*DI VALENTINA LOCHE

Ignara di ciò che avrei visto, vissuto e sentito mi avvio ad affrontare un’esperienza da volontaria. Giornata di vaccini anti covid-19 per gli ultra ottantenni di Orani, Sarule e Oniferi organizzata dall’Ats Sardegna che, in collaborazione con i Comuni, ha disposto un’équipe itinerante che si sposterà nei Comuni del Distretto sanitario di Nuoro per procedere con la vaccinazione. Noi della Croce Verde di Orani, insieme all’Organizzazione di Volontariato Orani, siamo qui per dare una mano, esperienza bellissima e molto forte. 

Ci troviamo nel Comune di Orani, presso la sala polivalente Ex Valchisone. Il sole splende, gli anziani iniziano ad arrivare da presto, pronti per questo grande passo storico. Sono tranquilli, non sembra abbiano fretta di sbrigarsi e tornare alle loro faccende quotidiane. Si godono il sole, seduti nell’area circostante il padiglione, chiacchierano tra loro in attesa di essere chiamati uno per uno, in ordine di arrivo.

© Foto Antonio Fadda - Sindaco di Orani

È tutta la mattina che li guardo, sorpresa di questa grande affluenza nonostante tutto. Nonostante cosa? Nonostante i media scrivano tutto e il contrario di tutto, nonostante le voci dei negazionisti e di quelli che utilizzano l’informazione per terrorizzare le persone. Forse questi anziani hanno paura, paura di morire. Non credo. Li osservo, li accompagno nei posti a sedere, li ricevo dando loro il benvenuto e scambiando un sorriso attraverso gli occhi.

Nei loro visi non vedo la paura, vedo ben altro. Vedo gli occhi di chi ha quasi un secolo di vita, di chi nella propria esistenza ha visto il mondo cambiare inesorabilmente e in un modo forse sconvolgente, di chi ha conosciuto la guerra e il dopo guerra, di chi ha visto i suoi cari morire perché ancora non esistevano molte cure che oggi invece sono per noi pane quotidiano, di chi si affida alla scienza senza se e senza ma.

© Foto Antonio Fadda - Sindaco di Orani

Li vedo aspettare con calma e pazienza, col sole in fronte, felici di questa piccola comunità generazionale che si riunisce per un evento così importante. Entrano  accompagnati da figli, nipoti, badanti, mogli e mariti. Si siedono sulle sedie disposte accuratamente a distanza e alcuni secondi dopo si spostano per avvicinarsi a chi magari non vedono da più di un anno per scambiare qualche chiacchiera e aggiornarsi sulle proprie vite. Le sedie non rimangono mai ferme, è più forte di loro. Quella distanza di cui si parla tanto per evitare il contagio per loro si accorcia. Sistemo nuovamente le sedie a dovuta distanza un infinito numero di volte, li guardo, sorrido. So già come andrà a finire appena arriverà un’altra persona che occuperà quella sedia. 

© Foto Antonio Fadda - Sindaco di Orani

Fuori sembra ci sia una festa. Non c’è premura di entrare per primi o cercare un modo per fregare il prossimo. Semplicemente si aspetta e si trascorre quest’attesa come in un salotto. Nessun caffè, biscotto, vino o dolce tipico. Solo dei documenti da compilare o già compilati con premura dagli accompagnatori e il braccio pronto da porgere al personale sanitario. Tante storie di malattie da raccontare, talvolta quasi come un trofeo. Sono qui per il vaccino, nonostante i malanni che li affliggono. Sono qui col bastone che li sostiene mentre camminano, con chi li prende sottobraccio, con chi li fa sedere comodamente su una sedia a rotelle per alleviare la pesantezza dei loro passi. 

Sono qui per il vaccino non perché hanno paura di morire, ma perché credono nella scienza.

Mi avvio verso casa, stanca ma con una strana felicità addosso. Incontro una donna.
“Ciao! Ziu Antoni l’at attu su vaccinu?”
“Eja, cuntentu che Pasca!”

© Foto Valentina Loche

“Quando i vaccini per la polio e il morbillo furono disponibili, i genitori si misero in fila per assicurarsi che i propri figli fossero protetti. Avevano vissuto in un mondo in cui le malattie infettive avevano distrutto il futuro dei bambini e volevano disperatamente lasciarsi quel mondo alle spalle. Questi vaccini funzionarono così bene che la memoria che noi abbiamo di queste malattie è svanita e l'importanza della vaccinazione è diventata meno ovvia.” Elizabeth Warren

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*VALENTINA LOCHE

Nata a Nuoro nel 1978, baciata dal sole, e vivo a Orani. Educatrice guerriera, attrice teatrale, blogger attualmente in crisi. Innamorata della vita e della bellezza, fan del cambiamento, un vulcano in eruzione, dal quale scorre la lava della creatività a tratti travolgente e irrefrenabile. Realista e ottimista, apro e chiudo i cassetti dei miei sogni e faccio di tutto per riuscire a realizzarli

Articolo realizzato per il progetto "FocuSardegna a più voci"

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