Il termine elicriso deriva dal greco helios (sole) e crysos (oro) che si riferisce alla forma e al color oro dei fiori che brillano alla luce del sole. E’ conosciuto anche col nome di semprevivo per la natura legnosa e resistente delle brattee che avvolgono i fiori e che gli consentono una lunga durata. E’ una pianta appartenente alla famiglia delle Asteraceae e Comnpositae originaria dell’area del Mediterraneo  e ne esistono diverse sottospecie. La più diffusa nel territorio italiano è Helicrysum Italicum, di cui la variante microphyllum e altre specie endemiche minori,si ritrovano nei litorali e nelle aree interne della Sardegna, fino ai 1400 metri di altezza.

E’ una pianta perenne molto ramificata con base lignificata, alta circa 40 cm dai rami sottili di color grigio-cenere argenteo e infiorescenze a capolino di color giallo luminoso che emanano un particolare profumo talmente forte che pur essiccandosi mantiene nel tempo il suo caratteristico aroma. Fiorisce tra aprile e giugno ed è molto resistente al vento e alla siccità occupando terreni sassosi dove formano macchie verde-grigio abbastanza riconoscibili; la sua resistenza è dovuta ad una fitta peluria che gli conferisce un aspetto vellutato e lo protegge dalle condizioni avverse del clima, specie dal calore estivo nei luoghi rocciosi in cui vegeta.

PROPRIETA’ MEDICINALI

La maggior concentrazione di principi attivi si ritrova nelle sommità fiorite, che si raccolgono in base all’altitudine da maggio a settembre. Tra i costituenti principali si evidenziano flavonoidi, tannini, acido caffeico, acido clorogenico, calconi colorati, saponine, fitosteroli, olio essenziale e numerose altre sostanze non ancora identificate e denominate col termine generico di arenarina, dalle probabili proprietà antibiotiche.

Gli studi scientifici e la medicina popolare hanno dimostrato diverse proprietà ascrivibili all’elicriso tra le quali ricordiamo quella antinfiammatoria, analgesica, antiallergica, decongestionante, antieritematosa, fotoprotettiva, espettorante, balsamica, antitussiva (calma la tosse), coleretica (aumenta la secrezione della bile), antiepatotossica, diuretica, spasmolitica (calma le contrazioni muscolari), antiedemigena (riduce l’edema), astringente. Queste proprietà evidenziano il suo utilizzo sia interno che esterno, ma in particolare risulta interessante l’uso delle sommità fiorite per via interna nei casi di dermopatie come gli eczemi e la psoriasi, supportata eventualmente dalla balneoterapia con il suo decotto, unguenti e oleoliti da applicare direttamente nelle parti interessate in associazione al bagnoschiuma in modo che ne tragga giovamento anche l’apparato respiratorio.

Uno studio recente dell’Università di Fort Hare (Sud Africa) condotto da ricercatori del Department of Biochemistry and Microbiology ha rilevato la presenza di sostanze dalla potenziale azione antiossidante.

IN SARDEGNA

L’elicriso è conosciuto nella nostra isola con nomi differenti in base alla località. I più comuni sono S’erba  de Santa Maria, Allu e Fogu, Frore de Santu Juanne (insieme all’iperico), Bruschiadinu, Abruschiadinu, Uscradinu, Uscradina, Buredda, Archimissa.

In Sardegna l’apprezzamento del profumo di questa pianta si perde nella notte dei tempi poiché ricorda il pastore che di ritorno dalla campagna portava a casa quell’aroma impregnato nell’abbigliamento e nella pelle; per questo motivo è considerato il profumo del “buon ritorno” collegabile a quella figura stanca, forte e orgogliosa, caratteristiche estese di conseguenza come proprie di tutto il popolo sardo. In generale è una pianta considerata di buon auspicio comunque sia e per questa ragione si preparavano mazzetti di elicriso per favorire gli incontri matrimoniali che venivano poi bruciati la notte di San Giovanni insieme alle altre piante della tradizione (vedi iperico); sempre in occasione di questo rituale in alcune zone ci si lavava le mani la mattina con l’acqua preparata la sera prima immergendovi mazzetti di elicriso, preferibilmente in numero dispari.

In Gallura durante il parto la donna gravida, prima che entrassero nella stanza degli estranei, si cospargeva il corpo con un oleolito di erbe aromatiche tra le quali non poteva mancare l’elicriso.

Le massaie tendevano a mettere mazzi di fiori di elicriso nelle loro case come deodoranti naturali, ma principalmente veniva utilizzato per le sue proprietà balsamiche e curative  attraverso la pratica de S’Affumentu, tradizionale metodo che era parte essenziale della povera medicina popolare per alleviare i mal di testa e prevenire le infezioni bronchiali.

Ancora oggi in alcune zone è tradizione porre fasci di elicriso sulla pelle del maialetto durante la cottura per rilasciarne il suo aroma alla carne; inoltre si usa ancora porre mazzi di elicriso sopra il formaggio per proteggerlo dalle mosche.

DETTI POPOLARI

Di fortuna resti intriso chi si adorna di elicriso

L’elicriso profuma di Sardegna o la Sardegna profuma di elicriso

 

Autore dell'articolo
Natascia Talloru
Author: Natascia Talloru
Freelance nel settore culturale. Dopo anni di formazione scientifica tra Cagliari e Milano, mi indirizzo nello studio delle terapie naturali, della medicina alternativa e antropologica, in particolare della Sardegna. E’ in Barbagia, nei luoghi del cuore, che le mie passioni per il giornalismo, la comunicazione e la musica si trasformano nel tempo in lavoro. Attualmente scrivo su testate giornalistiche online/offline e collaboro con diverse realtà locali nell’ambito della comunicazione web. Ho ideato Ilienses, un progetto musicale, culturale e audiovisivo sulla Barbagia, di cui sono anche General Manager. Vagabonda errante per natura, trovo la mia pace dei sensi nell’abitare e vivere i paesi della Sardegna, a contatto con la terra e le sue meraviglie.
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