Mettete una tappa casuale, un messaggio con localizzazione su un social network, un’addetta stampa sempre presente, una Milano afosa di inizio luglio e l’incontro, inaspettato, con un ragazzo e il suo sogno che, in meno di un mese, sta facendo parlare di sè in maniera esponenziale. Stefano Cucca, partito l’8 giugno da Sorso al suono della tromba di Paolo Fresu, dopo oltre tremila chilometri sulla sua bicicletta, una serie di interessanti incontri e l’inizio della raccolta delle storie di vita sostenibili, sceglie di passare per Milano per raccontare le svolte e i progetti della grande metropoli lombarda.

Fa spallucce, Stefano, parlando di sé e del progetto Rumundu, delle tante persone che lo riconoscono per strada e di quanti l’abbiano già contattato per incontrarlo nelle prossime tappe intorno al mondo. Un’impresa ardua la sua, affrontata con un sorriso e spontaneità e un sogno che, da personale, sta diventando, sempre più, quello di una comunità che vede in Rumundu una sfida per un futuro migliore e per trovare, sempre, la forza di realizzare i propri sogni.

Quella di Milano non rientrava nelle tue tappe ma si è trattato di una casualità. Come mai la scelta di far visita al capoluogo lombardo?

Arrivo a Milano dopo esser partito da circa 37 giorni e aver percorso circa 3300 km. Questa è la mia 40esima tappa! Ho attraversato, dopo la Sardegna, Sicilia, Calabria, Campania, Basilicata, Toscana, Lazio ed  Emilia. Proseguirò verso Torino per poi ripassare da Milano per risalire a Friburgo passando da Como dove ci sono meno salite. Inizialmente Milano non era una delle tappe previste ma lo è diventata per una ragione: penso sia importante dar forza e spazio a realtà sostenibili presenti nelle grandi città, come Milano, per esempio, dove la loro presenza non è semplice come avviene nelle realtà delle campagne dove, per definizione, è facile essere sostenibili!  Arrivi in questa Milano famosa per essere grigia e caotica e in realtà lo è meno di quanto si possa pensare. Se si arriva nella metropoli passando dalla tangenziale si vede molto traffico ma se si arriva invece in bicicletta da Lodi si vedono ettari di terreno coltivato e tantissimi chilometri di campi.

Negli ultimi anni, soprattutto in vista dell’Expo del 2015, Milano ha avviato diverse attività nel settore della sostenibilità. Hai già avuto modo di conoscerle?

Proprio oggi i membri della giunta comunale mi hanno parlato dei nuovi progetti di mobilità urbana e mi hanno invitato a visitare un centro dove si lavora moltissimo sulle iniziative sostenibili. Domani incontrerò altre realtà sostenibili sui centri d’acquisto e scoprirò gli orti sociali di Milano. Ci sono attività importanti. Milano si sta adeguando ed è molto meno caotica di tante altre città. Al primo posto metto sicuramente Roma!

E a proposito di città caotiche, nel tuo diario di viaggio citi anche il caso di Napoli.

Allora, su quel post ci sono stati pareri discordanti: i napoletani che hanno letto il mio racconto sono rimasti entusiasti dicendo che effettivamente io ho fatto emergere la Napoli buona soprattutto perché ho riportato una cosa sulla fiducia: quando vai al ristorante, alla cassa ti chiedono “cosa hai chiesto?” e questo è un segno di grande fiducia nei confronti del cliente e molti dei lettori ne  sono rimasti colpiti. Non penso di averne parlato né bene né male. Ho raccontato Napoli così come è, nei suoi punti positivi e in quelli negativi.

La positività, di fatto, sta alla base del tuo progetto.

Assolutamente. Quello che mi piace è il fatto che molte persone vedano in questo progetto solo aspetti positivi. Siamo bombardati da notizie e cronache che aumentano il livello di stress ed è bene dare il giusto risalto a realtà e persone che cercano di  fare qualcosa di positivo attraverso un loro contributo.

Che dicono le persone vedendoti arrivare? In quanti, tra coloro che hai incontrato, conoscevano già Rumundu?

Qualche giorno fa ero a Reggio: mangiavo un’insalata e avevo parcheggiato la bici davanti a me. A un tratto passa una coppia con una bambina e il marito fa: “Ma…questo è Cucca, Rumundu!”. Sono venuti a salutarmi, mi hanno chiesto di poter fare una foto e mi hanno offerto ospitalità per la notte. Ho poi proseguito verso Parma, quindi non ho potuto accettare il loro invito ma è stato emozionante! A Napoli mi hanno fatto grandi feste! Di fatto questo è accaduto ovunque: bella accoglienza e grande disponibilità a mettersi a disposizione per qualsiasi cosa!

Immagino quali accoglienze ti abbiano riservato in Sardegna!

In Sardegna è stato eccessivo, in maniera positiva, ovviamente! Non ero abituato! Mi hanno fatto aprire consigli comunali, tutte le persone che incontravo per strada mi fermavano e mi riconoscevano. Io dico sempre che nella vita il mio obiettivo non è né diventare famoso né ricco! Io voglio una vita tranquilla, con la mia casa in legno, le mie galline. Qualcuno a Milano mi ha detto che su un punto ho fallito: forse sono già famoso. Non ho idea di cosa accadrà quando tornerò in Sardegna. Magari non lo dirò a nessuno… (ride, ndrimmagini? A me le cose scontate non piacciono, non fanno proprio per me.

La tua non è sicuramente un’impresa semplice. Stai incontrando delle difficoltà?

Difficoltà è un termine molto relativo. Di base sono sempre stato abituato ad adattarmi. Per me non rappresenta una difficoltà passare la notte a dormire in una tenda in mezzo al nulla. Ci sono tappe prefissate dove so che ci sono delle persone ad aspettarmi e altre dove decido di pedalare tutto il giorno e mi fermo a dormire quando sta tramontando il sole. Per me non è una difficoltà. Dal punto di vista fisico, avendo iniziato il progetto senza essere allenato, sto entrando in forma ora quindi più vado avanti più diventa semplice. Va detto che ho sempre fatto molto sport e dieci mesi fa ho fatto il mio Ironman in Canada (la gara più lunga e famosa del triathlon, necessita di una grande resistenza fisica e preparazione dato che si svolge nell’ arco di una intera giornata. ndr)

Parliamo delle storie che andranno a comporre il tuo viaggio intorno al mondo: come le scegli e come avvengono i contatti?

Il mio obiettivo è quello di dar risalto ad iniziative sostenibili ma devo considerare che durante il giorno devo pedalare, mangiare e gestire eventuali imprevisti, non sempre è semplice trovare l’incastro giusto! Oppure, capita che lungo quel tracciato non ci sia molto da raccontare. Questo ovviamente l’avevo considerato. Solitamente sono le diverse realtà a contattarmi e, in particolar modo, sono i cittadini che segnalano il mio progetto alle relative pubbliche amministrazioni che successivamente mi contattano.

Al momento qual è la storia che si avvicina maggiormente al progetto  Rumundu?

Per ora la storia più bella è quella su Permacultura e armonia di Emanuela, di “Mani nella Terra” ambientata in un’oasi di pace sotto lo sguardo del castello di Nerola nell’incantevole Sabina che ho già raccontato sul sito. Non è facile scrivere con addosso la fatica e, per di più io vengo dall’ economia, non dalla scrittura! Ma questo, secondo me, è il primo vero pezzo Rumundu!

Ho visto un registratore nella tua borsa… utilizzi quello di solito?

Per ora non l’ho mai usato! Se l' avessi usato nell'incontro con Emanuela non sarei riuscito ad entrare in maniera così profonda nella sua filosofia. Quindi, quello che mi ricordo, scrivo!

Con la tua formazione da economista ti avrei immaginato molto metodico, del tipo: pedalo, intervisto, scrivo…

(ride, ndr) In realtà il mio progetto è l’opposto! Se stasera mi trovo bene a Milano rimango anche domani, senza cose prefissate. In un articolo recentemente pubblicato sulla Stampa il giornalista dice che nel mio bigliettino da visita dovrei scrivere: “sognatore pragmatico”. In effetti è così: se sei solo sognatore parti pieno di entusiasmo ma ti fermi alle prime difficoltà. Mi è capitato di passare ore sotto la pioggia senza scompormi! So che quando sei in bicicletta e piove l’unica cosa da fare è continuare a pedalare tenendo la temperatura corporea costante. Smetti di pedalare, ti asciughi e sei pronto per ripartire!

Pensi di tornare alla tua vita precedente dopo Rumundu?

La mia vita precedente era già molto Rumundu. Dieci mesi fa ero negli Stati Uniti per seguire una business school di economia, poi sono andato in Canada per l’Ironman e, ancora, son finito per caso alle Hawaii e dormivo in spiaggia! Per me non c’è nulla di strano in tutto quello che faccio. Ho viaggiato tantissimo per lavoro, passione, turismo. Per esempio, ho girato l’Australia con un furgoncino, l’Europa in macchina, l’Egitto fino a 50 km da Abu Simbel in mille modi, usando bicicletta, autostop… E pensare che ho iniziato a viaggiare per lavoro a 17 anni, quando lavoravo in Svizzera e dal quel momento i miei occhi hanno girato l’Europa, il Brasile, l’America Latina, l’Australia, gli Usa, il Canada, l’Egitto…e ora, con Rumundu sto contribuendo ad aggiungere puntini sul mio mappamondo! Mi mancherà la Cina ma, magari, penserò a un altro progetto!

Hai un anno di tempo per pensarci. E, come tanti, anche io sono curiosa di incontrarti tra un anno per vedere il cambiamento e sentire le tue parole.

Una delle cose che mi piace molto è volare: magari un giorno prenderò un ultraleggero e farò qualcosa su di quello…chi lo sa! Comunque secondo me non cambierò molto: sarò sicuramente più ricco dentro.

Cosa c’è nella valigia di Rumundu? Immagino che nel corso del tuo viaggio in tanti vorranno farti dei regali: dove li metterai?

Con me ho pochissimo: quattro borse, due dietro e due davanti; un paio di scarpe, due paia di calze, due pantaloncini, due magliette, una felpa, un felpone e un antipioggia. Basta. E poi, cellulare,  pannello solare, delle medicine che mi ha regalato una amica e il kit del primo soccorso che mi hanno regalato l’altro ieri a Firenze. I regali solitamente li scambio e questa è la prima cosa che dico a chi mi fa un dono. D’altra parte, dove li potrei mettere? Lo scambio, per la condivisione, per la rete è molto bello; un concetto semplice che rende bene. E poi…sai che mi rendo conto che faccio sempre spallucce? Da poco una giornalista ha scritto un articolo partendo proprio da questo!

E’ vero. Lo fai per banalizzare o in fondo sei un timido?

Non so se sia un tendere a banalizzare… per dirti, mi sono fatto l’assicurazione per il rientro della salma in Italia e questa non è la cosa più felice del mondo ma quando lo racconto faccio ugualmente spallucce! È un mio cercare di ammorbidire la cosa: ho la consapevolezza che rischio di lasciarci le penne ma sto facendo una cosa che mi piace tantissimo. Pensa che mentre scendevo gli appennini, urlavo! E un segno di libertà immenso! Mi dici: “sei stressato?”  Non penso? “Teso?” No. “Ti preoccupi perché non trovi niente?” Non vedo le cose in maniera estrema ma come una sequenza azione-reazione: io sto realizzando un sogno: magari domani ne avrò un altro. Ho sempre avuto la fortuna, o meglio, mi sono preso il lusso di scegliere ciò che faccio e tra queste cose ci sono tanti sogni. Mi rendo conto che le persone che parlano con me cercano di guardarmi come per capire tipo: ma questo è matto? Anche tu, sicuramente stai riflettendo su questo.

Non penso che tu sia un pazzo ma, piuttosto, che sia una persona che ha avuto il coraggio di portare avanti un sogno, in maniera pragmatica, guardando alla realtà. E di far sì, al contempo, che in tanti vedano in Rumundu un loro sogno da realizzare, un progetto da vivere. Alla fine non pensi che il progetto di Cucca sarà il progetto di tanti?

Vero. Ognuno dentro il mio progetto ci vede qualcosa. Un ragazzo ieri mi ha raccontato di aver sostenuto l’esame di tributario e aver utilizzato la definizione di cooperative che qualche giorno prima avevo dato sul mio sito! Era un post su  cooperative ed equità sociale, un tema che mi appassiona molto. Un’altra persona mi scrive che nel mio progetto vede un insegnamento e un messaggio forte e chiaro. Aggiunge che esorto le persone a sognare.

Questo mi fa ben sperare nel futuro e spero che tutto questo contribuirà alla formazione di nuove coscienze sostenibili.

Stefano, non ci resta che augurarti buon viaggio e farti un grande "in bocca al lupo" da tutti noi di Focusardegna!

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Mariella Cortes

 

Autore dell'articolo
Mariella Cortes
Author: Mariella Cortes
Curiosa per natura, alla perenne ricerca di luoghi da scoprire, persone da raccontare e storie da ritrovare. Giornalista dal 2004 per carta, televisione, radio e web, lavoro a Milano come formatrice per aziende e professionisti e come consulente di marketing e comunicazione. FocuSardegna è il filo rosso che mi lega alle mie radici, alla mia terra che, anche nei suoi silenzi, ha sempre qualcosa da dire. Mi trovi anche su: www.mariellacortes.com
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