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Ieri dopo la lunghezza di ben quattordici mesi sono riuscito a tornare a Seulo. L'avevo lasciato con una voragine nel ponte, una voragine che ancora c'e'. Quella stessa voragine che mi mise timore e che ora non fa più paura. Perché' la voglia di tornare era tanta e non poteva certo intimorirmi. E allora ecco che la supero e arrivo sin lassù, in quel paese cosi ospitale che mi porta indietro a tanti bei ricordi.Arrivo e trovo i volti di sempre, perennemente sorridenti.
Eccoci qua, appena rientrati dalla montagna. Quella montagna impervia, lontana, abitata da genti che una volta incutevano timore.Quella montagna arredata di case in pietra e persone vestite di rosso.Quel rosso acceso che da vita ai rioni di una volta riproponendo le fasi di un passato sempre attuale. Questa e' Desulo. Questa e' la Montagna che Produce.
Ci sono feste in Sardegna dove il tempo pare essersi fermato. E non per questo bisogna vedere gruppi folk o maschere tradizionali. A Ghilarza, nella chiesa di San Serafino, sono in corso i festeggiamenti. Sabato mi son ritrovato in mezzo a questi e ho avuto modo di conoscere questa nuova (per me) festa. Il novenario di San Serafino sorge sin dal 1600 sopra il lago Omodeo (all'epoca era un fiume), attorno ci sono ben 103 "muristenes" dove per questa occasione vengono abitate ogni giorno.