Gregorio I, detto Magno, santo, di nobile famiglia romana, fu papa dal 590 al 604. Aveva in precedenza ricoperto rilevanti cariche in ambito civile (come prefetto di Roma) ed ecclesiastico (come legato papale alla corte imperiale di Costantinopoli), maturando quelle capacità e competenze che ne definirono l’alto profilo di uomo politico, oltre che di capo religioso, e che si aggiunsero alle sue esperienze di vita contemplativa (aveva fondato diversi monasteri e vissuto da monaco prima di diventare papa).

All’intensa attività pratica di gestione del potere (riorganizzò i patrimoni ecclesiastici, fronteggiò i Longobardi sopperendo alle carenze dell’impero bizantino nella penisola, organizzò opere assistenziali, operò per il mantenimento della disciplina interna alla chiesa) e di apostolato (convertì gli Angli al cristianesimo) accompagnò un lavoro di studio e riflessione, sfociato nella produzione di numerose opere: commenti alle sacre scritture (i Morali su Giobbe; le Omelie sui Vangeli; le Omelie su Ezechiele); un ritratto del vescovo ideale (La regola pastorale); un libro su figure di santi italici e sui loro miracoli, e in particolare su San Benedetto (I dialoghi). Eccezionale rilevanza per la Sardegna riveste il suo ricco Epistolario.

Trentanove delle circa 850 lettere riguardano l’isola e rappresentano la fonte scritta più importante per la conoscenza della Sardegna bizantina. Destinatari sono:  l’arcivescovo di Cagliari Gianuario (metà delle lettere sono indirizzate a lui, mentre una sola, collettiva, agli altri sei vescovi dell’isola); le autorità bizantine (il capo militare, il dux; il capo dell’amministrazione civile, il praeses; l’esarca e il prefetto d’Africa; l’imperatrice Costantina Augusta); i grandi proprietari terrieri; l’amministratore dei patrimoni della chiesa di Roma in Sardegna (il defensor); il capo dei Barbaricini Ospitone; i missionari Felice e Ciriaco. Emergono notizie preziose sulle condizioni politiche della Sardegna e sul sistema di governo esercitato dai bizantini, sulle cui frequenti illegalità il pontefice leva la sua protesta. Si evidenziano le stratificazioni socio-economiche e le condizioni di grave miseria dei contadini (rustici), spesso oggetto di sfruttamento non solo ad opera dei bizantini ma anche dei detentori del potere economico locale (i maiores), sia laico sia ecclesiastico (nei patrimoni della chiesa sarda). Dal punto di vista ecclesiastico, l’isola è divisa in sette diocesi,  presenta un’articolata gerarchia del clero e un  monachesimo diffuso, sia maschile sia femminile (ben diciannove lettere si interessano a problemi realtivi ai monasteri). Gregorio interviene però spesso a sanzionare comportamenti di monaci e chierici (anche della stessa massima autorità religiosa isolana, il metropolita Gianuario), caratterizzati da avidità, simonia, insubordinazione, disordine morale, ignoranza. La Sardegna, pur ufficialmente cristiana (fa parte dell’impero bizantino, in cui il cristianesimo è religione di stato), ha una minoranza di Ebrei, raccolti attorno a una sinagoga a Cagliari, e soprattutto una massiccia presenza di pagani, in particolare nelle campagne e fra i ceti subalterni. Erano pagani i Barbaricini che adoravano “legni e pietre” (ligna autem et lapides), i contadini che lavoravano nelle proprietà dei laici e persino della chiesa, gli abitanti del territorio di Fausiana (presso l’odierna Olbia). Idolatri si trovavano anche fra gli strati sociali sfavoriti in ambito urbano. Gregorio si impegnò a fondo nella lotta a quelle sacche di paganesimo, e con l’invio dei missionari Felice e Ciriaco portò a compimento la almeno nominale cristianizzazione dell’isola.

L’intervento di Gregorio in Sardegna si presenta, nel suo complesso, come operazione volta a regolamentare la vita delle varie forze sociali (il potere politico bizantino, la chiesa locale, il potere economico, i gruppi subalterni) e le loro relazioni, e a comporre le loro conflittualità (sia interne alle diverse componenti, sia reciproche), riconducendole nell’alveo normativo, etico e ideologico della cristianità e della legalità imperiale.


Rubrica "Sardinia Antiqua" a cura del Prof. Attilio Mastino  

testo tratto da: "La Sardegna. Enciclopedia Brigaglia"