In passato i sardi erano molto più riservati e chiusi di oggi: la sessualità non era certo un argomento molto presente nelle chiacchiere di ogni giorno. Figuriamoci a tavola, davanti alle donne vergognose e ingenue di un tempo. In Sardegna non ci sono molti alimenti tradizionalmente afrodisiaci. L'unico cibo considerato dotato di tali poteri era ed è ancora il sedano (s'appiu), mangiato crudo ed in grosse quantità. Oggi nei tipici banchetti sardi si usa mettere il sedano sulla tavola ed invitare con malizia gli uomini presenti a consumarne senza limiti. In realtà il "vero uomo sardo" non ne mangia molto (per lo meno in presenza di altri commensali): ritiene infatti di non aver bisogno di "aiuti" di questo tipo per portare avanti senza "intoppi" i suoi doveri coniugali.

 

CIBI DI BUON AUSPICIO

Nell'isola ogni festa è il momento giusto per gustare la carne di maiale arrosto. Il maiale viene abbruskiau (bruciacchiato), lavato per bene, tagliato in più parti e cotto all'aperto nel fuoco. Questo alimento, simbolo di gioia e di benessere, è di buon auspicio: soprattutto se condiviso con altri. Per le feste nei paesi si fanno doni ai vicini o alle famiglie più bisognose: pezzi di carne appena macellata, pane fritto nel grasso del maiale, fegato e lardo. Doni che sono subito ricambiati con fave, ceci o lenticchie: cibi meno costosi ma anch'essi portatori di fortuna e benessere. Fave e lardo è il piatto tipico che viene offerto nei paesi durante il Carnevale: si saluta l'arrivo della primavera con una pietanza ricca, augurio di raccolti abbondanti e prosperità. Altri due alimenti di buon auspicio sono sicuramente il riso e il grano: ancora oggi gettati ai piedi degli sposi nel momento dell'abbandono della casa paterna. Così si augurano alla nuova famiglia prosperità e felicità. Brindare con bicchieri colmi di buon vino è infine il gesto di buon augurio più diffuso in Sardegna: guai a chi rifiuta unu zikkeddu (un bicchierino di vino).

CIBI E RICORRENZE

Ogni evento fuori dalla quotidianità è segnato in Sardegna da cibi particolari: frutti di un'arte trasmessa di generazione in generazione. Per le nozze si preparano ancora oggi pani e dolci di forme diverse: a cuore, a fiore, a corona, a colomba o con varie punte a rappresentare gli organi sessuali degli sposi. Il 31 Ottobre in passato si distribuivano ai bambini pani a forma di corona, is animeddas, in nome delle anime del purgatorio. Durante la notte del 1 novembre era usanza lasciare sul davanzale la cena per i defunti: pane e pastasciutta. Al settimo o nono giorno dalla morte di un congiunto si dona a parenti e amici un pane gustosissimo, sa panedda, con carne e maccheroni. Per la Pasqua si confeziona ancora il pane con una o più uova incastonate nella pasta prima della cottura. I tipici dolci pasquali sono: is pardulas (focacce di pecorino fresco) e is pabassinas (fatte con uva passa, mandorle, noci e mosto cotto). A Natale la tavola sarda è addolcita da torrone, mostaccioli e guefus (pasta di mandorle vestita di zucchero).

COME MANEGGIARE CERTI CIBI

Se si partecipa a un banchetto sardo non è proibito mangiare con le mani, anzi i cibi risultano più saporiti e gustosi. Attenzione però ad altri atteggiamenti. Il pane per esempio ha un valore molto importante in Sardegna: è stato per secoli l'alimento principale di ricchi e poveri. Deve essere maneggiato con molta cura. Su civraxu (grande pagnotta) non si deve infilzare con il coltello, va solo tagliato a grosse fette, mai intorno. Quando si taglia la prima fetta non bisogna mai tagliarla dalla parte dove è stata staccata la pasta (la parte che rimane un po' meno cotta). Non deve essere assolutamente capovolto. Se un pezzo di pane cade per terra si raccoglie, lo si soffia per pulirlo e con un segno della croce si ripone sulla tavola. Non deve essere assolutamente buttato. Anche il formaggio va trattato con riguardo: si taglia a fettine regolari e non molto grosse, partendo dal centro della forma. Prima di tagliare la cagliata i pastori facevano una croce sul latte coagulato, si segnavano e iniziavano a lavorare il formaggio Attenzione al vino: va versato nel bicchiere tenendo il fiasco o la bottiglia con il dorso della mano rivolto verso l'alto. Versare il vino in maniera diversa, è considerato un gesto di tradimento. foto: lavorazione del pecorino sardo. 

IL CIBO E L'OSPITALITÀ SARDA

Ti hanno sempre detto che i sardi sono molto riservati e scorbutici? forse è vero se si toccano argomenti molto privati. Ma sono anche molto ospitali, soprattutto nei paesi: è impossibile che tu esca da una casa senza aver assaggiato un pezzo di formaggio fresco, prosciutto, pane e un bicchiere di buon vino. In Sardegna condividere anche quel poco da mangiare che si ha in casa è una regola fondamentale: più se ne dà, più la provvidenza ne porterà. Soprattutto nel nuorese se entrate in un bar vi potrà capitare che vi offrano da bere: non stupitevi, accettate l'invito e scambiate quattro chiacchiere.