Riprendiamo subito il progetto GALSI che oggi più che mai potrebbe avere un grande valore strategico perché garantirebbe alla Sardegna e all’Italia l’indipendenza energetica dalla Russia.

È urgentissimo valutare se esistono ancora oggi le condizioni per l’immediata accantierabilità del progetto di metanodotto dall’Algeria alla Sardegna, da realizzare entro il 2026 nell’ambito del PNRR, da concordare con immediata interlocuzione con il governo nazionale.

Il GALSI sarebbe l’investimento ideale di medio periodo per accompagnare la transizione energetica della Sardegna, evitando investimenti insufficienti sui rigassificatori e puntando già alla prospettiva della completa decarbonizzazione.

Oggi importiamo oltre il 40% di gas russo e questo fa capire l’impatto che questa crisi avrà nei prossimi mesi. Come detto l’alternativa potrebbe esserci già.

La nostra Regione potrebbe avere il metano anche in tempi più brevi rispetto a quelli di qualsiasi altra opera, con un’infrastruttura pronta per accogliere in futuro anche l’idrogeno. C’è tra l’altro l’opportunità imperdibile del PNRR e se l’opera fosse accantierabile in tempi rapidi con una progettazione già a buon punto la strada per ottenere i finanziamenti sarebbe in discesa.

Aver rinunciato a quel progetto è stato forse un errore. Nel 2014, con l’invasione della Crimea da parte della Russia, era già evidente lo scenario che si sarebbe profilato. Dalla Comunità europea arrivò proprio in quel periodo una raccomandazione a tutti gli Stati dell’Unione: limitate l’approvvigionamento di gas dalla Russia, potenziate l’arrivo da altri fornitori, cercate alternative.

Ora serve a poco andare a cercare responsabilità e colpe per una scelta che, alla luce anche dei drammatici fatti di questi giorni, avrebbe limitato e di tanto le conseguenze economiche, per la nostra Regione e per il resto dell’Italia.

A maggio del 2014 si bloccò definitivamente il progetto del metanodotto GALSI e si preferì andare verso altre strade per ottenere il metano, strade che ancora oggi non sono state neanche avviate.

Oggi più che mai quell’opera sarebbe strategica.

E allora io credo sia opportuno valutare se ci siano le condizioni per riavviare subito i contatti con il governo algerino e con i partner che lanciarono il progetto per valutare la sua fattibilità in tempi rapidi.  

I benefici che ne deriverebbero sarebbero incalcolabili e rappresenterebbero una svolta decisiva nelle politiche energetiche della nostra isola.

 

On.Antonello Peru


 

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