Nei pressi dell’antica Nora, a ridosso della spiaggia,si trova anche la chiesa dedicata al santo protettore della città di Cagliari, Efisio. Consacrata nell’undicesimo secolo, ogni anno, ai primi di maggio, è meta di una lunghissima processione di fedeli, che vi accorrono rendendo omaggio al simulacro del santo. La tradizionale sagra di Sant’Efisio trae le sue origini da un’antica pestilenza che, nel 1652, dimezzò la popolazione cagliaritana. Vicende simili interessarono anche altre zone dell’isola, che più o meno negli stessi anni videro le proprie comunità decimate dalla peste o dalla malaria.Gli abitanti di Cagliari, mossi dalla disperazione per le perdite consistenti, fecero un voto al santo Efisio di Elia, martire decapitato nella città di Nora intorno al Trecento per essersi rifiutato di rinnegare la propria fede cristiana. La leggenda narra che Efisio, ufficiale romano a capo dell’esercito di Diocleziano, fu mandato in Sardegna proprio per reprimere il cristianesimo che cominciava a diffondersi nell’isola.

Ma convertitosi in seguito a una visione, divenne egli stesso, da persecutore, perseguitato. Fu condannato a morte, incarcerato e quindi decapitato nella spiaggia di Nora. Divenuto così santo e martire, da allora Efisio ha cominciato a essere venerato non solo a Cagliari, ma in gran parte dell’isola (tra le chiese a lui dedicate, proprio a Nora, ne venne costruita una che oggi è coperta dalle acque del mare).

Giunta la manzoniana peste, i cittadini cagliaritani si rivolsero quindi al loro santo affinché intercedesse per la fine della terribile epidemia, e fecero voto di portare in processione, ogni anno, il suo simulacro. Quando la peste cessò, dopo quattro anni, nella primavera del 1656, i superstiti pensarono davvero che fosse per merito del santo, e tennero fede alla loro promessa. Così, a partire da quella prima processione, il rito si è ripetuto nel tempo, sempre agli inizi del mese di maggio, fino ai nostri giorni.

Come successo in molti altri casi, anche questa manifestazione, da modesto evento sacro, si è estesa a grande festa di costume. Ogni anno più di cinquemila persone accorrono a Cagliari da tutta la Sardegna per partecipare alla processione. Il percorso è infinito: si parte dalla chiesa di Sant’Efisio di Cagliari, l’antico luogo in cui il santo trascorse la prigionia, per giungere all’omonima chiesa di Nora, dove ha avuto luogo il martirio. Il viaggio dura ben quattro giorni, durante i quali si può ammirare una passerella di tradizioni isolane: i carri trainati da buoi, stipati di prodotti tipici, antichi utensili e strumenti di lavoro; i gruppi con l’abito folkloristico che intonano canti e preghiere sarde; gli scalzi pescatori di Cabras; i cavalieri, primi fra tutti quelli del Campidano e il resto a seguire.

Si parte il Primo maggio. Il santo viene portato fuori a mezzogiorno, per segnare la città, trainato da buoi maestosi. Una volta giunto al municipio riceve il saluto delle sirene delle navi, dopodiché è pronto per il lungo viaggio. Nel percorso fino a Nora si toccano i vari tipi di paesaggio: Sarroch, Villa San Pietro, Pula, ognuno dei quali fa la sua parte ospitando una piccola “sagra nella sagra”. Di banchetto in banchetto e di convivio in convivio, si arriva all’ultima tappa il quattro maggio, quando per il santo si fa ora di rientrare nella dimora che lo ospiterà per i successivi 361 giorni. E via a ricominciare.

Se arrivate nell’isola tra la fine di aprile e l’inizio di maggio non potete perdervi questa manifestazione, perché la Sagra di Sant’Efisio non è una semplice festa, ma un arcobaleno di tradizioni sarde.

Da “101 cose da fare in Sardegna almeno una volta nella vita” di Gianmichele Lisai