Ius soli, vaccini, ballottaggi...Vorrei capire se il dibattito pubblico, una volta risolte queste urgenze impellenti, inizierà a incentrarsi seriamente sul problema che più di ogni altro tormenta la maggioranza degli italiani: ossia, il lavoro che non c'è, quello sottopagato, le nuove schiavitù, lo sfruttamento dei più deboli, l'emigrazione giovanile. È il tema dei temi, come mai viene ignorato? C'è un intero popolo dimenticato nei discorsi di chi dovrebbe rappresentarlo: ed è composto dall'esercito dei disoccupati, dagli operai chiamati a lavorare giorno per giorno; da laureati ridotti ad arrangiarsi facendo pulizie per qualche ora.

E poi i candidati a concorsi truccati che hanno già un vincitore prima del loro svolgimento; cinquantenni che vengono licenziati e sono troppo anziani per trovare un altro lavoro e troppo giovani per andare in pensione; giovani costretti ad emigrare, da soli, in paesi lontani oppure a rimanere in Italia ad elemosinare stage e tirocini da poche centinaia di euro al mese o lo sfruttamento a provvigione nei call center; piccoli imprenditori o lavoratori autonomi schiacciati da un sistema burocratico insostenibile. Per non parlare dei contratti di lavoro privi di garanzie in tema di maternità, malattia, licenziamento.
Con quali prospettive può guardare al futuro una persona che vive queste difficoltà? Come mai non si pensa innanzitutto a loro, in un Paese che incentra sul lavoro l'articolo 1 della propria Costituzione?
Credo che, per la prima volta, alle prossime elezioni politiche non andrò a votare. La classe politica è lontana anni luce dai cittadini, ormai ridotta a una sorta di nuova aristocrazia dei tempi moderni. Il panorama di chi dovrebbe rappresentarci è desolante, composto per una grossa parte da personaggi mediocri e privi di competenze specifiche i quali parlano di temi sui quali non hanno maturato alcuna competenza; personaggi non in grado di cogliere i veri problemi della gente, incapaci di affrontare seriamente le problematiche che stanno affossando questo Paese. Interessati unicamente a racimolare voti e alle alleanze elettorali, accecati all'ambizione personale, condizionati dalla paura di scontentare il proprio capo partito di turno hanno completamente perso di vista l'interesse pubblico e le preoccupazioni di chi ha davvero difficoltà a soddisfare le esigenze più elementari della vita quotidiana.
È il tema del lavoro la priorità di questo Paese. Lo si affronti, si faccia nascere un dibattito che coinvolga tutti. Solo quando si inizierà a fare questo, per quel che mi riguarda, potrò iniziare a seguirvi mentre parlerete di tutto il resto.