Agostino Cicalò, nuorese di 49 anni, è indubbiamente un ottimo rappresentante dell’imprenditoria isolana. Di scuola bocconiana mette a frutto le conoscenze raccolte durante gli studi, nel campo della media distribuzione alimentare. Nel corso della sua carriera professionale è stato amministratore delegato di importanti società operanti nel settore commerciale. Attualmente ricopre la carica di presidente della Camera di Commercio di Nuoro, della Confcommercio regionale e provinciale ed è vicepresidente dell’AILUN (Ass. Libera Università Nuorese). Con lui parleremo prevalentemente di economia regionale, della condizione dei giovani sardi e della salute del settore commerciale.

 

Partiamo:

1)  Qual è la situazione economica attuale della Sardegna?

Direi che è quasi superfluo affermare che attualmente affrontiamo una crisi di portata tale da non trovare paragoni nell'esperienza della quasi totalità della popolazione. La Sardegna ha la peculiarità di affrontare in ritardo gli eventi a causa della sua perifericità rispetto ai principali centri economici. Perciò, mentre nelle aree più dinamiche del nostro paese si rilevano i primi segnali di allentamento della crisi, noi stiamo adesso  entrando nel pieno nella fase più dura. Si tratta di una cambiamento che non solo modifica i parametri economici (riduzione del PIL, dei consumi e dell'occupazione) ma sposta strutturalmente gli assi portanti della crescita imponendoci di spostare le prospettive verso orizzonti che prima d’ora non conoscevamo. In definitiva, si esce dalla crisi andando a cercare nuove strade che, essendo poco conosciute, sono più pericolose ma anche in grado di offrirci nuove opportunità.

 

2) Quali provvedimenti dovrebbero attuarsi al fine di favorire la ripresa dei consumi?

Ci sono due importanti variabili che incidono sulla ripresa dei consumi: reddito e propensione al consumo. In parole semplici: avere soldi e avere voglia di spenderli. In Sardegna oggi la disponibilità di danaro pur essendo mediamente più bassa rispetto alle aree più ricche del paese ha subito una riduzione percentuale meno marcata. La propensione al consumo, invece, è stata segnata pesantemente e le aspettative negative hanno portato a rinviare le spese private di beni durevoli. Per stimolare i consumi, quindi, tutti ci aspettiamo che ripartano politiche economiche in grado di stimolare la crescita ad opera del governo e della regione poiché le imprese riavviando la crescita sono in grado di produrre occupazione e reddito mentre una prospettiva più positiva stimola i consumi. Tuttavia, c’è da dire che la struttura dei consumi per i prossimi anni non sarà più la stessa. Dobbiamo capire che alcuni comparti della produzione e del commercio sono comunque destinati a non essere più in grado di assecondare le aspettative dei mercati. Dobbiamo essere pronti a cambiare anche molto rapidamente.

 

3) La disoccupazione giovanile è un grave problema che affligge la nostra isola. Come porvi rimedio?

Durante le fasi depressive dell'economia il dramma più pesante lo vivono i disoccupati e in particolare i giovani che si affacciano alla loro prima esperienza nel mondo del lavoro. Questi ultimi sono costretti a affrontare tempi di ricerca e di attesa molto più lunghi del consueto per trovare un occupazione, rischiando talvolta di compromettere addirittura la propria futura carriera professionale. Per questa ragione, anche a costo di grandi sacrifici personali, è necessario dedicare alla formazione e all’informazione le proprie energie ed il proprio tempo. Il momento dell’inoccupazione deve essere dedicato alla conoscenza, all’approfondimento e al saper fare. Solo in questo modo ci si prepara a trovare un occupazione nelle posizioni più qualificate del mondo del lavoro oppure ad avviare con successo una propria attività imprenditoriale.

 

4) Che consigli darebbe ad un ragazzo intenzionato ad aprire una nuova impresa?

Studiare, studiare e ancora studiare, e contestualmente formarsi. Il mondo sta cambiando velocemente e questa sua rapida evoluzione sta mandando in soffitta tanti vecchi mestieri anche se, di contro, ne stanno nascendo di nuovi. Al giorno d’oggi il mercato globale è alla portata di tutti ed esistono diverse realtà che non stanno attraversando la crisi. Per questo motivo, dobbiamo avere la capacità di guardare lontano dai nostri occhi, dalle nostre strade, dalle nostre poltrone senza necessariamente dover emigrare. Quello che indubbiamente dobbiamo fare è muoverci: fisicamente o virtualmente.

 

5) I sardi preferiscono le attività imprenditoriali individuali a quelle societarie, perché?

La prevalenza di attività economiche individuali è tipica della nostra realtà. Probabilmente una conseguenza della nostra forte individualità, che se da un lato ci rende molto determinati, dall’altro diventa un grosso limite quando dobbiamo confrontarci nei mercati meno ristretti e più competitivi. Per questa ragione dobbiamo sforzarci culturalmente a condividere con gli altri le nostre esperienze lavorative e professionali. Per affrontare nuovi mercati, dobbiamo saperci unire per poter ampliare la nostra capacità produttiva e nel contempo ottimizzare i costi. A tal proposito i contratti di rete sono uno strumento utile che può aiutare le nostre imprese a superare i limiti dimensionali.

 

6) Parliamo di commercio. Come ha reagito il settore alla crisi dei consumi?

Il settore del commercio sta attraversando una crisi molto dura che sta causando l’espulsione di molti operatori dal mercato. Per contro, si registrano comunque le aperture di nuove attività commerciali: fenomeno tipico delle fasi di crisi in cui gli operatori espulsi dagli altri settori si riversano su quello del commercio che però, in questa fase di contrazione dei consumi, difficilmente riuscirà ad assorbire nuovi esercizi. Stiamo assistendo ad una radicale trasformazione del settore in cui l'aspetto funzionale dei prodotti commercializzati avrà premio rispetto al solo aspetto estetico e di conseguenza gli assortimenti e gli allestimenti dei punti vendita dovranno confrontarsi. Il fenomeno del low cost, che in ambito commerciale è identificabile con il discount, sta conquistando importanti quote di mercato.

 

7) Il rapporto fra il commercio tradizionale e la grande distribuzione è ancora conflittuale?

Più che di conflitto fra commercio tradizionale e grande distribuzione, dovremmo parlare di sviluppo da commercio tradizionale a commercio moderno. Il commercio tradizionale subisce la concorrenza da molte forme distributive e non necessariamente di grande dimensione. Questo sviluppo si è ormai quasi completato nel comparto alimentare dove di fatto non esistono più i negozi tradizionali. Supermercati e discount coprono oggi il 90% della distribuzione alimentare. È nel settore alimentare che si sta giocando una battaglia intensa e che la crisi dei consumi sta rendendo sempre più difficile.

 

8) Secondo lei, visti i tempi difficili, il turismo potrebbe essere per la Sardegna un importante fattore di sviluppo economico e sociale?

Il turismo è indubbiamente uno dei comparti con maggiori potenzialità in Sardegna. Si rivolge ad un mercato potenzialmente mondiale. È il nostro settore veramente internazionalizzato. È in grado di attrarre consumi da paesi che oggi soffrono la crisi meno dell'Italia. Il turismo, inoltre, consente di offrire a viaggiatori di apprezzare non solo le nostre bellezze paesaggistiche ma anche i prodotti artigianali, eno-gastronomici e della manifattura, diventando così un potente mezzo di promozione ai fini dell'esportazione.

 

9) Qual è il suo punto di vista sul rapporto tra profit e non profit per lo sviluppo di progetti sociali e filantropici? Possono essere fattibili forme di partenariato per sostenere il terzo settore?

Direi che gli esempi sono tanti. Il settore economico è in grado di sostenere il no profit traendo e nel contempo stimolo per la sua capacità di fare mercato. È una simbiosi che deve essere stimolata. È proprio la nascita di forme di parternariato che possono rendere utile questo connubio, in particolare nel nostro territorio, in cui il terzo settore ha sempre dimostrato una particolare vitalità.

 

10) Cosa ci aspetta nell’immediato futuro?

Un contesto molto difficile in cui le azienda più deboli usciranno inevitabilmente dal mercato. Tuttavia questa minaccia, come sempre succede nei periodi di crisi, apre opportunità per chi ha la capacità, la voglia e l'intuizione di percorrere nuove strade e intraprendere nuove sfide. Fra tutte la proposta, quella che più mi piace sottolineare è legata alla capacità delle nostre imprese di collaborare fra di loro mettendo in comune il sapere e le risorse per affrontare un mondo che in tanti paesi sta crescendo a ritmi molto elevati. Dobbiamo armarci per andare alla ricerca di nuovi mercati. Il mondo che abbiamo visto fino ad oggi non tornerà più.

 

Simone Tatti

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Simone Tatti
Author: Simone Tatti
Giornalista, data analyst e performance strategist per aziende, istituzioni e privati che hanno bisogno di implementare il proprio business e costruire un’immagine positiva mediante comunicazione tradizionale e digitale. Economista di formazione, con master in sviluppo territoriale e gestione d’impresa mi appassiono al mondo dei media dopo aver vinto il primo concorso universitario Heineken – Ichnusa in “Marketing e Comunicazione”. Scrivo con costanza da circa nove anni su testate giornalistiche off e online prediligendo la produzione di reportage e articoli di analisi statistico/economica. Per amore verso la mia terra, fondo www.focusardegna.com. Ho curato l’immagine e la comunicazione di progetti di destinazione turistica (i.e. Distretto Culturale del Nuorese e Sardinia East Land | destinazione globale Nuorese Ogliastra) e la gestione dei canali social di affermati mass media (Unione Sarda, Videolina e Radiolina). Di recente anche startupper.

Per sapere altro su me o quel che faccio, visita il mio sito www.simonetatti.it.

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