*DI ELISABETTA CRISPONI

Luglio è tornato a essere storie. Dopo lo stop di due anni, a causa della pandemia, le strade di Gavoi si sono rianimate di un'atmosfera magica che ormai siamo abituati a respirare ogni anno e di cui si è sentita decisamente nostalgia.

 

Dopo la conclusione della diciassettesima edizione del festival letterario "L'Isola delle Storie" svoltosi dall'1 al 3 luglio, dove grande protagonista è stata Grazia Deledda, a cui sono stati dedicati diversi tributi, le valutazioni da fare sono tante.

Sicuramente, fin dalla sua nascita, i giovani sono tra i più importanti protagonisti del festival: ragazze e ragazzi che, armati di passione e senso del dovere, offrono un servizio volontario per la buona riuscita dell'evento. Ed è soprattutto a loro che fa bene a mente e cuore, tra scrittori che raccontano le contraddizioni del nostro tempo, comici, registi, musicisti e giornalisti che spiegano la nostra società e quelle di terre lontane, sentir parlare di come la fatica per raggiungere i propri sogni, in un momento di ripresa dove regna soprattutto lo sconforto occupazionale, venga pian piano ripagata e di come la cultura sia indispensabile per salvare la propria vita.

Ma calato il sipario, si sa, inizia il tempo dei bilanci. Ecco le riflessioni fatte da Salvatore Lai, sindaco di Gavoi.

Qual è il resoconto di questa edizione de L'Isola delle Storie?

È stato, innanzitutto, un festival che abbiamo voluto fortemente per segnare l'uscita da una situazione abbastanza negativa, tra pandemia e rinvii, e possiamo dire di aver ottenuto un ottimo bilancio. Nonostante i due anni di arresto, c'è stata grande partecipazione della comunità e dei visitatori, oltre alla presenza di ospiti importanti. Siamo riusciti a ricollocarci ai vertici degli eventi regionali, e posso affermare che si tratti del festival letterario più importante della Sardegna.

Quanto è importante, non solo per Gavoi, ma per tutto il territorio, ospitare annualmente una manifestazione culturale di tale portata?

Indubbiamente mette le nostre realtà sotto i riflettori del palcoscenico sardo. Le aree interne da marginali diventano pienamente centrali, grazie all'impegno locale e alla presenza di ospiti della scena nazionale e internazionale. Non dimentichiamo che la centralità si acquista con l'impegno e la costanza sul campo. Voglio sottolineare come ci sia stata una grande volontà comune, nella politica locale, per riuscire a realizzare al meglio questa edizione: il BIM Taloro (Consorzio Bacino Imbrifero Montano del Taloro) e l'Unione dei Comuni di Barbagia hanno, insieme al nostro Comune, capito l'importanza della ripartenza del festival per il territorio e hanno, per questo, stanziato risorse economiche maggiori rispetto agli anni precedenti. A tal proposito ricordo anche il finanziamento dell'Assessorato alla Pubblica Istruzione della Regione Sardegna. È importante che la politica capisca che con queste iniziative ci si immerge nella dimensione del dibattito e del confronto con realtà più vaste. Ecco perché dobbiamo essere un esempio anche per il Sud Italia e per le altre Isole. 

Una domanda da ex alunna di una scuola diventata, aimè, "fantasma" rispetto al passato. Quanto pesa, visto che si parla di giovani in fermento per gli eventi culturali, il declino che ha subìto negli anni l'Istituto Carmelo Floris di Gavoi?

Scomparso, purtroppo, il Liceo classico, negli ultimi anni c’è stato un rilancio dell’ Istituto Tecnico.  Per questo dobbiamo ringraziare gli insegnanti e la preside Silvia Meloni che ha dato ruolo e dignità all'istituto, senza considerare il plesso di Gavoi di serie B rispetto all'Istituto di Istruzione Superiore "Francesco Ciusa" di Nuoro. Si sta affrontando una crisi data dal fenomeno della denatalità, vissuto dentro un sistema formativo fortemente competitivo. Gli studenti di oggi tendono a viaggiare verso la città anche per uscire dal proprio ambiente, e avere proposte accattivanti e valide diventa una sfida che dobbiamo affrontare. È importante fare un ragionamento a livello territoriale, partendo prima di tutto da  una politica seria sul trasporto locale. Non dobbiamo dimenticarci degli Istituti del Mandrolisai, anch'essi devono far parte dello stesso pacchetto di offerta formativa per poter privilegiare l'istruzione nel territorio. La scuola deve motivare una battaglia culturale e di sopravvivenza. Ma sono fiducioso. 

Cosa fa scattare la scintilla della rinascita?

Far uscire i giovani allo scoperto. Le menti e le idee non devono stare isolate nel proprio paese, ma fare rete. Dobbiamo iniziare a pensarci come una "città-territorio" che si apre al mondo, e puntare sullo scambio di esperienze tra persone. È così che scatta la scintilla del progettare, dal bisogno di dare continuità alle cose, e questo nasce solo se riusciamo a tracciare per i giovani un orizzonte di fiducia.. 

Per concludere, riprendiamo l'immagine dello Spinoff della mostra "SENSORAMA", mostrata in anteprima sull'inaugurazione al MAN_ Museo d'arte della Provincia di Nuoro durante il festival di Gavoi.

L'installazione The wild blue yonder di Marco di Giovanni, dedicata al tema della Luna, rivela lo sguardo dell'uomo che osserva l'astro nella notte come allegoria di un viaggio ideale, di un sogno, di un altrove.

La Luna è altrove, ma ci illumina anche qui.

 


ELISABETTA CRISPONI

Nasce a Nuoro e cresce a Lodine, nell’entroterra nuorese. Si trasferisce a Milano nel 2012 dove intraprende gli studi nel campo della Comunicazione. Giornalista pubblicista, addetto stampa e blogger, ha collaborato con testate sarde e con Africa Express, occupandosi principalmente di cronaca, cultura, attualità e spettacolo. Ha redatto la rubrica cinematografica “Cineonda” per il settimanale nuorese L’Ortobene, e porta avanti la rubrica “I viaggi di Gulliver”, approfondimento storico-sociale sui temi di emigrazione e istruzione, per il blog A Porte Schiuse. Collabora con l’associazione Malik, gestendo la comunicazione di progetti europei.


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Ph articolo: © Enrico Lai, da pagina Facebook Festival L'Isola delle Storie