*DI ALBERTO MARCEDDU

“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.“ Ma quello di cui parlerò oggi è un altro inferno. Chissà in quale bolgia li avrebbe destinati il nostro Dante Alighieri. Siamo ritornati al medioevo, nuovamente assaliti dalla pandemia, che dura ormai oltre un anno, l’economia a livello di battiscopa, le persone alla fame, i laureandi costretti a studiare, sostenere esami e discutere le proprie tesi dietro ad un monitor, i bambini isolati dentro casa durante il periodo della loro massima espressione creativa, le persone fragili che attendono un vaccino, i malati di tumore sempre più a rischio, cosa ci si poteva aspettare dopo 14 mesi?

Una campagna di vaccinazione efficace? No. Maggiore sensibilità, serietà, umanità da parte di politici e dirigenti? No.

Dobbiamo accontentarci per ora, della legge regionale n.107, per uno staff della presidenza che si allarga a nuovi 6 milioni di euro annui, tra i quali un’autista da 60.616,78 euro annui. Tre volte il reddito annuo di un professore, ma ci piace pensare che il pilota sia Mark Verstappen.

Dobbiamo accontentarci di un’inchiesta nella provincia di Oristano, su medici e infermieri che hanno utilizzato i vaccini destinati alle persone “fragili” per la vaccinazione di parenti e amici non rispettando il protocollo sanitario.

Dobbiamo accontentarci di assistere ad una soffiata della Guardia di Finanza che trova a Sardara, una ventina di bambini con le mani nella marmellata ed il muso sporco, mentre altri si apprestano ad un duro, arduo ed onorevole lavoro, i 3000 mt siepi e la simulazione della pubblicità olio cuore. C’è chi -  impossibilitato a scappare, e non potendo dire di essere il fantasma formaggino - se la cava con “avevo un sopralluogo, ero qua per lavoro, ed avevo una riunione online nella stanza accanto”. Manca solo dire che l’asilo vola. Il pezzo di pane l’ha preso per senso di dovere, un po’ come quando nel centro Sardegna ti invitano al bar e tu non gradisci niente, ma sei costretto ad accettare almeno un pacchetto di chewingum come segno di rispetto per l’ospitalità. C’è chi ammette di esserci stato e si scusa pubblicamente: onorevole il tentativo, un gesto insolito, quasi rivoluzionario, tra i quaranta individui invitati al banchetto, uno dei quali si è lasciato ad un commento quale "non ho riconosciuto gli altri presenti". Come a dire, dovreste sapere che alcuni incontri avvengono a volto coperto. Se le aspettative dei cittadini erano altre, questo è tutto ciò che offre la casa. Una serie di personaggi che posano le chiappe su scranni del potere e si spartiscono i ruoli. Perché quando appartieni alla casta si fa a turno, e si fa girare la ruota: una volta a te, una volta a me; alla faccia della meritocrazia, alla faccia delle famiglie che investono ingenti risorse economiche per far laureare i propri figli. 

Bisognerebbe spiegarglielo a questi poveri laureandi che, in questo Paese, ai vertici del potere ci sono i nominati, che tutto è preconfezionato e, probabilmente, non ha alcun senso studiare e farsi una cultura se non per se stessi, se non per riconoscere quante falle ha il sistema. Domandiamocelo, quindi, del perché i giovani cercano speranza altrove. Siamo un Paese che non pensa al progresso economico, culturale e sociale.

Altrimenti il DDL Zan sarebbe già stato approvato e discusso, altrimenti non si avrebbe discusso della legge 108 denominata Piano Casa nel pieno di una pandemia e sotto il Natale. Altrimenti io non sarei qua a scrivere un testo su questioni da voltastomaco.

Alberto Marceddu

Laureato in ingegneria meccanica presso l'università di Cagliari con esperienza all'estero nell'universidad de Leòn e studente in Viticoltura ed Enologia presso l'Università di Sassari –Consorzio Uno di Oristano. Già membro regionale dell'Associazione Italiana Giovani per l'UNESCO e di varie associazioni sul territorio regionale. Fondatore del progetto socio-culturale Teatrando a Corte. I suoi interessi spaziano dalla politica all'arte, dalla tutela delle minoranze culturali all'imprenditoria.


 Articolo realizzato per il progetto "FocuSardegna a più voci"

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Foto di copertina: dipinto ad olio raffigurante il Banchetto di Erode (scuola Pieter Paul Rubens), 1635-1638