di EMILIANO DEIANA*

Se ci pensiamo: viviamo nell’epoca della Storia umana in cui si scrive di più (messaggistica, post, commenti etc.). Mai, però, nella Storia si è scritto peggio: lessicalmente, sintatticamente e sentimentalmente.

Ma di cosa si scrive in maniera così compulsiva? A quale sentimento risponde questa forma di scrittura così - per darle una definizione - assoluta? Si scrive, in questo 'tempo dell’astio', per dar voce alla rabbia, al rancore, alla forma di violenza verbale che giaceva, incagliata, in qualche recesso dell’anima.

Appare inutile chiedersi dove sia stata covata tutta questa rabbia, tutto questo rancore? Basta consultare un qualunque articolo sui giornali online per leggere una caterva infinita di insulti, di rabbia, di violenza, di astio. Poveri e migranti sono sempre in cima alla lista segno che il lavoro sporco delle 'bestie' ha avuto effetto. Come ha avuto effetto il lungo lavorio dell’antipolitica militante della 'casta degli anti-casta': la rabbia, la violenza, il rancore si rivolge contro le istituzioni democratiche. Chiunque si occupi della cosa pubblica è, secondo questo 'sentimento', un ladro, un disonesto, un approfittatore o, alla meglio, un incapace. Neanche il Presidente della Repubblica e il Papa sono esentati da questo delirio che dai Social Network si espande in ogni angolo del Paese. Questo “malessere” viene certamente amplificato dal momento nel quale stiamo vivendo, un tempo di segregazione e di isolamento, dove l’unica “valvola di sfogo” - al netto delle violenze domestiche su donne e bambini in drammatico aumento - è rappresentato da questa realtà parallela del 'Nazional-Social/ismo irreale'.

In questi giorni, in queste ore il rancore mal covato si sta dirigendo verso la scienza, verso il vaccino anti-Covid19, verso quello strumento che consentirebbe all’Umanità di ritornare a una qualche forma di normalità, dopo mesi di delirio, di malattia, di morte. Mi chiedo, ancora, dove era nascosto tutto questo rancore?

Dove?

In quali pieghe delle anime e della società si era infrattato?

Perché non avere un atteggiamento di fiducia nel progresso, nella scienza e, perché no? Nelle Istituzioni?

Perché per ogni cosa bisogna ricercare un complotto e passare, velocemente, dal complotto al colpevole?

Bisogna isolare con intelligenza e garbo questa minoranza vociante e rancorosa, questa masnada di complottisti della domenica, questa congrega di distruttori di coscienze e rivolgere la nostra attenzione - in modo aperto e accogliente - verso una “maggioranza silenziosa” che non sa più a chi credere né a che santo votarsi. Credo che anche in questo caso abbia più efficacia un atteggiamento “misericordioso” e “comprensivo” verso una moltitudine che ha perso i riferimenti, che sente - ogni giorno - tutto e il contrario di tutto; che ha visto scienziati litigare dalla mattina alla sera su come affrontare una pandemia; che ha visto le istituzioni - nazionali, regionali e locali - sbandare paurosamente: passando dai checkpoint di militari per le strade per perseguire il runner al “liberi tutti” nel breve volgere di due settimane.

Bisogna evitare atteggiamenti elitari e saccenti e dotarsi di uno spirito volto all’accoglienza del legittimo dubbio. Ergersi a depositari della verità - anche quando ne possediamo qualche frammento - ottiene l’effetto opposto: scaglie di maggioranza scappano dritte dritte tra le braccia degli apprendisti stregoni.

Bisogna, in queste ore e in questi giorni, spiegare con empatica fermezza perché bisogna vaccinarsi, perché occorre avere fiducia nella scienza, perché non tutti possiamo avere nozioni e cognizioni scientifiche tali da giudicare processi di una complessità paurosa, perché - insomma - bisogna guardare al prossimo, a chi si occupa per lavoro del prossimo, con fiducia e col cuore aperto verso ciò che c’è di positivo e salvifico.

Chè non significa non nutrirsi di dubbi, ma farli vivere e brillare dentro a un bagliore di fiducia nell’umanità.

Perché insieme alla pandemia da Covid19 abbiamo da sconfiggere - con un Nuovo Umanesimo - la pandemia da astio: un rancore che rischia di terremotare le nostre comunità, le nostre vite, la nostra armonia, la nostra società.

Emiliano Deiana

Nato il primo aprile 1974 vive a Bortigiadas. Cofondatore della Libreria Bardamù di Tempio Pausania. È stato Sindaco di Bortigiadas per 15 anni, attualmente è Presidente di ANCI Sardegna. Ha pubblicato nel 2012 il libro di racconti satirici  'Bar Sport Democratico', Ethos Edizioni. 
Nel 2020 è uscito il suo primo romanzo, 'La morte si nasconde negli orologi', Maxottantottoedizioni.

(Foto ©Andrea Deiana) 


 Articolo realizzato per il progetto "FocuSardegna a più voci"

 Vuoi diventare una delle firme del progetto? Invia la tua proposta via mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 © E' vietata ogni riproduzione senza il consenso della redazione e dell'autore