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Fede e folclore si sono intrecciati nel mio “ultimo” 1° maggio a Cagliari, che oramai risale a qualche lustro fa, per la sagra di Sant’Efisio.
Cinquanta, forse 100mila turisti provenienti da tutta la Sardegna si erano dati appuntamento nelle ampie strade cittadine del capoluogo per salutare il Santo.
E così che Cagliari riscopre ogni anno le sue corde più intime e segrete, facendosi invadere da suoni e colori fatati.
* DI SIMONA DEDONI
“Prendas de oro, prendas de argentu,
cumonis centu, centu cinquanta,
s’angelu accanta, s’angelu Crabieli
a pippia mia di praxidi su meli.”
(un ringraziamento a Tonina Secci per avere di recente ricordato e condiviso questa filastrocca)
Crepitio e passi crescenti, zoccoli ritmati e ruote di carri che avanzano all’unisono. Cagliari è attraversata da un corteo di 3500 persone in abiti tradizionali, in arrivo da ogni luogo della Sardegna, al loro seguito oltre duecento cavalieri, i Campidanesi, i Miliziani e la Guardiania. Un incontro di colori, costumi, suono delle launeddas e de is goccius, i canti devozionali: dal primo al 4 maggio si celebra la Festa di Sant'Efisio.