-Mariella Cortes*-

 

Le lacrime dei lavoratori e i sorrisi dei giovani. Quanta forza può avere la visita di un Papa in Sardegna?

La testimonianza d’affetto del 22 settembre nei confronti di Papa Francesco, ha superato nettamente ogni aspettativa. Una calda giornata autunnale, carica di parole di confronto, speranza, sorrisi, lacrime -tante- che giunge in uno dei momenti più tragici per la Sardegna. Un tasso di disoccupazione giovanile che ha raggiunto livelli preoccupanti, la crisi dell’industria, del settore agricolo e una nuova e ampia emigrazione e fuga di cervelli caratterizzano, purtroppo, la Sardegna del pontificato di Bergoglio. Un momento di crisi, dove lasciarsi prendere dallo sconforto e dalla “dea lamentela”  rappresenta un vicolo cieco e dove, invece, deve prevalere lo spirito del fare. Parla a braccio Papa Francesco, guardando negli occhi le persone, ascoltando le loro parole e, soprattutto, le loro difficoltà; mette da parte i discorsi su carta e parla con il cuore. Ricorda la sua storia di famiglia, quella di emigrati italiani che, come tanti, partirono a cercare l’America e soffrirono la terribile crisi del Trenta. Questo mentre dalla folla si sente urlare “Lavoro!Lavoro!”. Nel 1843, durante il suo viaggio nell’Isola, Carlo Alberto venne  salutato dal grido “Pane e giustizia”, anziché dalla solita acclamazione “Viva il re!”. Si trattava di un grido di rabbia, rivolto a una istituzione assente e mal curante.

Quello che abbiamo sentito a Cagliari era un grido di speranza e fede profonda nei confronti di un uomo dal grande carisma che ha sottolineato di non venire  come “un impiegato della chiesa venuto a dire qualche bella parola di passaggio” ma come un figlio di emigrati, un pastore che vuol trasmettere coraggio e ribadire il coraggio di lottare per il lavoro.Quella che si è manifestata davanti a Papa Francesco che prega la Madonna di Bonaria per l’Isola e per il lavoro, è una Sardegna unita in tutte le sue sfumature e diversità, senza campanilismi, invidie, lamentele e fratture.

 

Questo bagno di folla e la sensazione di esser stati – a giusto dire – “scelti” da un Papa decisamente fuori dagli schemi per quella che è di fatto la prima visita istituzionale, oltre ad aver riacceso i riflettori sulla difficile situazione della Sardegna, le ha ridato forza, vigore, speranza. Sarà per quei suoi modi di fare così “normali”, per quel suo sentirsi a casa ovunque vada e scherzare con la vivacità di un amico, per l’avere usato il sardo per aprire e chiudere l’omelia a Bonaria, di fatto Bergoglio ha conquistato letteralmente il popolo sardo che ha dedicato una accoglienza che non si dimenticherà facilmente.

E siamo sicuri che questo entusiasmo e questa ventata di speranza non si spegneranno con il tramonto di una bella giornata. Quella che abbiamo visto noi di Focusardegna è la Sardegna che vuole crescere, che vuole lottare per quel lavoro che dà dignità (“una società che non dà lavoro è ingiusta- ha detto Papa Francesco), che vuole “prendere il largo” e gettare ancora le sue reti, con uno spirito costruttivo. “A nos torrare a bidere”, Papa Francesco. 

 

*FocuSardegna

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Mariella Cortes
Author: Mariella Cortes
Curiosa per natura, alla perenne ricerca di luoghi da scoprire, persone da raccontare e storie da ritrovare. Giornalista dal 2004 per carta, televisione, radio e web, lavoro a Milano come formatrice per aziende e professionisti e come consulente di marketing e comunicazione. FocuSardegna è il filo rosso che mi lega alle mie radici, alla mia terra che, anche nei suoi silenzi, ha sempre qualcosa da dire. Mi trovi anche su: www.mariellacortes.com
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