L’altra grande celebrazione sassarese è la Cavalcata sarda che, insieme alla Festa di Sant’Efisio di Cagliari e alla sagra del Redentore di Nuoro, fa parte della triade di manifestazioni isolane nelle quali è possibile vedere riuniti tutti gli abiti tradizionali della regione. Il suo carattere prettamente  profano la distingue dalla maggior parte delle altre feste sarde (che sono circa 250). Il nucleo centrale dell’evento è composto dai costumi, dalle danze, dai canti e, soprattutto, dalle cavalleresche acrobazie.La sfilata degli abiti tradizionali occupa tutta la mattinata. Una lunghissima processione  attraversa l’intera città fino a piazza Italia, lasciando una scia di profumi e di colori. Persone di ogni età e sesso percorrono le vie dalla periferia al centro: alcune a piedi, altre a cavallo, altre ancora su carri decorati di fiori e carichi di dolci tipici, di vini e di pietanze.

Il pomeriggio è il momento dei cavalieri, celebri insieme ai colleghi dell’Ardia e della Sartiglia, che si concedono con acrobazie da brivido alla vista del pubblico eccitato. La festa si prolunga fino a sera, quando tornano al centro della scena i costumi tradizionali, esibiti in piazza Italia (piazza principale della città), al ritmo delle danze tipiche scandite da ballate folkloristiche. Ed è così che Sassari scoppia di colori.

Anche la Cavalcata Sarda, come molte feste dell’isola viste finora, sarebbe di origine iberica; nata, per la precisione, in onore del re di Spagna Filippo V. Nel corso del tempo fu spesso celebrata per omaggiare famiglie reali di passaggio nella città. Memorabile l’edizione del 20 aprile 1899, in onore del re Umberto I e della regina Margherita, giunti a Sassari  per assistere all’inaugurazione del monumento dedicato a Vittorio Emanuele II, nel centro della piazza d’Italia. A quella manifestazione, definita dai giornali Festa della bellezza, parteciparono circa seicento cavalieri, oltre a un’infinità di costumi tradizionali provenienti da ogni parte dell’isola.

Un altro re che poté assistere alla cavalcata fu Vittorio Emanuele III, nel 1929, mentre dieci  anni dopo fu la volta del principe Umberto di Savoia, accompagnato dalla moglie Maria JoséNel 1982, data legata  a una celebre vittoria azzurra – che si collega, a sua volta, al ricordo di un celebre presidente della Repubblica – la manifestazione fu organizzata per ben due volte. Una prima, come da tradizione , e una straordinaria in onore di uno straordinario capo di stato: Sandro Pertini.

 Da “101 cose da fare in Sardegna almeno una volta nella vita” di Gianmichele Lisai

 

 

Nella foto: Eugenio Tavolara, “Cavalcata sarda”, anni ’50. Collezione I.S.O.L.A. – Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano – Regione Autonoma della Sardegna

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Natascia Talloru
Author: Natascia Talloru
Freelance nel settore culturale. Dopo anni di formazione scientifica tra Cagliari e Milano, mi indirizzo nello studio delle terapie naturali, della medicina alternativa e antropologica, in particolare della Sardegna. E’ in Barbagia, nei luoghi del cuore, che le mie passioni per il giornalismo, la comunicazione e la musica si trasformano nel tempo in lavoro. Attualmente scrivo su testate giornalistiche online/offline e collaboro con diverse realtà locali nell’ambito della comunicazione web. Ho ideato Ilienses, un progetto musicale, culturale e audiovisivo sulla Barbagia, di cui sono anche General Manager. Vagabonda errante per natura, trovo la mia pace dei sensi nell’abitare e vivere i paesi della Sardegna, a contatto con la terra e le sue meraviglie.
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