Politico romano (Tusculum 234 a.C. – Roma 149 a.C.), esponente di punta del futuro partito dei populares. Tappe della sua carriera sono la questura in Africa con Publio Cornelio Scipione (204), la pretura in Sardegna (198), il consolato nella Spagna Ulteriore (195), la censura (184); Catone si presenta nell’agone politico come strenuo difensore delle tradizioni contro la corruzione morale prodotta dalla cultura ellenistica e si batte per un’ampia distribuzione dei proventi procurati dalle conquiste militari contro gli speculatori, per una gestione collettiva della res publica contro la deriva individualista di una parte dell’aristocrazia.

Un primo viaggio in Sardegna è compiuto nel 203 o 202, al rientro dall’Africa, e qui conosce il poeta Ennio, l’uccisore di Hostus, il figlio di Hampsicora (vd. s.v.): colpito dalle sue doti letterarie, lo porta con se a Roma; questa frequentazione risulterà fondamentale nella formazione del giovane senatore e nel suo approccio alle lettere greche. Nel 198 viene nominato governatore della provincia e come primo atto procede ad un parziale avvicendamento delle truppe qui stanziate. Livio e Plutarco sottolineano la sua severa iustitia e la vita frugale, lontana dai lussi, i viaggi di ispezione a piedi, accompagnato dai collaboratori strettamente necessari (per non gravare sul bilancio delle città che lo devono accogliere), la dura persecuzione degli usurai disonesti che, per le elevate imposte, spadroneggiano nella provincia, costretti da Catone ad abbandonare l’isola. Forse queste esperienze suggeriscono al pretore la proposta di due leggi: la prima (de sumptu provinciali) limitava il diritto di requisizione dei magistrati provinciali; la seconda (de tergo civium) estendeva anche ai cittadini romani nelle province il diritto di appello al popolo contro la fustigazione o, addirittura, l’abolizione della verberatio. Ammirato per questo suo atteggiamento dagli indigeni, è il primo esempio di quel legame instauratosi fra i Sardi e il partito dei populares fra II-I secolo a.C.

A cura del Prof. Attilio Mastino


 

  • Bibl. Gelzer, Realencyc. (XXII. 1 1953) coll. 108 ss; Cassola, Gruppi politici romani (1962) 347 ss; De Sanctis, Storia dei Romani (1968) passim; Astin, Cato the Censor (1978); Clemente, in Storia di Roma (2.1 1990) 250 ss;Pais, Storia Sardegna (1999) I, 163, 174-175; II, 363-364