Termine designante un nucleo di genti attestate tra i cosiddetti Popoli del Mare i quali sconvolsero, approfittando di un grave periodo di crisi che investì tutto il Mediterraneo orientale, gli assetti politici dei maggiori stati e potentati degli ultimi anni del XIII sec. a.C., specialmente in Egitto e nella costa siro-palestinese. Nella storia degli studi il termine è stato spesso relazionato con le antiche popolazioni della Sardegna nuragica sulla base di una presunta omofonia con la denominazione fenicia dell’isola Srdn come appare nella stele di Nora.

Nella stessa direzione si sono mossi i vari tentativi di accostamento delle rappresentazioni dei templi egiziani con i guerrieri espressi dalla bronzistica nuragica. Al di là di ogni ipotetica identificazione basata su intuizioni difficilmente dimostrabili, i dati acquisiti allo stato attuale delle ricerche non consentono una completa ricostruzione storica di un quadro unitario. Recenti scoperte di documenti in lingua accadica hanno consentito, diversamente dalla trascrizione geroglifica, la vocalizzazione del termine in Sherdana. Le attestazioni di genti Sherdana coprono un arco cronologico esteso dai primi decenni del XIV al XII sec. a.C.

Le lettere di corrispondenza da Tell El-Amarna, l’antica Akhetaton del faraone Amenhotep IV, riportano le comunicazioni del vassallo Rib-Addi di Biblo, al cui servizio vengono annoverati per la prima volta gli Sherdana. Ancora nella battaglia di Qadesh, un contingente di Sherdana risulta schierato al fianco dell’esercito egiziano retto da Ramesse II, mentre alcuni dei successivi “Popoli del Mare” di possibile origine anatolica ed egea si trovano schierati col re ittita Muwatalli: di tale evento rimane taccia nei rilievi di Luxor e Abido. Nell’ultimo quarto del XIII sec. a.C. il faraone Merneptah dovette fronteggiare l’avanzata delle popolazioni libiche coadiuvate da Sherdana, Teresh, Shekelesh e altri, come si evince dai rilievi e dalle iscrizioni di Karnak e Athribis. Al tempo del faraone Ramesse III, nei primi decenni del XII sec. a.C., si ebbero infine i tragici combattimenti contro la grande coalizione dei “Popoli del Mare” che si risolsero con la vittoria egiziana raffigurata nei rilievi dell’edificio templare di Medinet Habu.

Non è agevole stabilire le modalità secondo le quali alcuni Sherdana furono fatti prigionieri e/o inquadrati militarmente in seno alla società egizia. Infatti, anche grazie ad alcune importanti testimonianze letterarie, quali il papiro Harris e Wilbour, si desume il successivo asservimento di alcuni Sherdana sotto il pieno controllo egizio, mentre per altri è documentato lo stanziamento in area palestinese. Appare evidente, in primo luogo, come le genti Sherdana siano già costituite e definite prima ancora di venire annoverate tra le fila dei Popoli del Mare. Sul piano letterale andrebbe inoltre sfumato il valore “geografico” da attribuire all’espressione di “Popoli del Mare” che nella lingua e nell’immaginario egiziano dovette indicare piuttosto una certa familiarità col mare e le correlate attività, tra le quali il commercio e la pirateria svolsero indubbiamente un ruolo importante. A questo proposito è stato affermato che le tragiche rappresentazioni del tempio di Medinet Habu non registrano acriticamente l’evento storico ma rispondono piuttosto a intenti autocelebrativi e motivazioni di ordine politico. D'altronde l’azione e le manovre militari dei Popoli del Mare e degli Sherdana in particolare non presentano quel carattere di unitarietà e programmazione che presupporrebbe, invece, un disegno organico opportunamente prestabilito.

Lo stesso raggio d’azione degli Sherdana pare notevolmente allargato sia nella dimensione geografica che diacronica. Sembrerebbe desumibile, infine, una certa autonomia di manovra in relazione al fatto che sono gli unici tra i Popoli del Mare a trovarsi schierati anche contemporaneamente su più fronti opposti, fatto che potrebbe attenuare l’ipotesi della sola appartenenza ad un corpo militare rigidamente disciplinato, in favore di un legame etnico che potrebbe giustificare differenti scelte di campo. Tanto più che si ha notizia di Sherdana catturati in battaglia da altri Sherdana. Sul piano archeologico, se non sussistono argomenti decisivi a favore dell’identificazione con le popolazioni della Sardegna, è pur vero che recenti scoperte e vecchie acquisizioni contribuiscono in modo sostanziale almeno ad abbandonare definitivamente l’impressione di una cultura lontana dal mare e non avvezza alla navigazione. La rete delle relazioni internazionali è delineata dalla presenza di ceramica micenea in diversi siti della Sardegna e dalle testimonianze di cultura filistea restituite da Neapolis e Sant’Imbenia che inducono a riflettere ulteriormente sui rinvenimenti di elementi della cultura materiale nuragica a Creta, nelle Lipari e, recentemente, nel sud della penisola iberica (Huelva).

A cura del Prof. Attilio Mastino

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Note: La s di sdrp andrà apicata