Non dico nulla di mio. Ripeto, come nei tempi ai quali con umiltà mi ispiro, parole altrui. Dettate non dalle muse, ma da una progenie altrettanto antica: gli animali. Sono stati loro, abitanti delle foreste, del cielo e dei mari, a parlarmi della natura, dell'anima del mondo, dell'arca che l'uomo ha dentro di sé. Di come ritrovarla. È una storia vera? È un racconto morale, un mito, una fiaba? Giudicate voi”: tratte da “L’Assemblea degli Animali – una favola selvaggia” di Filelfo, queste parole sembrano scritte per introdurre la storia di Rossella di Li Nalboni che vi sto per raccontare.

Li Nalboni è il nome di una località della Gallura situata a pochi chilometri da Santa Teresa, in un tratto di macchia mediterranea dalle cui alture è possibile vedere l'isola dell'Asinara, le coste della Corsica e l'arcipelago della Maddalena. È questa terra ricca di minerali granitici, bagnata da stagni naturali, battuta dal sole e dal vento salmastro a nutrire uno dei più grandi tesori dell’isola: le piante officinali. Ed è qui che la famiglia Pintus ha insediato l’Azienda Agricola Li Nalboni 2426, una realtà dove si incrociano terra, scienze naturali, biologia, agraria, saperi antichi e nuove tecnologie, dove alla produzione biologica si affianca l’ospitalità di turisti alla ricerca del paradiso perduto.  

Assecondando il linguaggio corrente, che vorrebbe una narrazione orientata al successo e alla misurazione di risultati, si può dire che parliamo di Li Nalboni 2426 perché è un modello di produzione sostenibile e sviluppo rigenerativo, che può rappresentare un cardine (e una svolta) per la salvaguardia del patrimonio naturalistico sardo e l’economia circolare.

Ma il linguaggio che useremo invece è quello del cuore, perché è quello che si impara quando ci si immerge nella favola selvaggia di Rossella Pintus.

 

 

Varco il cancello e ad accogliermi si avvicina una compagnia festante di cani, gatti e una pecora.

Non vedo il cinghiale… “Luna si è nascosta” mi dice Rossella, con il sorriso luminoso che sfodera quando è nella sua campagna con i suoi animali. La trovo irresistibile e la seguo lungo il sentiero sterrato, tra cespugli di cisto dal profumo intenso. Di passaggio guardo le galline, il maiale, i cavalli, gli asini e in lontananza il bue Fortunato.

Ci sediamo sull’erba di fronte a uno stagno dove i cani si tuffano immediatamente e dopo esserci asciugate dai loro schizzi iniziamo a parlare di tutto, dalla nascita dell’azienda agricola, alla vita con gli animali, ai bisogni delle persone, ai progetti per il futuro, con una parola che fa da comune denominatore: Natura.

Chi è Rossella Pintus?

Sono nata a Tempio Pausania nel maggio 1975 da una famiglia di grandi amanti della natura. Sono cresciuta nelle campagne galluresi, dove mio nonno coltivava le vigne e l’orto. Ho ereditato la passione per le piante sarde da mia nonna, da mio padre e da mia madre, erborista e biologa che fin da piccola mi ha insegnato tutto sulle piante, sul loro trattamento e sui benefici curativi. È stata la prima ad aprire le erboristerie in Gallura, più di cinquant’anni fa, quando ancora la medicina naturale sembrava un’utopia. Ispirata da questo esempio mi sono laureata in Tecniche Erboristiche alla Facoltà di Urbino, mi sono specializzata in Naturopatia (corso triennale a Roma), Psicologia Comportamentale applicata ai Fiori di Bach (con Daniela Roncati a Cagliari) e in Nutrizione applicata, per poi occuparmi della gestione delle erboristerie di famiglia a Tempio e Santa Teresa. L’ho fatto per anni, finchè il settore non è stato invaso dalla logica del marketing e del profitto e con il supporto morale dei miei ho fatto una scelta radicale: chiudere tutto per dedicarmi alla campagna e alla coltivazione e lavorazione delle piante sarde nel rispetto della natura.

Un salto nel buio o un salto nel verde?

Entrambi. Ho lasciato un lavoro (e un reddito) sicuro per un’impresa con molte incognite… ma avevo una certezza: la natura va trattata con cura, rispetto e gratitudine, allora il tuo guadagno sarà certo, perché non ti mancherà mai ciò di cui hai davvero bisogno. Oggi le persone rincorrono il denaro e non sono mai contente di ciò che hanno, sfruttano tutto per un ritorno economico ma dentro sono vuote e così i loro bisogni non si colmeranno mai.

Con che intento nasce l’azienda agricola di Li Nalboni?

Dieci anni fa ho aperto il mio laboratorio erboristico nel terreno di Li Nalboni e ho deciso di trasformare la mia passione in un lavoro, anche curando gratuitamente problematiche di persone che non trovavano cura con la medicina tradizionale. Li Nalboni 2426 è l’azienda agricola dove ho avviato una produzione di prodotti biologici ricavata dalle erbe spontanee e coltivate che vanno dalla cosmesi all’uso terapeutico, mettendo a frutto le mie conoscenze e tutta la passione per la natura. Si tratta di prodotti che hanno delle proprietà potentissime perché le piante sarde, per conformazione geologica e minerale della terra, hanno una concentrazione di principi attivi molto elevata, unica nel Mediterraneo. La prova certa dell’efficacia di questi prodotti è data dalle persone e dai risultati, le soddisfazioni che derivano da questo lavoro sono enormi. La scorsa estate con le nostre creme – e grazie alla collaborazione del veterinario Giuseppe Costa - siamo riusciti a guarire molti asinelli gravemente ustionati dal rogo del Monferrato. Sono cose che hanno una grande importanza per me, che va oltre il denaro.

L’azienda si sostiene anche con il turismo, abbiamo realizzato un piccolo bed & breakfast con l’intenzione di far vivere alle persone un’esperienza autentica della Sardegna a contatto con la natura e con gli animali, desideriamo dare loro un ricordo indelebile e un messaggio di rispetto della natura e dell’ambiente.

 

Che tipo di esperienza si vive a Li Nalboni?

Quello che offriamo ai nostri ospiti è un ritorno vero e proprio alla natura, fatto di cose semplici, genuine, immersi nei colori del cielo, nelle fragranze mediterranee, nei sapori del cibo fatto in casa. Cerchiamo di offrire un servizio che non sia un semplice pernottamento ma un’esperienza in grado di incidere un segno nell’anima delle persone. Accompagniamo le persone nelle camminate botaniche, facciamo conoscere le piante, i loro profumi, usi e benefici, proponiamo pratiche di Nature Therapy (tengo molto alla collaborazione con Milena Fraschetto, operatrice olistica). Ma a rendere unica la vita in questa campagna sono gli animali. Vivere tra loro, osservare il loro comportamento, ricevere i loro doni – perché di questo si tratta – lenisce l’anima. Le persone imparano a relazionarsi meglio anche tra loro quando sono circondate da queste creature, sembra che reimparino il rispetto e la gratitudine per la vita.

Ci presenti la comunità degli animali di Li Nalboni?

Qui vivono: Zucchero, il cane salvato da un incidente stradale che va in soccorso degli animali in difficoltà; è stato lui a portare qui Luna, la cinghialetta rimasta orfana dopo una battuta di caccia, che abbiamo svezzato e accudito e che non è più andata via, è la mascotte della casa; Olivia, la pecora che cammina come una diva e detta le regole della comunità (era troppo ribelle per il suo gregge e rischiava di diventare pietanza in brodo); Rosina, è arrivata qui che era una maialina bianca neonata e adesso pesa diverse tonnellate (appartiene ad una razza che è stata geneticamente modificata dall’uomo per ingrassare di più e più velocemente per il consumo alimentare; questi animali dopo il 4° anno di età ingrassano talmente tanto che le loro zampe si spezzano e muoiono, per questo a Rosina facciamo seguire una dieta particolare; oggi ha 5 anni e sta ancora abbastanza bene); quattro asini addestrati per la Pet Therapy (da mio zio neuropsichiatra), sono i nostri donatori di abbracci: Trilly, Violetta, Chanel e Bettino; il bue Fortunato, nato prematuro di due mesi e con una gamba rotta, che abbiamo salvato grazie alle cure degli altri animali: Rosina gli ha insegnato a camminare, lo sospingeva con il muso  aiutandolo a rialzarsi quando cadeva; poi ci sono i cavalli Lobai, Bianchina e Mia, i gatti Carota, Bianchino e Cimaca, i cani Zelpa, Blitz e Whisky. Ogni tanto Zucchero salva un animale e lo ricovera qui. Tempo fa è arrivato con un falchetto ferito caduto dal nido, lo abbiamo nutrito e accudito finchè è guarito e ha imparato a volare; torna spesso a trovarci e porta in dono i suoi trofei di caccia, come topi e bisce… trovarli sul davanzale è “particolare” ma è il suo modo per fare dei regali e penso voglia rassicurarci sulla sua indipendenza.

Ognuno di questi animali sembra essere un predestinato, arrivato qui scampando ad una sorte infelice. Chi è stato salvato a sua volta ha salvato gli altri ed oggi sono tutti qui, pieni di energia, felici, nella piena espressione di sé. Gli animali hanno un carattere, una personalità che spesso non viene loro riconosciuta. Invece qui sono liberi e formano una comunità, una grande famiglia dove non ci sono gerarchie, grandi e piccoli di ogni specie vivono insieme, si aiutano l’un l’altro, si fanno regali, compiono gesti di generosità pura e trasmettono allegria.

 

Che effetto ha tutto questo sulle persone?

Chi trascorre un periodo con questi animali cambia stato d’animo. Ho testimonianza di persone che arrivano qui piene di stress e vanno via con il sorriso, che ogni giorno vanno ad abbracciare gli asini. C’è chi arriva sotto cura di psicofarmaci e antidepressivi e va via senza più bisogno di medicine. Per me è la più grande gratificazione.

È possibile che il ritorno alla natura rappresenti il futuro?

Ne siamo convinti e come noi anche altre realtà sarde lavorano in questa direzione. Li Nalboni 2426 fa parte di un grandioso progetto che si chiama Rivagro che speriamo sia di esempio per molti giovani e comuni. Rivagro è una cooperativa di 8 aziende agricole attive nel centro e nord Sardegna messe in rete attraverso un sistema virtuoso di coltivazioni biologiche che ha l’obiettivo di valorizzare il territorio e promuovere in Italia e all’estero il marchio della mandorla sarda. Il progetto si basa sul rapporto fiduciario tra imprese che si impegnano a realizzare insieme attività di produzione, commercializzazione, ricerca, formazione e sviluppo. Svolto in collaborazione con l’Università Agraria di Sassari e con l’Università di Nuoro il progetto Rivagro è di grandissimo valore innovativo: si sta cercando di creare un prodotto biologico grazie all’utilizzo del letame e la coltivazione biologica dei lombrichi; il liquido che viene ottenuto attraverso questo processo risulta essere un potente concime per la coltivazione biologica dei mandorleti e un antiparassitario che potrà sostituire completamente l’utilizzo di pesticidi chimici. La cosa eccezionale è che il the dei lombrichi non solo protegge le piante, ma anche le api. Prevenendo le malattie e la morte degli insetti impollinatori si salva la natura, è una soluzione vitale per la riproduzione delle specie vegetali, animali, per la produzione di miele. Per quanto ci riguarda le mandorle potranno essere utilizzate come alimento, ma anche come componente per i nostri olii, le possibilità sono tantissime e l’economia del riuso biologico è un esempio virtuoso. Con questo progetto la Sardegna può esportare un modello di eccellenza dell’agricoltura biologica replicabile in altri paesi.  Non abbiamo bisogno di altro che della natura, il nostro patrimonio è già immenso, ma le risorse hanno bisogno di cura, non di sfruttamento.

 

Oggi sono stata a scuola di civiltà.

Guardo Rossella come se vedessi San Francesco e sopra le nostre teste vola un’aquila, con le ali spiegate. Mi sento fortunata ad essere qui e mi chiedo come sia possibile aver dimenticato tutto questo. Come può l’uomo pensare di continuare a depredare la natura, sfruttare il suolo e prevaricare gli animali, senza capire il significato simbolico ed esistenziale del legame che ci unisce?

Quando è il momento di andare via il cane e il gatto mi salutano sdraiandosi pancia all’aria per l’ultima carezza, poi il gatto dà un bacio al cane… e basta, io sono morta di tenerezza, cos’altro posso dire?

Parola alla Natura, l’anima del mondo.

 

 

 

 

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#TERRAMEA
Terra Mea è la voce della Sardegna, della sua natura e di chi sceglie di vivere in quest’isola. E’ una storia d’amore, una caccia al tesoro, un’avventura alla scoperta di segreti millenari e di scenari futuri, dove la creatività e la capacità imprenditoriale delle nuove generazioni si incontrano con culture diverse e con una bellezza che non finisce mai.


Camilla Pusateri

Camilla Pusateri, professionista della comunicazione e insegnante di yoga, ha trovato nel mare e nella natura i maestri di vita da cui imparare a coniugare la ricerca esteriore e quella interiore. Si interessa di arte, sostenibilità e gioia di vivere. Fa parte del Constructive Network italiano, una rete di giornalisti e comunicatori che divulga il giornalismo costruttivo, un’informazione consapevole basata su visioni inclusive e multidisciplinari e sulla ricerca di soluzioni ai problemi sociali.


Attualmente vive a Rena Majore dove ha creato The Sea Yoga Revolution.


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