Sardegnafuture è la Sardegna che cresce, che si fa strada tra le nuove tecnologie (scegliendo,sempre più spesso, quelle sostenibili); è, ancora, la Sardegna che sfida la crisi, che crede nella forza delle idee e le porta avanti. Una Sardegna ancora poco citata ma che raccoglie eccellenti "buone pratiche" che  scopriremo insieme grazie a interviste, opinioni e storie di successo.

 

Vogliamo inaugurare questa rubrica di FocuSardegna incontrando Serena Orizi: giornalista e addetta stampa con un curriculum d'eccezione che spazia dalla Laurea in Comunicazione all'Università di Siena al Master in Public and Media Relations al Sole24Ore e un'esperienza che, dal 2004, l'ha portata a girare l'Italia lavorando come PR per enti pubblici e privati e case editrici. Poi, dopo quattro anni di gestione delle attività di comunicazione della Facoltà di Architettura di Alghero, ecco arrivare l'illuminazione che la fa concentrare prevalentemente sul settore delle imprese, dell'innovazione e della tecnologia. Prende il via la prestigiosa collaborazione con la fondazione Mind the Bridge (segue l'ufficio stampa esterno) e nel 2009 la ritroviamo tra i soci fondatori di Sardegna 2.0, un network con la finalità di promuovere la cultura imprenditoriale in Sardegna. 

In una frase: chi è Serena Orizi?

Una che ha sempre affermato di non voler fare né la giornalista né l'addetta stampa. E poi ha fatto entrambe le cose!

Come è approdata a Mind The Bridge? Può spiegarci meglio di cosa si tratta e che concrete possibilità offre a chi ha un sogno - imprenditoriale - nel cassetto?

Devo il mio graduale avvicinamento al mondo dell'innovazione a mio fratello. Nel 2009 lui e un suo carissimo amico hanno deciso di abbandonare i rispettivi impieghi, uno in Svizzera e l'altro in nord Italia, per fare ritorno in Sardegna e fondare una startup ict, Prossima Isola. Ho iniziato a seguirli come ufficio stampa - quando ancora collaboravo con  l'Università di Sassari - attraverso i vari appuntamenti di settore tra i quali, appunto, la business plan competition di Mind the Bridge.

Dopo essere rientrati dalla Silicon Valley, come finalisti della competition, i ragazzi di Prossima Isola hanno proposto a MTB una tappa sarda della gara per l'anno successivo, a Pula. E così il direttore Marco Marinucci e il presidente Alberto Onetti mi hanno proposto di dare una mano alla comunicazione dell'appuntamento. Questo primo incontro ha gettato le basi per una bellissima collaborazione che continua ancora oggi e che mi ha permesso di conoscere molto più da vicino l'universo delle startup e di vedere in anticipo quali siano in ogni momento le tendenze principali nel mondo dell'innovazione. 

Mind the Bridge, per chi ancora non lo sapesse, è un acceleratore con base a San Francisco - nato da un'idea di un genovese, Marco Marinucci per l'appunto, ex Googler - che si occupa di far incontrare la migliore creatività italiana in termini di business idea con i capitali e le opportunità della Silicon Valley.

A tal fine, fino alla scorso anno, la fondazione MTB ha organizzato una competizione annuale per business plan, attraverso varie fasi (Italy Tour, Bootcamp e Venture Camp). Chi accedeva alle fasi finali aveva la possibilità di usufruire di una incubazione di due/tre mesi nel quartier generale di San Francisco, ai tempi al Pier 38 (oggi spostato presso la Stuart Tower in One Market Plaza), per sviluppare il proprio progetto grazie anche al supporto e all'aiuto costante di mentor qualificati, nonché di presentarlo in un doppio showcase sulla east coast e sulla west coast di fronte a un panel di investitori.

Da quest'anno MTB ha allargato queste opportunità alle startup di tutta l'area mediterranea ed Est Europa e scommette in prima linea sui progetti finalisti con un primo batch di finanziamento fino a 65k dollari attraverso il fondo Mind the Seed. Le altre attività restano invariate.

Mind the Bridge ha inoltre attiva una scuola di imprenditorialità, la Startup School, con sessioni di 3 settimane, dedicata a chi voglia apprendere l'ABC del fare impresa innovativa con focus particolare sugli US. Lezioni teoriche e pratiche, visite ai principali campus universitari e icone aziendali della Silicon Valley, lavoro in team e sviluppo progetto sono alla base della scuola. A questa da poco si è affiancato il programma Executive, che consente anche a business già avviati di accedere ai programmi di incubazione. L'obiettivo è quello di riuscire a contaminare anche le imprese di stampo più tradizionale con l'entusiasmo e l'innovazione continua delle startup, attività che se sviluppata internamente sarebbe sicuramente più onerosa, lenta e difficile. Il programma, organizzato in sessioni di 2 settimane ciascuna per un massimo di 15-20 partecipanti, viene calendarizzato in modalità custom-based sulla base delle specifiche esigenze delle aziende ed è aperto agli imprenditori di tutto il mondo al fine di offrire un’atmosfera internazionale in cui il pensiero creativo possa contaminarsi con l'esperienza e il saper fare delle imprese consolidate.  

Innovazione, start up e Sardegna: combinazione possibile?

L'ho appena dimostrato! La Sardegna, contrariamente a quanto qualcuno possa pensare, è una terra ideale per fare innovazione e prova ne sono le tante aziende che stanno trasferendo la loro sede qui da noi, grazie anche all'ottimo lavoro che stanno portando avanti realtà come TheNetValue di Mario Mariani o le realtà che investono da noi come Principia o dPixel. Recentemente anche Tiscali ha aperto le sue porte al mondo esterno con il progetto Open Campus, a dimostrazione di quanto passato e presente, tradizione e innovazione, possano andare molto bene insieme. 

Ne ho scritto anche qui sul blog di Startupitalia! con il quale collaboro da qualche mese. 

La Sardegna ha un importante bagaglio di competenze e know-how tecnologico, risorse umane e infrastrutture maturato nel tempo (pensiamo al CRS4, a Sardegna Ricerche, Polaris, Porto Conte Ricerche) e tanti esempi passati che hanno fatto la storia dell'innovazione in Italia. Un treno che forse non è ancora del tutto perso e che pian piano, anche grazie a un’opera di educazione all’imprenditorialità, stiamo riacciuffando.

Quali sono, al momento, le start up più rappresentative?

Della Sardegna? Beh negli ultimi tempi si è sentito parlare molto di Sardex, Paperlit, Vivocha. Ma ci sono anche ottimi esempi importati come Zoorate, che ho il piacere di seguire personalmente. Infine, come non citare il progetto Rumundu? Noi che lo abbiamo visto nascere lo stiamo seguendo con tantissima passione: il giro del mondo in bicicletta, come avrete letto, è solo un mezzo per arrivare a raccontare le tante e diverse storie di vita sostenibili che ci sono nel mondo. È piuttosto la piattaforma www.rumundu.com, che comincia a popolarsi con i racconti e le immagini georeferenziate che Stefano Cucca posta durante questa avventura, la vera protagonista, la vera startup.

Parliamo di Sardegna 2.0. Che risultati avete ottenuto?

Sardegna2.0 nasce nel 2010 sotto forma di gruppo professionale di LinkedIn. Dopo il primo evento “Sardegna2.0” autofinanziato e organizzato a Tramatza il 20 Aprile 2011, il network si è costituito Associazione per la Promozione Sociale il 10 giugno 2011 con il nome di S2dot0.

L’obiettivo è quello di costruire un ponte fra chi vive in Sardegna e chi vive fuori per creare occasioni di crescita economica delle singole aziende e professionisti facilitando l'incontro anche offline con la creazione di eventi durante i quali vedersi di persona, valutare l'affidabilità delle persone e godere di piacevoli momenti di networking e di scambi culturali. A Tramatza hanno partecipato 80 persone tra imprenditori e liberi professionisti. Un appuntamento fuori dal comune realizzato con i soli contributi di iscrizione e il lavoro volontario di un appassionato gruppo di professionisti, la maggior parte dei quali si conosceva solo virtualmente.

Un secondo evento, "Tourismart", il cui focus era il turismo,è stato organizzato a distanza di soli 2 mesi in collaborazione con Sardegna Ricerche e l’Assessorato Regionale al Turismo. Tantissime le persone in fila già dalle 8 del mattino che speravano di partecipare ai lavori insieme alle 100 che erano state ammesse. Poi c’è stato ToDoStartup ad Alghero il 19 novembre 2011 al Centro Ricerche di Porto Conte con incontri di business idea generation&development più momenti di networking, una sessione di scuola con esperti di scouting imprenditoriale e presentazioni ufficiali (pitch). È stata una tappa riconosciuta della Global Entrepreneurship Week, promossa dalla Fondazione Kauffman.

Dai nostri incontri sono nati non solo progetti che poi hanno iniziato a camminare da soli ma anche preziose e durature collaborazioni tra aziende e liberi professionisti. Dove prima si esternalizzava un servizio magari a Milano oggi, grazie a una migliore conoscenza del territorio e dei professionisti che vi operano, è possibile fare rete e concentrare sforzi e capitali sull’isola, magari attraendone di nuovi dall’esterno.

Il 2012 e il 2013 sono stati dedicati invece alla formazione, con l’organizzazione di corsi soprattutto improntanti al social media marketing turistico, con docenti come Alessio Carciofi, Davide Licordari, Ilaria Barbotti. Nel frattempo è nata una collaborazione con l’Open Campus di Tiscali: in occasione del primo Startup Weekend organizzato in Sardegna da loro abbiamo dato una mano alla promozione dell’evento e assegnato un premio speciale a uno dei progetti presentati.

Quest’anno ci siamo dovuti anche prendere del tempo per cercare di fare il punto sulla situazione con i fondatori e i membri dell’associazione e pensare alle possibili evoluzioni future. Tutti noi abbiamo un lavoro e seguiamo altre attività per cui anche solo incontrarsi e prendere delle decisioni non è una cosa così semplice.
Tra le convinzioni di base del nostro network, ad ogni modo, c'è quella di mantenere una totale indipendenza che ci consenta di concentrarci esclusivamente sugli obiettivi di sviluppo del territorio e sulla diffusione di una cultura di impresa che porti valore a tutta l'isola. Chiunque voglia collaborare è per noi il benvenuto. Potete seguirci anche attraverso Facebook, Twitter e LinkedIn, la community che gravita intorno alla nostra associazione è a oggi molto nutrita e appassionata.

In Sardegna si parla abbastanza di innovazione? Si danno le necessarie informazioni a chi vuole avviare una start up e, a tal proposito, chi vuole intraprendere questo percorso a chi si può rivolgere?

Anche in Sardegna, per chi è interessato, è possibile informarsi su questi temi. Ho citato diversi soggetti che possono fornire preziosi consigli. Ovviamente le occasioni non sono così numerose come a Milano ma alla fine penso che queste sensibilità e questi interessi debbano prima di tutto nascere da dentro. Occorre un cambio di mentalità, più che altro, che da noi fa fatica a compiersi. Per farti un esempio, quando ho iniziato a occuparmi di questi temi, nel 2009, il mondo  startup era ancora appannaggio di pochi, se ne parlava pochissimo anche sui media. Le informazioni arrivavano più che altro dagli States, come sempre. Così ho iniziato a documentarmi e a cercare di costruirmi da sola un quadro quanto più completo della situazione per poter fare in maniera consapevole da ufficio stampa a questi soggetti.

Allo stesso modo chi oggi vuole avviare una startup non deve attendere che qualcuno bussi alla sua porta. Deve essere proattivo e curioso verso il mondo, leggere tantissimo, confrontarsi, partecipare ai principali incontri di settore e iniziare a farsi un’idea di cosa voglia davvero dire. E poi chiedersi se se la sente di dedicare anima e corpo a un progetto che nel 75% dei casi è destinato a fallire. Perché fare startup non è un lavoro come un altro e non è di certo una pista di atterraggio per indecisi.

Ad ogni modo, grazie al web oggi vivere in Sardegna o in Piemonte non fa più molta differenza. Tutto è disponibile online, si chiede e si ottengono informazioni praticamente in tempo reale. Ovviamente prendere parte fisicamente agli appuntamenti più importanti e dare un volto alle persone con cui ci si relaziona ogni giorno sui social è sicuramente cosa buona e giusta. E sicuramente se le società dei trasporti che collegano la nostra isola al resto del mondo fossero più sensibili al tema della mobilità e della continuità territoriale, la nostra terra e i suoi cervelli ne gioverebbero non poco. 

 

Mariella Cortes

Autore dell'articolo
Mariella Cortes
Author: Mariella Cortes
Curiosa per natura, alla perenne ricerca di luoghi da scoprire, persone da raccontare e storie da ritrovare. Giornalista dal 2004 per carta, televisione, radio e web, lavoro a Milano come formatrice per aziende e professionisti e come consulente di marketing e comunicazione. FocuSardegna è il filo rosso che mi lega alle mie radici, alla mia terra che, anche nei suoi silenzi, ha sempre qualcosa da dire. Mi trovi anche su: www.mariellacortes.com
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