Chi sostiene che l’aspetto più importante per il buon funzionamento di una democrazia sia una corretta informazione, ha perfettamente ragione. È in questo frangente che ci sentiamo di rendere omaggio all’Unione Sarda e alla valorosa battaglia condotta nelle ultime settimane.

Tutto è iniziato con la richiesta, più che legittima, avanzata dal direttore Anthony Muroni relativa all’acquisizione della lista dei beneficiari dei vitalizi in consiglio regionale. Richiesta che ha avuto non poche difficoltà: molti giorni di attesa, piccole scuse e tanti osteggiamenti, prima che il Presidente del Consiglio Regionale Gianfranco Ganau decidesse di divulgare l’elenco. Il perché di tanta riluttanza fu presto evidente a tutti, e quelli che in un primo momento erano stati solo dei fondati sospetti si rivelarono essere l’ennesima furbata ai danni dei contribuenti.

Pensionata di lusso alla tenera età di soli 41 anni: è quello di Claudia Lombardo il caso più emblematico. Vent’anni in Consiglio Regionale e una legislatura da Presidente del Consiglio le sono valsi un benefit mensile di ben 5129 euro netti (7225 lordi). Un paradosso, se comparato alle misere pensioni percepite da chi ha lavorato per un’intera vita; una vergogna se relazionato alla condizione di molti suoi coetanei che ancora ricercano un lavoro e che una pensione, probabilmente, non la percepiranno mai.

Come la Lombardo diversi altri, per un costo di circa 18 milioni di euro che annualmente grava sul bilancio regionale per l’erogazione dei 317 vitalizi destinati ad interessati o eredi. Un caso che grazie all’attenzione mediatica creata dal giornale isolano ha attirato su di sé l’interesse di web e media. È così, quindi, che il condottiero Muroni, vinta la battaglia del ‪#‎dateciinomi lancia quella del ‪#‎bastababypensioni finalizzata all’allineamento della normativa regionale a quella nazionale (decreto Monti) che prevede l’assegnazione del vitalizio solo dopo i 65 anni di età. 

Al di là della mera ricostruzione dei fatti, che non può che provocare indignazione e una sempre maggiore disaffezione verso la politica, ciò su cui ci si interroga è il perché si sia dovuto attendere l’intervento di un coraggioso giornalista affinché fosse rivendicato un diritto che è proprio di ogni cittadino: quello alla trasparenza.

Dove sono stati sino a ieri quegli stessi politici che oggi sdegnati prendono le distanze e condannano l’andazzo? Non sarebbe forse stato loro dovere pensarci ancor prima che il polverone fosse sollevato dalla Stampa? Perché hanno assunto un atteggiamento di gentile connivenza nei confronti di uno stato di privilegi, forse legittimo ma non più in sintonia con l’attuale congiuntura? Si sono mai posti il problema dei doppi vitalizi (Regione e Parlamento) che garantiscono ad alcuni un reddito mensile che sfiora i 10.000 Euro?

Forse a tutto questo non hanno pensato. Si è dovuta concentrare su di loro l’attenzione mediatica affinché prendessero in considerazione l’eventualità di sciogliere questo anacronismo. Forse non hanno pensato a come buona parte di quei 18 milioni sarebbe potuta essere utilizzata per aiutare una Sardegna claudicante. Non hanno meditato sulle oltre 12 mila famiglie sarde che da 17 mesi non percepiscono gli ammortizzatori sociali in deroga e a quanti di quei soldi sarebbero potuti essere utilizzati, anche in forme alternative all'erogazione degli stessi, per finanziare lavori di pubblica utilità. Non hanno considerato che sarebbe stato possibile istituire un fondo presso la Caritas a favore di chi vive sotto la soglia di povertà. Non hanno pensato a nessun’altro fuorché a loro. E non è un problema di questa legislatura, ma un qualcosa che imperturbabile si trascina da tempo.

Non vogliamo conoscere quali siano i vincoli giuridici, non vogliamo sapere quali leggi da voi votate vi consentono di trascorrere la vita alle nostre spalle. Vogliamo semplicemente sapere quali siano ora le vostre intenzioni, a cosa siete disposti a rinunciare e come eventualmente deciderete di impiegare questo denaro.

Ben venga, quindi, il giornalismo d’inchiesta di Anthony Muroni e dell’Unione Sarda che in un momento così delicato invita tutti a non abbassare la guardia perché, se lo si facesse “lascerebbero passare la nottata e tutto tornerebbe come prima”.

Chiediamo buon senso, lo stesso che professate ma spesso non usate.

FocuSardegna