Grinta, carica, e energia. Così possiamo definire i tre tratti distintivi di Jennifer Batten, che sulla soglia dei sessant’anni continua instancabilmente a calcare i palchi di tutto il mondo armata solo della sua chitarra. Una botta di adrenalina che si rinnova di giorno in giorno da far invidia a qualsiasi persona che ha ancora molte lune da vivere. Si, perché Jennifer Batten è una vera rocker, un’artista a tutto tondo, una donna innamorata del suo lavoro che ha vissuto una vita ai massimi livelli.

Per chi non la conoscesse, non stiamo parlando di una chitarrista qualunque, ma di una Signora che può vantarsi di avere alle spalle collaborazioni di tutto rispetto con star di fama internazionale. Primo fra tutti Michael Jackson, che la scelse tra mille per accompagnarlo nei suoi tour, e col quale condivise la passione per la musica, il successo, ma anche gioie e dolori. Michael non fu l’unico a individuare il suo talento,  poiché a oggi nel curriculum appare una fitta lista di grandi nomi della scena musicale mondiale: Jeff Beck, Brian May, Stu Hamm, Chad Wackerman, Van Halen sono solo alcuni.

La incontriamo settimana scorsa, il nove maggio a Gavoi e l'undici a Olbia,  in occasione delle due date del tuor in Sardegna, dove Jennifer non solo ha suonato con artisti locali ma ha anche svolto una guitar-clinic in compagnia di musicisti amatoriali e curiosi, ha avuto un confronto col pubblico sardo face to face, e si è prestata in autoscatti e autografi con una classe e uno stile sorprendenti.

Due serate dove è stato possibile addentrarsi nel mondo di Jennifer, così lontano ma in fondo così simile a qualsiasi artista che muove i primi passi, cresce e esplode.  Perché di questo si è trattato per l'appunto: un big bang di colori, suoni, punti di vista, perfettamente raccolti e congiunti nella prima parte del live, nella quale Jennifer, accompagnata da un supporto audiovisivo e dal suo armamentario tecnologico, fa parlare la chitarra, destreggiandosi tra canzoni che hanno fatto la storia della musica, i famosi soli dei pezzi con Michael Jackson, e alcuni brani inediti da lei scritti.

Nella seconda parte del live entrano in scena i musicisti sardi: Mauro Medde al basso, Andrea Pica alla chitarra e Fabio Carta alla batteria, e si ha quasi l’impressione di assistere a uno spettacolo di una band già formata e compatta, dove Jennifer, distorcendo letteralmente il suo strumento,  dirige e ammaestra ogni battuta, con una certosina attenzione ai dettagli. La band formatasi in occasione di questi due spettacoli, accompagna il pubblico all’interno di una visione musicale di alto livello, dove è possibile godere dei suoni di ogni rispettivo strumento. Da “Human Nature” a “You Never Know” ciascuno è libero di esprimersi, senza che l’uno prevalga sull’altro né su Jennifer, la quale, forte della sua esperienza, è la Signora assoluta del palco.

Arte, professionalità e sperimentazione si intersecano ottenendo come risultato uno show che, davanti a un pubblico estasiato, ha fuso con chiarezza gli stili dei singoli, dal jazz-progressive di Mauro Medde al funk di Fabio Carta, fino alle sonorità grunge-rock di Andrea Pica, sui quali Jennifer Batten ha potuto posare con vigore  il suo sound pop-rock.

Naturalmente non potevamo farci sfuggire l’occasione di porle qualche domanda che lei, senza perdere quella espressione da tiger-woman che la contraddistingue sul palco, ha gentilmente concesso a Focusardegna.

 

Ciao Jennifer, sono note le tue collaborazioni con artisti di fama internazionale, ma vorrei far conoscere ai nostri lettori Jennifer Batten non come una delle musiciste di questo o di tal altro artista, quanto come una chitarrista eccezionale, una donna grintosa e determinata che si è fatta spazio col suo talento nel mondo della musica. Raccontaci un po’ di te.

(Ride, ndr) Ho fatto molta musica nella mia vita, ora insegno attraverso lezioni didattiche,  ma ho anche altri interessi come le arti visive.  Ho due gatti e due cani, due volte al giorno faccio una passeggiata insieme ai miei cani e viaggio tantissimo. Le vacanze in genere le passo a  casa, essere a casa è la cosa migliore.

Cosa è cambiato nella musica rispetto al periodo in cui hai iniziato la tua carriera? Intendo dire, oggi si percepisce forse un po’ di staticità, si vive di rendita quasi, musicalmente parlando, rispetto a ciò che è stato già scritto in passato senza osservare  grosse novità rilevanti.

Internet ha comportato un cambiamento enorme in modo positivo secondo me, perché anche le persone che vivono nelle aree più remote possono aver accesso a tutto, anche dal punto di vista musicale. No,non c’è staticità, anzi! Con le case discografiche magari ci sono certamente dei problemi, ma al contrario penso ci sia ancora più fermento. E’ una visione positiva, perché molte persone accedono alla musica, soprattutto le donne, magari  fin da bambine. Alcune hanno sette anni e già suonano.

In Italia vi sono ancora difficoltà per le donne nel far coincidere carriera, vita personale o eventualmente una famiglia. E in America?La presenza delle donne in ogni ambito è importante già da parecchio tempo, com’è stato possibile realizzare questo e prendendo te come esempio cosa occorre per raggiungere certi livelli?

La musica e le arti creative sono una grande sfida per tutti. Una cosa che mi ha permesso di fare carriera è il fatto di non aver avuto bambini, non sarei mai stata in grado di fare quello che ho fatto se avessi avuto dei figli.

Ho saputo che uno dei concerti della tua vita si è svolto proprio qui  in Sardegna, insieme a Jeff Beck. Puoi raccontarci qualcosa di questa serata così importante per te?

Il primo tour con Jeff Beck è stato in Italia, per due settimane, ricordo davvero che è stata un’esperienza molto bella. Ricordo anche che sono stata qui in Sardegna per qualche giorno e abbiamo noleggiato un kayak al mare.

Per quanto riguarda le date in Sardegna appena concluse, Gavoi e Olbia,   son state le prime nelle quali hai suonato con artisti sardi, com’è andata l’esibizione e che idea ti sei fatta dei musicisti?

Mi sono divertita tantissimo, sono state delle serate fantastiche con musicisti professionisti ma anche delle belle persone. Sono stata molto bene, avete un pubblico così entusiasta!

Hai avuto modo di conoscere la Sardegna oltre i tuoi concerti, in ogni caso qual è l’impressione iniziale che hai avuto di questo luogo e delle persone che vi abitano?

Le persone sono molto socievoli, questa è una cosa tipica delle isole. Preferisco di gran lunga questo alle grandi città, siete molto empatici.

Prima di lasciarci, puoi svelarci alcuni artisti o band che consiglieresti a tutti di ascoltare.

Jeff Beck, Weather Report, una delle mie preferite, African Sound System, e Preston Reed.

 

Jennifer Batten  in un momento di relax al lago di Gusana con, a partire da sinistra Mauro Medde, Andrea Pica e Fabio Carta

 

 

 

Autore dell'articolo
Natascia Talloru
Author: Natascia Talloru
Freelance nel settore culturale. Dopo anni di formazione scientifica tra Cagliari e Milano, mi indirizzo nello studio delle terapie naturali, della medicina alternativa e antropologica, in particolare della Sardegna. E’ in Barbagia, nei luoghi del cuore, che le mie passioni per il giornalismo, la comunicazione e la musica si trasformano nel tempo in lavoro. Attualmente scrivo su testate giornalistiche online/offline e collaboro con diverse realtà locali nell’ambito della comunicazione web. Ho ideato Ilienses, un progetto musicale, culturale e audiovisivo sulla Barbagia, di cui sono anche General Manager. Vagabonda errante per natura, trovo la mia pace dei sensi nell’abitare e vivere i paesi della Sardegna, a contatto con la terra e le sue meraviglie.
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