Hostus, Iosto o Osto, figlio di Hampsicora, protagonista durante la guerra annibalica dell’accordo dei Sardi con il senato di Cartagine nel 215 a.C. e della guerra sarda contro i Romani.  Il nome del figlio di Hampsicora, Hostus, di dubbia interpretazione, compare tre volte in Livio, XXIII,40-41, con riferimento allo scontro svoltosi nella provincia romana di Sardinia dopo la battaglia di Canne:

 -   40,4: è messo dal padre a capo degli accampamenti alle porte di Corpus, la capitale della rivolta: filius nomine Hostus castris praeerat; la caratterizzazione è particolarmente vivace: is adulescentia ferox temere proelio inito fusus fugatusque.

-   40,5: si rifugia dopo la battaglia a Cornus: quo ducem fugisse fama erat; ad urbem nomine Cornum, caput eius regionis, confugit.

-   41,3: muore nella seconda battaglia nel Campidano (localizzata presso Sanluri): nec Sardorum duces minus nobilem eam pugnam cladibus suis fecerunt: nam et filius Hampsicorae Hostus in acie cecidit

E’ però in Silio Italico che la figura di Hostus, confrontata a quella del padre barbaro, giganteggia veramente, soprattutto nel c.d. “medaglione enniano”, che ci conserva informazioni preziose provenienti forse dal secondo libro delle Historiae di Sallustio: la figura di Hostus, fulgente iuventa, è narrata con una simpatia che forse deriva da Ennio: meno probabilmente il modello è quello virgiliano di Lauso, il figlio di Mezenzio, il re etrusco di Caere alleato di Turno, ucciso sul fiume Numicio presso Lavinio, episodio che pure rimane sullo sfondo della narrazione di Silio Italico.

La fonte di Sallustio potrebbe essere proprio Ennio, l’uccisore di Hostus nella battaglia del Campidano, che Silio presenta con il grado di centurione (latiaeque superbum vitis adornabat / dextram decus) e discendente dei re Messapi, Ennius antiqua Messapi ab origine regis, un vanto che Servio aveva attribuito allo stesso poeta; Ennio è esaltato come il risolutore, il vero deus ex machina del Bellum Sardum, aiutato da Apollo nel duello con il principe Hostus.

La lettura che fin qui è stata data del nome di Hostus potrebbe essere fuorviante: c’è chi come il Dyson è arrivato a sostenere che il nome del figlio di Hampsicora sia totalmente romano, anzi coinciderebbe con il praenomen romanum antiquissimum Hostus, a dimostrazione di un “folgorante” processo di romanizzazione, che – se il giovane aveva 20 anni al momento della guerra – andrebbe anticipato fino ai primi due o tre anni dalla conquista dell’isola, quando sembra effettivamente possa essere collocata (attorno al 235 a.C.) la nascita di Hostus; secondo il Wagner più probabile è un’origine punica della forma Hiostus, nel senso di ‘amico di Astarte’ Secondo altri studiosi il nome più banalmente potrebbe intendersi come un equivalente di Hostis.


 Rubrica "Sardinia Antiqua" a cura del Prof. Attilio Mastino  

 testo tratto da: "La Sardegna. Enciclopedia Brigaglia"