Con molto stupore e disappunto abbiamo appreso la notizia che l’ ASL di Oristano presso l’ospedale San Martino ha predisposto l’ambulatorio infermieristico per intensità di cure ai diabetici. Il modello innovativo – come dichiarato - si basa sulla valorizzazione della figura dell’infermiere, sulla maggiore sicurezza, appropriatezza e continuità dell’assistenza. Sono spiacente sottolineare che tale modello non è stato sottoposto alle organizzazioni dei diabetici ADIG Sarda.

Non ci sono chiare le prestazione degli infermieri. Come è stato definito, su tre livelli differenti di assistenza, si libereranno risorse in termini di tempo e professionalità perché molte visite inappropriate non sono altro che frutto dell’assistenza diabetologica. Pensiamo invece che ciò permetterà solo un risparmio penalizzando i diabetici. Gli infermieri non possono lavorare autonomamente, fornire diagnosi o la formulazione di piani di intervento, valutare la cadenza delle visite, la qualità di cura, una eventuale proposta di modifica della terapia ecc… Azioni queste che devono essere prettamente di pertinenza medica al fine di prevenire o curare le complicanze. Rileviamo che continua a mancare un piano preciso di riorganizzazione della diabetologia locale e regionale condizionata dalla limitata capacità della politica di guardare a medio e lungo termine. L’uniformità e la continuità delle cure sono i principali obiettivi del SSN intesi sia come continuità tra i diversi professionisti integrati in un quadro unitario (lavoro in team, elaborazione e implementazione di percorsi diagnostico-terapeutici condivisi ecc.), sia come continuità tra i diversi livelli di assistenza soprattutto nel delicato confine tra ospedale, Servizio di Diabetologia e territorio. Tutto ciò per potenziare l’integrazione ospedale - servizio di diabetologia - territorio con la corretta gestione del processo di valutazione delle condizioni cliniche e socio-assistenziali del paziente. Il SSN indica precisi obiettivi che portano ad una omogeneità e ad una pari uguaglianza nel diritto alla salute. Ci chiediamo se forse non sarebbe meglio riorganizzare il Servizio con incremento di personale medico con particolare attenzione a garantire la disponibilità di un’assistenza plurispecialistica, oculistica, cardiologia, ecc… per la prevenzione delle temibili complicanze con l’assicurazione delle varie consulenze e l’ attuazione dei programmi di educazione sanitaria continua.