Rappresenta senza dubbio una delle raccolte più importanti e uniche nel suo genere in Sardegna. È forse il primo museo etnografico dell’Isola, se si escludono la sezione etnografica del museo Archeologico Giovanni Antonio Sanna di Sassari e il più famoso museo nuorese della vita e delle tradizioni popolari sarde.

 

La nascita del Museo della Tecnologia Contadina “Maestro Francesco Salis” di Santu Lussurgiu, come accadde per moltissimi musei etnografici, fu legata a una esperienza di museografia spontanea, che ha preso piede in Italia tra la fine degli anni Sessanta e lungo i Settanta del secolo scorso in cui si affermò un’ intensa attività di raccolta di oggetti testimoni della cultura contadina. I collezionisti iniziali erano ex contadini, studiosi locali e maestri elementari che, mossi da uno spirito di conservazione, recuperavano gli arnesi del mondo rurale per riscoprire le proprie radici culturali e la propria memoria. L’esperienza museografica del museo lussurgese rientra a pieno titolo tra i fenomeni di collezionismo spontaneo e rispecchia pienamente le caratteristiche dei musei della Civiltà Contadina.

Situato in un antica casa padronale del XVIII sec., ubicata nel centro storico di Santu Lussurgiu, il museo nasce nel 1976 e la sua storia s’intreccia non solo con la storia personale del suo fondatore e maestro elementare Francesco Antonio Salis ma soprattutto con le necessità di natura didattica del Centro di Cultura Popolare, organo periferico dell’U.N.L.A. (Unione Nazionale per la Lotta contro l’Analfabetismo) di cui Su Mastru, come tutti lo conoscevano a Santu Lussurgiu, era dirigente e responsabile.

Il museo, infatti, è la sintesi di un percorso che si colloca interamente con le attività culturali del Centro di Cultura, che a partire dal 1951, ha contribuito alla rinascita civica, sociale e culturale di Santu Lussurgiu, favorendo l’emancipazione di tanti lavoratori e persone comuni che vivevano in uno stato di assoluta povertà in cui predominavano miseria e analfabetismo diffuso.

L’opera di alfabetizzazione e di bonifica sociale promossa dal maestro (il cui impegno gli valse l’assegnazione del Premio Unesco nel 1967) culminò con le iniziative legate a un progetto di Educazione degli Adulti che aveva come obiettivo il recupero e la salvaguardia dei beni culturali di Santu Lussurgiu.

È proprio nel settore della Tecnologia Contadina, una parte specifica del progetto, che emergono le dinamiche che portarono alla creazione del museo. Si iniziò con il recupero di oltre 500 strumenti di lavoro e oggetti di uso quotidiano. Gli arnesi furono raccolti e ordinati nella mostra temporanea nel 1976 e intitolata “Strumenti da lavoro della Civiltà Contadina usati a Santu Lussurgiu per una economia di sussistenza”. Un’iniziativa di grande spessore culturale che suscitò l’interesse e l’apprezzamento non solo della popolazione locale ma, principalmente, ebbe un successo inaspettato presso le scuole, le istituzioni universitarie e presso le testate giornalistiche sarde.

Tutto ciò indusse il maestro e i suoi collaboratori a continuare l’esperienza di raccolta e documentazione e rendere stabile la mostra temporanea, i cui oggetti sono così divenuti il primo nucleo del museo. Negli anni successivi il patrimonio museale venne notevolmente incrementato e grazie alla collaborazione delle famiglie lussurgesi furono salvati gli ultimi antichi oggetti e strumenti da lavoro che permisero la formazione di un museo etnografico di grande efficacia didattica.

Attualmente il museo, che custodisce circa 2000 oggetti, occupa complessivamente 10 ambienti e si sviluppa su 2 piani. Le sale sono distribuite per categorie di mestieri.

SALA “A”: Andito con locandine espositive.

Una sala introduttiva dove il primo protagonista è l’antico orologio del campanile della Chiesa di San Pietro Apostolo. Il tempo veniva scandito dal rintocco delle campane mentre Su toccu ‘e iscola annunciava ai bambini l’ingresso a scuola.

SALA “B”: Arnesi di Contadini, Pastori e Carbonai

Oltre agli oggetti tipici del duro lavoro della campagna, sono qui rappresentati alcuni metodi poco consueti di cattura dei topi e delle anguille rispettivamente attraverso Su Sorigarzu e sa Frofighe ‘e ambiddare.

SALA “C”: Attrezzi e arredi per la filatura e tessitura.

La sezione tessile accoglie un ricchissimo corredo di attrezzi che servivano per filare e tessere il lino e la lana di pecora. In questa sala sono ricostruite le varie attività connesse alla produzione di tessuti partendo dalla lavorazione della materia prima che veniva prodotta in loco e trasformata in tessuti pregevoli tramite telai di cui ne sono rimasti esposti due, uno manuale che possedevano quasi tutte le famiglie a Santu Lussurgiu e uno semimeccanico modello Jacquard.

SALA “D”: Arnesi e recipienti della cucina, panificazione e illuminazione, giocattoli per bambini e strumenti rituali.

È conservato tutto ciò che attiene la cucina e la vita domestica. Oltre agli oggetti di arredo e d’uso comune come pentolame, tegami e vari contenitori sono presenti alcuni tostini per la torrefazione del caffè e dei suoi surrogati e una serie di ferri da stiro. Completa l’esposizione l’attrezzatura per la panificazione e l’illuminazione. Tra gli oggetti meno comuni si può ricordare Su succutadore ‘e s’ozu (lo sgocciolatore dell’olio), uno strumento per la vendita al dettaglio dell’olio: l’incarico veniva affidato dai ricchi proprietari a una venditrice, la quale come compenso poteva avere l’olio che restava sulle pareti dell’imbuto dopo la mescita e che, attraverso un tubo cilindrico interno scendeva in una scodellina.

SALA “E”: Attrezzi e macchine di artigiani e apprendisti manovali.

I lavori artigianali si svolgevano presso le piccole botteghe, luoghi non solo di lavoro, ma anche di incontro e apprendimento dei vari mestieri da parte dei ragazzi del paese (sos ischentes). Dedicati a questi mestieri sono delle copiose selezioni di oggetti pervenutici direttamente da chi ha svolto questi lavori, o comunque dai loro più prossimi parenti. I lussurgesi sono ancora oggi esperti e valentissimi artigiani del ferro, del legno intagliato, della pelletteria e degli arnesi da taglio.

SALA “G”: Grandi macchine agricole e grandi mezzi da trasporto.

In questa sezione sono conservati i tradizionali carri agricoli e un aratro di legno trainati dalla coppia di buoi.

SALA “H”: Grandi macchine idrauliche ed alambicchi.

Nella manifattura laniera è stato importante a Santu Lussurgiu l’uso della gualchiera, un macchinario di epoca preindustriale utilizzato per la follatura dei panni. Ci sono anche oggetti che testimoniano attività più strettamente legate a questo paese, come la distillazione, che da luogo a s’abbardente, la rinomata acquavite.

SALA “I”: Arnesi, recipienti e macchine per la viticoltura e la vinificazione.

La sezione vinicola è di sommo interesse, essendo il territorio interessato per il passato come per il presente dalla coltura della vite. Nel museo è fedelmente ricostruita una cantina in cui viene illustrato l’intero ciclo produttivo. Nella sala sono esposti gli strumenti per la misurazione dei terreni, gli attrezzi per la coltivazione delle viti, i recipienti per il trasporto e la pigiatura dell’uva, i recipienti per la fermentazione e la raccolta del mosto assieme alle misure.

SALA “L”: Macchine,attrezzi e recipienti da caseificio.

Sono esposti gli attrezzi e gli utensili usati in passato nei caseifici e dai pastori per la lavorazione del latte e produzione del formaggio.

SALA “M”-“N”: Reperti archeologici, finimenti e arnesi relativi all’uso del cavallo.

Oltre ai numerosi reperti di epoca pre-nuragica e nuragica, viene raccontata attraverso le immagini e gli oggetti la storia del cavallo a Santu Lussurgiu e l’uso che se ne faceva e che si fa tuttora nel lavoro e nelle feste tradizionali locali.

 *Mauro Ardu, tutor dell'ospite Santu Lussurgiu, Borghi Autentici della Sardegna

INFORMAZIONI E CONTATTI

 

Museo della Tecnologia Contadina ”Maestro Francesco Salis” – Centro di Cultura per l’Educazione Permanente U.N.L.A., Via Deodato Meloni,1, 09075, Santu Lussurgiu (OR)

Sito web: www.museotecnologiacontadina.it

Facebook: Museo della Tecnologia Contadina


Visite guidate su prenotazione:

Mauro: 3496868600 – Maria: 3407706673 – Angela: 3201741068