La cultura, come patrimonio di beni e opere d'arte ma anche come filiera produttiva e industriale, può e deve svolgere un ruolo strategico nello sviluppo del nostro territorio. Accanto al suo imprescindibile valore intrinseco, infatti, il settore cultura è in grado di generare un vero e proprio sistema imprenditoriale che coinvolge non soltanto le attività culturali in senso stretto ma anche altri comparti del manifatturiero e dei servizi, come per esempio l'agroalimentare tipico e il turismo.

 

La galassia delle attività legate al settore culturale è molto vasta. Le industrie culturali in senso stretto comprendono l'industria grafica, l'editoria, la stampa e la radio-televisione, il design, l'artigianato artistico e il settore software e ICT, le attività legate all'intrattenimento e allo spettacolo, l'organizzazione di fiere e altre manifestazioni, oltre che la gestione di musei, biblioteche e i siti storici. Gli ultimi dati disponibili segnalano che in provincia di Nuoro il settore cultura conta 1541 imprese, 2700 occupati e 106 milioni di valore aggiunto prodotti. Da considerare è anche l'effetto moltiplicatore che l'industria culturale ha sul totale dell'economia: in Sardegna la spesa turistica generata dalle attività culturali è di 580 milioni di euro, pari al 22,7 per cento del totale, una quota ancora bassa se si pensa che in Italia la filiera culturale è in grado di attivare ben il 36 per cento dei ricavi nel settore del turismo.

I potenziali del settore culturale nel nostro territorio sono ancora pochissimo sfruttati. Il Marghine per esempio conserva un patrimonio ambientale, archeologico e culturale rilevante che potrebbe essere meglio valorizzato se messo a sistema con le risorse economiche e le eccellenze produttive. Tanti i siti di interesse dalle bellezze naturalistiche del monte Sant'Antonio ai betili di Tamuli passando per il nuraghe Santa Barbara a Macomer, dal museo del pane rituale a Borore a Villa Percy a Badde Salighes a Bolotana. Da Macomer parte anche una linea del Trenino Verde che porta a Bosa. Ad animare il volto culturale del territorio è l'attività di numerosi gruppi e associazioni. Dopo 80 anni di programmazione è in fortissima difficoltà il cineteatro Costantino, storico presidio culturale di cui un gruppo di associazione tenta di evitare la chiusura. Altro tassello fondamentale è la Mostra del libro della Sardegna, tra le più importanti rassegne editoriali nell'isola, messa a rischio dai ritardi nello stanziamento dei fondi dalla Regione. Polo scolastico di riferimento per tutto il centro Sardegna, Macomer è anche la sede dell'Istituto Tecnico Superiore, una Fondazione molto attiva nel settore della formazione di alta livello e promotrice di numerose iniziative nel territorio.

Il tema della valorizzazione delle imprese culturali è molto caro a Confindustria che sia livello nazionale, sia a livello locale, punta sulla cultura come motore dello sviluppo di tutto il sistema Paese.

In linea con la visione della Confindustria nazionale che punta sull'industria culturale come volano per il rilancio del sistema Paese, la nostra Organizzazione ha più volte messo in evidenza, attraverso interventi pubblici e sulla stampa, i punti di forza e le principali criticità del settore cultura nella nostra provincia sottolineando la necessità di fare di più per sostenere e promuovere le imprese culturali nel territorio. Nella nostra provincia infatti non si può parlare di vero e proprio sistema culturale, l'integrazione tra i settori è scarsa e le potenzialità della filiera sono poco sfruttate. Per questo, sosteniamo la necessità che a livello locale si sviluppino maggiori sinergie tra pubblico-privato e che si crei una rete unica di coordinamento, perché soltanto ottimizzando gli sforzi è possibile ottenere il massimo dei risultati.

Sono stati questi i temi al centro del convegno-evento che la nostra Associazione ha organizzato a Nuoro a gennaio 2014 dal titolo "Cultura e impresa. Come dare una scossa all'economia. L'industria culturale leva per il turismo e l'agroalimentare, al centro del Progetto per le zone interne".

La nostra Associazione ha inserito la valorizzazione dell'industria culturale tra le priorità del Progetto di sviluppo per la Sardegna centrale e le zone interne. In tale Progetto, presentato al presidente Pigliaru e alla Giunta regionale a marzo 2014, la cultura viene indicata come asset strategico che può svolgere un ruolo economico importante nel territorio.

Nel corso del 2014, all'interno del nostro sistema associativo, abbiamo costituito una nuova Sezione che raggruppa tutte le imprese culturali del territorio.

La nostra Associazione è stata parte attiva all'interno del Tavolo Cultura, il gruppo di lavoro che in collaborazione con i tecnici della Regione aveva il compito di elaborare una serie di proposte condivise sul tema cultura. Tali proposte saranno poi inserite nel Progetto di rilancio del Nuorese, che a febbraio 2015 – a seguito della forte sollecitazione da parte del Territorio – la Regione ha avviato con lo scopo di finanziare interventi straordinari per fronteggiare la crisi della provincia di Nuoro. Come Associazione, abbiamo proposto – tra l'altro – il sostegno da parte della Regione al Distretto culturale nuorese e il supporto alla costituzione di forme di aggregazione e partnership tra le imprese del settore culturale.

La nostra Organizzazione è inoltre tra i soci fondatori del Distretto culturale del Nuorese, nato con l'obiettivo di costruire una rete integrata dell'offerta culturale nel territorio, valorizzarne il patrimonio di beni culturali e sostenere e innovare il settore delle industrie creative. Il progetto – seppur lentamente – sta prendendo corpo: da qualche mese è al lavoro il comitato tecnico di coordinamento e l'8 maggio scorso c'è stato l'evento di lancio a Nuoro per la presentazione del progetto alle rappresentanze dei principali stakeholder. Un progetto – quello del Distretto culturale – che può realmente contribuire a quella scossa positiva di cui il nostro territorio ha bisogno per la ripartenza.

* Presidente Confindustria Sardegna Centrale