* DI ALBERTO MARCEDDU

Se oggi alla libertà di pensiero ed alla libertà di espressione, vengono inflitti velatissime limitazioni ed evidenti attacchi, rendendole giorno dopo giorno sempre più labili, oggi più di ieri, ieri più dell’altro ieri, etc, domani trascorsi trenta giorni non ci renderemo conto del piccolissimo cambiamento giornaliero che avrà generato il grande divario durante i trenta giorni; dopo allora, saremo ancora liberi di poter pensare ed esprimerci?

In quale mondo vivremo?
A cosa sarà ridotta la nostra quotidianità?

Vivremo in un mondo dove ci verrà imposto cosa guardare, cosa ascoltare, cosa leggere, a che ora rincasare, a quale ora svegliarsi, quale dev’essere l’alimentazione tipo, quali attività hobbistiche o sportive si debbano praticare?

Ci verranno imposti abiti ed abbigliamenti in base alle circostanze? Schiena dritta, mani sui fianchi e piedi allineati, per fortuna non se ne vedono da un pezzo.

Dal giorno in cui entrai braccia conserte nello ufficio dell’allora preside delle scuole superiori: rimprovero severo e duro il suo. Misi le mani in tasca ed accentuò ulteriormente il tono di voce. Le misi dietro la schiena, ma nulla, non mutò il suo tono. Quando mi intimò di posizionare le braccia sui fianchi, per un momento pensai che quello fosse il concetto di disciplina e rispetto che gli venne impartito.

Poi ho pensato: hanno trascorso proprio una brutta infanzia, con i padri schiavi del regime fascista, privati della libertà non solo di pensiero ed espressione ma anche di assumere una postura spontanea.

Non l’ho odiato, l’ho compatito

Delle domande apparentemente banali, che in realtà non lo sono, ed assumono un significato più profondo se affiancate ad un episodio come quello accaduto alla scuola di Messina, dovrebbero invece far riflettere relativamente al percorso nel quale “il sistema” ci sta indirizzando.

Un indottrinamento insulso nei confronti dei giovani da formare, quando ancora le menti possono essere plasmate. È ciò che fanno i regimi, prendere un agnello ed insegnarli ad essere un lupo, e se non interessa diventare un lupo, allora stai al palo, fin quando capirai che il sistema vi vuole tutti piccoli lupi con il moccio al naso.

Il Dirigente Maria Rosaria Sgrò della scuola di Messina che ha obbligato i ragazzi a partecipare alla presentazione del “manuale di indottrinamento” di Giorgia Meloni, obbligando gli assenti a giustificarsi ed impartendo come pena la privazione dei crediti formativi, è un atteggiamento vigliacco ed infame usato dalla politica affinché possa insinuarsi nei luoghi della formazione e del sapere per studiarne il pensiero dei ragazzi e delle loro famiglie, che ha come obiettivo finale quello di studiarne le strategie per una cavalcata verso palazzo Chigi.

Per chi non avesse lo compreso: siamo sotto attacco dalle destre più oppressive. Oggi più che mai serve armarsi di concetti, pensieri ed idee virtuose.

Io organizzerei un dibattito, dove invece che far parlare gli sponsor di questo manuale di indottrinamento marchiato Fratelli d’Italia, fossero i giovani stessi i protagonisti, liberi di esprimere sui quali temi debba vertere la discussione, verso quale direzione condurre il dibattito.

Penso che tre le priorità dei giovani, quella del manuale di indottrinamento sia non dico l’ultima, ma addirittura una priorità neppure concepita.


*Alberto Marceddu  

Ingegnere Meccanico e studente in Viticoltura ed Enologia presso l'Università di Sassari –  Consorzio Uno di Oristano. Già membro regionale dell'Associazione Italiana Giovani per  l'UNESCO. Fondatore del progetto culturale Teatrando a Corte. I suoi interessi spaziano dalla  politica all'arte, dalla tutela delle minoranze culturali all'imprenditoria.