DI VALENTINA LOCHE*

È la prima gita di gruppo dopo due anni, per i piccolini forse è la prima della loro vita.
Destinazione: Bitti, piccolo paese del nuorese. Uno dei tanti ombelichi del mondo dalla preistoria ad oggi.

Sei adulti e sette bambini, armati di zainetti, tanto entusiasmo e parecchia curiosità.
Che la gita abbia inizio.
Bitti arriviamo.

Iniziamo con l’arte.

[1]“Arte. Dalla radice ariana ar- che in sanscrito significa andare verso, ed in senso traslato, adattare, fare, produrre. Questa radice la ritroviamo nel latino ars, artis. Originariamente, quindi la parola arte aveva un'accezione pratica nel senso di abilità in un'attività produttiva, la capacità di fare armonicamente, in maniera adatta.”

Andiamo verso ciò che ha creato un grande artista olandese: Vincent Van Gogh (1853/1890). Entriamo a visitare la mostra multimediale di arte visiva ''Il sogno'', ci accolgono disponendo i bambini in semicerchio per ascoltare una storia che parla di una notte stellata e di svariati campi di girasoli.


E ora entrate e disponetevi come volete.

Amo la libertà. Mi stendo supina con la testa poggiata sullo zaino e col naso all’insù. E mentre appaiono le prime immagini proiettate sulle pareti e si ode la colonna sonora che accompagna una voce che dà forma alle parole di Van Gogh i miei occhi splendono perché l’arte fa anche questo effetto. E tra tanti mà vadia, mà sos viores, mà sos puzzonez, mà vadia mannu cussu tziu e capriole che a lungo andare sono sempre più da circense cerchiamo di goderci questa mostra che inizia a dare una strana energia a questa prima tappa della gita.

 

“Prima sogno i miei dipinti. Poi dipingo i miei sogni.”
 Vincent Van Gogh

Siamo sempre tifosi dei sogni, ma ogni tanto torniamo alla realtà, soprattutto quando tra tutte le frasi c’è anche mà apo gana.


La scelta del biglietto unico (costo € 15,00) ci permette di accedere a tutte le aree museali e archeologiche del Comune di Bitti, tra cui anche il museo della Civiltà pastorale e contadina e in quello Multimediale del Canto a tenore. Ma l’autonomia e l’attenzione dei bambini negli spazi chiusi l’abbiamo utilizzata tutta per Van Gogh, e la loro esplicita richiesta di cibo ci porta verso il sito archeologico “Romanzesu”. Scegliamo un’area picnic e diamo libero sfogo all’apertura delle borse frigo. Seduti tra le pietre consumano il loro paninetto con la felicità negli occhi, sguardi che scelgono già su quale sasso saltare escludendo quelli che fungono da tavolino per non sporcare gli spazi che ospiteranno il cibo. Mà custa este una mesa? E custa? E custa?

A stomaco pieno si ragiona meglio e i saltelli continuano in questo scrigno naturale nel quale affiorano i lasciti della civiltà nuragica. Tra la visita guidata e l’app che ci descrive il sito scegliamo la seconda per vivere il tutto in piena autonomia con i bambini che difficilmente ci seguirebbero in un sentiero unico e scandito da tempi da adulti. Ora necessitano di versatilità e libertà di movimento, e questo sito risponde ai loro bisogni.

E tra edifici sacri, capanne, spazi quotidiani e spazi magici nei quali i nostri antenati vivevano in mezzo alla natura incontaminata, digeriamo in allegria con pantaloni sporchi e braccia al vento, con mille domande e curiosità pitzinnìna.

E poi arriva ciò che loro aspettano da settimane: un viaggio nella storia che inizia nella notte dei tempi, un itinerario che gradualmente li porta ad esclamare meraviglia, un percorso ricco di reperti fossili trasformati in ricostruzioni a grandezza naturale di “Dinosauri in Carne e Ossa”.

Approdiamo alla mostra BittiRex con corpi stanchi ma ancora con tanta energia per vivere quest’ultima tappa della nostra avventura. La guida sorride e racconta, ci trascina appassionatamente nella preistoria e ci avvisa di non toccare i dinosauri che potrebbero svegliarsi da un momento all’altro, anche se finora non è mai successo, ma pro si o pro no.

E loro li guardano incantati, fanno domande, li sfiorano, ci parlano.
E il mondo attorno a noi si spegne e si infuoca la fantasia, quella che ci fa viaggiare lontano pur senza fare tanti chilometri.

 La storia è vera testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, messaggera dell’antichità.
– Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis.
(Marco Tullio Cicerone)


Qualche km lo abbiamo fatto, per scoprire diverse realtà.
Bitti, piccolo paese del nuorese. Uno dei tanti ombelichi del mondo dalla preistoria ad oggi.
Arte, cultura, archeologia, storia, servizi, spazi per i più piccoli.

E dopo due anni di pandemia l’universo non si è fermato, possiamo ancora godere di ciò che ci circonda e credere che dall’arte possa venire uno spiraglio di luce e di salvezza.

Andare verso, adattare, fare, produrre.
La capacità di fare armonicamente.
Arte.

 

“[Arte]. Non si rivolge all'avvenire, ma al passato. Come l'istinto è retrograda. Vive – anche là dove non sembra – del proibito. Senza scoprire il proprio giuoco – che allora sarebbe perduta – offre un illusorio, ma appropriato compenso a tutte quelle «tendenze» che l'uomo, dalla sua più tenera infanzia (preistoria) in poi, ha dovuto abbandonare, per camminare su due, invece che su quattro gambe; per diventare giorno per giorno (secolo per secolo) una persona civile.”

Umberto Saba

 

[1] https://www.etimoitaliano.it/2011/01/etimologia-della-parola-arte.html


*VALENTINA LOCHE

Nata a Nuoro nel 1978, baciata dal sole, e vivo a Orani. Educatrice guerriera, attrice teatrale, blogger attualmente in crisi. Innamorata della vita e della bellezza, fan del cambiamento, un vulcano in eruzione, dal quale scorre la lava della creatività a tratti travolgente e irrefrenabile. Realista e ottimista, apro e chiudo i cassetti dei miei sogni e faccio di tutto per riuscire a realizzarli

Articolo realizzato per il progetto "FocuSardegna a più voci"

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