Dopo due anni di inviti, finalmente son riuscito ad andare anche ad Orune per fotografare una festa paesana. Gia' domenica scorsa a Nuoro, al Redentore, diverse persone di Orune mi avevano invitato alla festa de Su Carminu, quasi dispiaciute mi dicevano "da noi non sei mai venuto". Ero reduce da alcuni giorni pienissimi e stancanti ma alla fine son riuscito ad arrivare. A Orune, e di Orune, e' inutile negarlo, non se ne parla proprio benissimo. E chi se ne frega, io ci vado lo stesso, vediamo com'e' questo paesotto appeso a 750 metri s.l.m. dove il mare lo vedi e dove vedi le punte del Corrasi dietro l'Ortobene.

Arrivo e parcheggio e l'ostilita' in effetti la noto gia', trovo Antonella sull'uscio di casa che mi minaccia di farle una foto decente!Vado verso la chiesa, devo attraversare tutto il corso, trovo alcune persone che con un minacciosissimo sorriso stampato in faccia mi salutano calorosamente. Per strada c'e' anche un ragazzotto armato di macchina fotografica, proprio come me, ha mezzo sangue orunese e la residenza in Toscana. Anche lui mi segue su facebook e mi da due dritte per la processione. Proprio un tipo pericoloso, non mi fido di lui!!!

Arrivo in chiesa e ci scappa qualche scatto, arriva anche Caterina che mi saluta anche lei con quel sorrisone che fa proprio paura!!! Inizia la processione, affacciate alle finestre trovi tante donne anziane che con sguardo serio e fiero ti osservano e ti mettono in soggezione, d'altronde in mano ho una macchina fotografica, proprio come il ragazzotto di prima, anche io sono armato come lui. Da queste parti le macchine fotografiche potrebbero essere considerate pericolose, alla fine potrebbero essere capaci di rubare l'anima attraverso uno scatto. Care Signore, state tranquille, non mi permetterei mai di fotografarvi. Io qua non son mai stato, mica devo iniziare col piede sbagliato.

La processione intanto scorre veloce tra le vie del paese, passano cinquanta, sessanta, settanta o forse piu' cavalli e alla fine vedo anche Giuliana, beh, lei e' la piu' pericolosa di Orune, due anni che mi invita e io che ancora non sono andato da Lei, da Loro. Passa la banda musicale, in quel momento e' in silenzio e delle Donne anziane quasi si infastidiscono, con quell'aria fiera e severa chiedono che suonino. La banda suona e loro sorridono. Nelle vie di Orune la banda porta la musica in un giorno di festa, quella festa dedicata alla Beata Vergine del Carmelo, e allora che festa sia, per stare in silenzio potevano rimanere a casa!!!

Poi passano i ragazzi dei gruppi folk di Gadoni, di Meana Sardo, di Chiaramonti e infine loro...gli abiti tradizionali di Orune. Ma quanti sono!? Forse cento, centocinquanta, e' uno spettacolo! Tra loro sorrisi vestiti a festa e qualche sorriso anche per me, mi hanno riconosciuto!!

E tra tutto questo cosa succede? Delle Donne escono con cesta piene di petali e lanciano questi pericolosissimi proiettili verso le persone in abito tradizionale facendo in modo che l'aria si colori di fiori e a tutti dicono "auguri, a chent'annos!" Ma e' bellissimo!!! Sinceramente mi sono emozionato.

Continuo a vivere la mia giornata, perdo i cavalli e mi ritrovo perso in mezzo alla strada. Qua, come in diversi paesi della Sardegna, sappiamo che il muro dell'omerta' non e' mai stato abbattuto. A qualche metro da me sento "e' Matteo Setzu. Si, e' proprio Matteo Setzu". Mi avvicino a quei ragazzi e stringo loro la mano, gli faccio alcune domande a bruciapelo, manco fossi un magistrato. Son riuscito a farli parlare, mi hanno detto tutto quello che volevo sapere e mi hanno dao i suggerimenti su come ritrovare la processione. Mi ero perso al centro di quella strada. Nel mentre, con aria gentilmente minacciosa mi dicono "ti invitiamo qualcosa?" Rifiuto e con un sorriso ci salutiamo.

La processione va avanti cosi, qualche saluto, l'arrivo in chiesa, la birretta con i ragazzi di Gadoni e Meana e poi, poi quella vendetta che e' un piatto che va servito freddo. E si, perche' ad aspettarmi ci sono Giuliana e famiglia. E io che pensavo di andare al camerone dove tutto il paese si ritrova a pranzo. E allora faccio quello che non dovevo fare, mi presento a casa loro a mani vuote, mi son trovato impreparato. Dopo degli ottimi antipasti ecco che arriva la Vendetta! Tre abbondantissime porzioni di pasta al forno servite col cuore. E io cosa faccio!? Me le mangio, in silenzio, senza dire nulla, sono ospite!!! Certo, voi ora starete pensando cosa ci sia di strano e vendicativo in tutto cio'!?

Beh, io non mangio pasta al forno!!  Ma quella pasta al forno era fatta col cuore e mi volevano far sentire come a casa, e come a casa mi son sentito. Poi quando l'ho raccontato a mia madre, e' rimasta due ore ridendo. Ma non finisce qui, perche' dopo un dopo pranzo tranquillo me ne vado, torno in paese, un po' pentito per non esser rimasto sino alla fine della festa, ma contento per aver conosciuto una nuova festa. Dispiaciuto per non aver salutato Caterina, e altre persone di Orune che mi avevano invitato alla loro festa. Tornero', sicuramente per Cortes dove Caterina presentera' il suo libro, quel libro che avra' come copertina una mia foto.

E poi col permesso di voi Orunesi tornero' per altre feste, perche' ho una vendetta da consumare anche io, ovvero quella di cercare di fotografare la vostra storia e le vostre tradizioni anche in futuro. Perche' Orune ha il suo volto sorridente, come tutti i paesi della Sardegna. Gratzias de coru a totus osatrus po cumenti m'eis arriciu.
Atrus annus mellus.
Anzi "Auguri! A Chentos!!!"