Maggio 18, 2024

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    Il punto

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    Sono figlia, sorella, nipote di allevatori, e la mia riflessione nasce soprattutto dal confronto con tante altre persone che affrontano ogni giorno la realtà delle campagne e non hanno tempo da perdere con le iniziative politiche pseudo-animaliste della Signora Brambilla. Persone dagli sguardi severi e profondi che nascondono vividi sorrisi e che quotidianamente si misurano con gli stessi problemi: costi di farmaci, mangimi ed energia troppo elevati, prezzi dei prodotti sempre più bassi, burocrazia, premi non liquidati, bluetongue, disastri ambientali ed Equitalia. Problemi che spesso si è chiamati a risolvere da soli, abbandonati, in primis, dalle associazioni di categoria perché anche al loro interno conta più la parola del politico che quella del pastore che dovrebbero rappresentare e tutelare.

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    Siamo alla vigilia della beatificazione della Venerabile Maria Cristina di Savoia (1812 – 1836), regina delle due Sicilie. Già il titolo è sufficiente, forse, a farci considerare lontana la sua figura. Ma nessun santo è tanto lontano da non poter parlare ad epoche distanti dalla sua. Il santo parla sempre del Vangelo. Non dice altre parole che quelle del Vangelo. Sbaglierebbe di grosso chi considerasse questa beatificazione come evento da leggere in chiave politica.

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    Nelle ultime ore i tg ci hanno bombardato con servizi che sponsorizzavano la proposta di legge della Brambilla contro la macellazione di animali da carne sotto i sei mesi. Premetto che non ho nessuna stima politica e personale per la Signora in questione e non mi interessa sensibilizzarla sui problemi di un comparto in ginocchio, soprattutto in Sardegna, dove sono numerose le aziende che a causa di Equitalia, incendi ed alluvioni non navigano in buone acque. Per molti di voi sarà stato un servizio come un altro, una delle tante notizie spazzatura a cui anche i principali tg ci hanno abituati. Bene, per me non è solo lo sproloquio di una rossa onorevole, mi sento in dovere di scrivere tutte le cose che mi vengono in mente e consapevole di non poter competere con il risalto mediatico che hanno le amichette del Berlusca, mi invoco dunque al buon senso del singolo consumatore.

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    Crisi economica, industrie in fallimento, inquinamento, campagne svuotate, crisi sociale, disoccupazione, scioperi, crisi politica, corruzione, peculato. Questa è la Sardegna, territorio al collasso, che con i suoi 24mila km² è diventata lo specchio d'Italia, forse più di ogni altra Regione italiana. Il popolo sardo si trova come intrappolato in un enorme incubo, stretto fra la rabbia per la situazione odierna e la paura per la mancanza di futuro.

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