loro mi diedero tutte le informazioni sul tipo di prodotti che potevano essere realizzati. Tra questi c'era il torrone e tanti altri ottimi dolci. Dopo essermi documentato un po’, nel 2014 all'età di 26 anni, creai la mia azienda e mi buttai in questa avventura. La mia priorità era quella di sfruttare l'opportunità che mi si era presentata davanti.

Quando si pensa al torrone sardo l’accostamento con Tonara - paese noto in tutto il mondo per la produzione artigianale del torrone già dal 1800 - è immediato. Come mai hai scelto un prodotto che non fa parte delle specialità identitarie del tuo paese? Pensi che la tua attività possa "minare" il mercato del torrone di Tonara?

In Sardegna ci sono tanti paesi che hanno prodotto o ancora oggi producono torrone e vi posso garantire che sono tutti ottimi. Tonara e i tonaresi sono dei giganti del settore, appena si parla di torrone sardo l’accostamento con Tonara è immediato, questa è la testimonianza di come i bravissimi colleghi tonaresi hanno saputo prima di tutto creare un ottimo prodotto e con la loro esperienza e maestria hanno rafforzato un marchio conosciuto a livello locale e internazionale. Posso solo ammirarli e sperare in futuro di realizzare almeno una piccola parte di quello riescono a fare loro. Orgosolo ha tantissime tradizioni e specialità, forse il torrone non era principalmente una di queste, ma non vorrei produrre solo il torrone o fare solo il torronaio, il mio progetto è più ampio. Il mio marchio aziendale è “Dulhes” e oltre al torrone produco anche un altro prodotto tipico locale, S’Aranzada. Il mio obiettivo, di certo, non è competere con gli amici di Tonara o minare il loro mercato, vorrei crearne uno tutto mio, cercare di valorizzare le tipicità locali e soddisfare i miei clienti.

Al classico formato, hai aggiunto un'idea nuova e innovativa che ha portato alla creazione di un vero e proprio snack. Com’è nata l’idea?

La mia produzione si basa principalmente su 2 snack da 25gr: il Torrone e S’Aranzada. Per via dei loro ingredienti sono consumabili anche dai celiaci. Punto molto sulla qualità dei miei prodotti e cerco, nel limite del possibile, di utilizzare materie prime sarde come il nostro miele, le mandorle e le arance. Non faccio uso di additivi o glucosio, sono snack sani, come testimonia la loro tabella nutrizionale. Quando si parla di torrone o dolci in generale pensiamo subito alle feste o alle cerimonie: quante volte compriamo il torrone solo a Natale, Pasqua o nelle classiche bancarelle delle feste paesane? Quante volte acquistiamo una grossa confezione di dolci e siamo quasi costretti a mangiarli tutti o in breve tempo appena la apriamo a casa? Quante volte ne buttiamo una parte? Quante volte non lo acquistiamo perchè dobbiamo per forza trasportarlo per poi consumarlo altrove? Reputo geniale l’idea dello snack perché evita tutte queste complicanze. Il concetto che vorrei far capire è che si tratta di un prodotto ad uso giornaliero e adatto per ogni momento: (facile da portare a scuola, lavoro, ufficio, palestra, mentre si passeggia, per la merenda etc.

 

Cosa significa fare impresa nelle zone interne? Quali sono state le difficoltà più grandi che hai incontrato e continuano a persistere?

Sarei un’ipocrita a dire che è semplice. Sono giovane e so benissimo la maggior parte dei miei coetanei pensa che avviare un’attività di questi tempi sia impossibile. Non hanno tutti i torti, la disoccupazione è sotto gli occhi di tutti. Ma l’era del posto fisso è ben lontana. Le zone interne della Sardegna hanno qualche difetto ma  esistono anche tanti pregi e opportunità. Credo che sia impossibile trovare una zona dove tutto vada bene e tutti vivono felici e contenti. Forse a noi sardi manca un po’ lo spirito di imprenditorialità ma sono del parere che Orgosolo possa davvero offrire tanto se valorizzato da noi giovani. La formula giusta è credere in se stessi e in quello che si vuole fare. In più sono necessari altri fattori: fortuna, aiuti (soprattutto in termini finanziari), finanziamenti Regionali etc. Ho aperto la mia attività da due anni e ho dovuto affrontare numerose spese: tasse, bollette, costi di gestione, affitto, materie prime e bisogna mettere in conto anche spese impreviste. Ci vuole molta pazienza  e soprattutto tenacia.

 

L’internazionalizzazione porta alle imprese nuove sfide e opportunità. La tua azienda lavora anche su mercati esteri?

Attualmente no. Ho partecipato a un paio di iniziative a riguardo, in un futuro breve sarà una delle mie priorità. Sarebbe bello vedere i miei snack a New York, Parigi, Londra, Madrid, Tokyo... a volte i sogni si avverano!

 

Ci racconti un momento di massima soddisfazione che hai vissuto nella tua avventura professionale?

Vedere che il tuo prodotto piace alla gente credo che possa essere la soddisfazione più grande. Ho da poco cominciato a collaborare con l’Eurospin, una delle aziende GDO più grosse a livello nazionale, con diversi punti vendita qui in Sardegna. Ne vado fiero e spero di migliorare sempre più. Ho avuto modo di partecipare anche al Forum agroalimentare per l’internazionalizzazione dei prodotti sardi, organizzato dalla Regione Sardegna e al Sardinia Food Awards, un’ interessante manifestazione tenutasi al Forte Village e il mio torrone è stato menzionato nella categoria dolci. 

 

 

Cosa consigli a un giovane imprenditore che vuole aprire un’attività in Sardegna e, come te, nelle zone interne?

Consiglio prima di tutto di credere in se stessi e in quello che si vuole fare, avere tanta forza di volontà ed entusiasmo. In secondo luogo consiglio di valutare bene la propria idea: informarsi e documentarsi sui costi e eventuali bandi o aiuti regionali, chiedere un minimo di aiuto anche ai familiari e/o conoscenti stretti. Mai fermarsi alle prime difficoltà, fanno parte del gioco!

 

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Autore dell'articolo
Irene Bosu
Author: Irene Bosu

Giornalista e social media strategist. Sono nata a Nuoro, città di Grazia Deledda, Francesco Ciusa, Salvatore e Sebastiano Satta. Figure che mi hanno trasmesso l’amore per l’arte e la cultura. Da oltre 15 anni mi occupo di comunicazione culturale e istituzionale. Curo la presenza sui social di eventi, enti e istituzioni.

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