Elencare i motivi del perché si è emigrati e del quanto sia bello vivere all'estero sembra essere diventato un po' l'hobby nazionale. Vorrei però offrire un punto di vista differente e speculare sui vantaggi che si otterrebbero oggi nel tornare a vivere in Italia e, nello specifico, in Sardegna.


 

Sfatiamo un mito

I media ci bombardano con la storia della fuga dei cervelli e il disastro che ne consegue. In parte è vero, tanti sono emigrati per necessità. Ma i giornali inseguono lo scoop, le televisioni vanno dietro ai pubblicitari. E così a volte l'informazione passa in secondo piano. Vi svelo un segreto... Buona parte dei cosiddetti "cervelli in fuga" partono dall'Italia semplicemente perché hanno voglia di fare un'esperienza all'estero, o magari imparare l'inglese. Anch'io, che non avrò forse un gran cervello, emigrai nel 2005 per lo stesso motivo. Personalmente non fui "costretto" ad andarmene. Mi avevano offerto due lavori addirittura prima che mi laureassi. Ma me ne fregai. Volevo conoscere il mondo. Fatta questa doverosa premessa, ecco alcuni motivi per cui tornare a vivere in Sardegna nei prossimi anni non mi sembra affatto una brutta.Non starò qui a disquisire di quanto mi mancano il sole, il mare, il maestrale, la mia famiglia o gli amici al bar. Tutto questo lo sapete già. Vorrei invece partire dal punto più difficile da dimostrare.

 


 

Ma è vero che non c'è lavoro?

Io mi rifiuto di credere che, oggi giorno, non si possa lavorare in Sardegna. Prima di tutto, oggi giorno buona parte dell'economia viaggia sui binari dell'ADSL. Questo significa che per svolgere la maggior parte dei lavori, sopratutto quelli legati ai servizi e all'informazione, basta una connessione internet. Penso a un traduttore, un webdesigner, uno scrittore freelancer, un contabile. Ma anche a un artigiano che vende le sue arresojas online, un imprenditore che abbia pochi soldi ma tante idee o un importatore che, grazie all'e-commerce, non è più limitato dalla geografia per vendere i propri prodotti. Quando ho intervistato Pinuccio Melis, il proprietario della Comochi di Sanluri, lui mi ha raccontato che se avesse saputo che la Sardegna anziché arrivare ad almeno tre milioni di abitanti si sarebbe fermata a un milione e mezzo come trent'anni fa, forse non avrebbe neppure fondato la sua azienda. Il suo problema era che la Sardegna offre un bacino di utenza limitato. Ma, come ho già detto, nell'era del mercato globale non c'è più bisogno di abitare a Manchester per vendere i propri prodotti a Liverpool. Lo si può fare anche da Oristano.

 

 


 

La crisi

Ok, mi dirai, però oggi c'è la crisi. Ma pensi davvero che la crisi durerà per sempre? Perché i cicli storici insegnano che le crisi ci fanno soffrire, ci costringono ad abbassare i consumi e fare dei sacrifici, ma poi passano. E quando la crisi si ritira come l'alta marea a Mount Saint Michel, le imprese che sono riuscite a rimanere in piedi rifioriscono perché la maggioranza dei concorrenti ha chiuso i battenti. Chi ha resistito si trova quindi a gestire una fetta di mercato più ampia, può permettersi di assumere nuovo personale e agevolare così una rinascita dei consumi. Rinascita che rivela nuove opportunità anche a chi aveva perso il lavoro o era stato costretto ad emigrare per colpa della crisi.

 


 

Provaci tu a prendere il visto...

Un conto è ottenere un visto turistico per farsi un bel viaggetto in Cina. Ma ben altra cosa è vivere all'estero, sbattersi per ottenere un visto di lavoro, essere trattato sempre è comunque come "quello che parla con un accento strano," adattarsi a usi e costumi che non ci appartengono e metterci due giorni ogni volta che si vuole tornare in Sardegna. Va bene la novità, va bene viaggiare, va bene imparare le lingue, ma io ragazzi sono in giro da otto anni. E il gioco è bello quando dura poco...

 


 

Il mangiare

Qui a Shanghai negli ultimi tre mesi abbiamo assistito al ritorno dell'aviaria che ci ha privato della - già senza sapore - carne di pollo e all'arrivo di tremila maiali morti via fiume. Sì, sul Huanpu, il fiume che taglia Shanghai da parte a parte e che ci fornisce l'acqua "potabile", sono stati ritrovati tremila maiali morti e, per di più, infetti. Vi risulta che da noi succedano robe del genere?

 

 

 


 

Dulcis in fundo... Le donne

Chi sono io per prevedere se finirò con una biondina norvegese, una diavolessa thailandese o una morettina casteddaia? Quello che so è che dopo varie esperienze all'estero, ragazze che a ventitré anni già si vogliono sposare, altre che ti lasciano perché "Non sei cinese mio caro, mio padre non ti accetterà mai" e via dicendo, il detto "Donne e buoi dei paesi tuoi" inizia a sembrarmi molto più sensato di quanto mi appariva qualche anno fa ; )

 


 

Mi chiamo Ivan, sono un poliglotta sgrammaticato nonché calciatore fallito e aspirante imprenditore senza frontiere. Mi trovate sul mio sito web, NonVoglioLavorare.it

 

Autore dell'articolo
Simone Tatti
Author: Simone Tatti
Giornalista, data analyst e performance strategist per aziende, istituzioni e privati che hanno bisogno di implementare il proprio business e costruire un’immagine positiva mediante comunicazione tradizionale e digitale. Economista di formazione, con master in sviluppo territoriale e gestione d’impresa mi appassiono al mondo dei media dopo aver vinto il primo concorso universitario Heineken – Ichnusa in “Marketing e Comunicazione”. Scrivo con costanza da circa nove anni su testate giornalistiche off e online prediligendo la produzione di reportage e articoli di analisi statistico/economica. Per amore verso la mia terra, fondo www.focusardegna.com. Ho curato l’immagine e la comunicazione di progetti di destinazione turistica (i.e. Distretto Culturale del Nuorese e Sardinia East Land | destinazione globale Nuorese Ogliastra) e la gestione dei canali social di affermati mass media (Unione Sarda, Videolina e Radiolina). Di recente anche startupper.

Per sapere altro su me o quel che faccio, visita il mio sito www.simonetatti.it.

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