DI MARIA GIOVANNA DESSI'

Sono passati sei anni dalla mostra “30 anni mamma”, una campagna di comunicazione ideata con la fotografa Laura Serra che raccontava, attraverso la metodologia dello storytelling, la maternità di 12 mamme del Sulcis Iglesiente.

Una mostra che, inaugurata a Iglesias, ha poi varcato i confini regionali per arrivare a Roma, presso la sede della Fondazione con il Sud e quelli nazionali per arrivare a Bruxelles nella sede del Parlamento Europeo.

L'obiettivo era raccontare la bellezza dell'essere mamme e la possibilità di non escludere per questo la cura e la rincorsa verso i propri sogni lavoratorivi. Essere mamme e lavorare, studiare, seguire i propri hobby si può, anche in territorio culturalmente ed economicamente in difficoltà come il Sulcis Iglesiente.

Essere mamme, genitori, in questa complessità, è possibile, l'importante è che sia una scelta, una scelta consapevole.

Quando, appena sposati, io e Paolo partimmo a Barcellona per frequentare il Master, ero al settimo mese di gravidanza. Una follia, se ci penso oggi, eppure era un'occasione che non poteva essere rimandata, che non sarebbe tornata. Trovai una sanità ben organizzata e vicina alle donne, fino al momento del parto, che da solo varrebbe un articolo a parte. Dopo pochi giorni stavo bene e Alice già presenziava con noi alle lezioni. In quei momenti, in quelle settimane, ho capito che solo con un'organizzazione precisa dei tempi e con il supporto della famiglia avrei potuto continuare gli studi e inserirmi in modo soddisfacente nel mondo del lavoro.

Un giorno una docente ci spiegò che anche in Commissione Europea, al momento del colloquio, la prima cosa che ti chiedevano era relativa alla famiglia, alla maternità. E la risposta, che tutte già sapevano di dover dare era: “Sono perfettamente consapevole di cosa comporta lavorare per un Ente di questo tipo”.

Non me l'aspettavo, ma capii che, per quanto potessimo impegnarci come famiglia, il vero problema era culturale. Io, con una bambina accanto, dovevo imparare a fingere per superare un colloquio di lavoro. Mio marito no.

Questa situazione si ripresentò, perchè certi stereotipi non hanno confini.

Fu questo uno dei motivi scatenanti che mi spinse ad organizzare la campagna di comunicazione “30 anni mamma”.

Avere figli in Italia oggi è sicuramente più difficile che nel resto d'Europa. Lo scorso giugno è stato approvato il Family Act, ora all'esame del parlamento. Un testo di otto articoli che, tra le principali novità, prevede un assegno mensile universale per tutti i figli dal settimo mese di gravidanza fino alla maggiore età, sconti per gli asili nella forma di detrazioni per le spese sostenute, agevolazioni per gli affitti delle giovani famiglie.

Iniziative importanti e necessarie, che sicuramente influiranno positivamente, ma che comunque ci tengono sempre lontani da alcuni paesi Paesi Europei. Pensiamo ad esempio all'Estonia, alla Bulgaria o all'Ungheria, dove una neo mamma può prendere un congedo retribuito al 100% fino a tre anni.

La situazione del numero e della copertura oraria degli asili nido ci porta ugualmente in fondo alla classifica. In Italia il 40% dei nuclei familiari dichiara che il primo supporto lo riceve dalla rete parentale e sociale (Rapporto Le equilibriste, di Save the Children).

Oltre i servizi carenti il problema principale rimane però quello culturale.

Nessun asilo, nessun sussidio economico potrà da solo ridurre gli stereotipi legati alle mamme e al loro diritto di eccellere nel lavoro.

Fino a quando i datori di lavoro si sentiranno in dovere di chiedere alle donne se pensano di metter su famiglia, fino a quando non si comprenderà a fondo che da una mamma felice e soddisfatta anche lavorativamente ne trae beneficio tutta la famiglia, fino a quando non si capirà che i bambini sono il nostro futuro, nessuna decisione politica, nessun sussidio potrà influire positivamente sulla vita delle mamme e delle famiglie.

 

 

Maria Giovanna Dessì     

Maria Giovanna Dessì è una giornalista pubblicista e project manager. 
Ama sognare, con la penna in mano. 
 

https://www.mariagiovannadessi.it 

Foto copertina:  ©Maria Giovanna Dessì


 Articolo realizzato per il progetto "FocuSardegna a più voci"

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