Celes(itani)  popolo non urbanizzato della Barbaria (Barbagia) sarda, compreso all’interno di un’organizzazione, quella delle civitates Barbariae (CIL XIV 2954) articolata in aggregati cantonali. I diversi <<cantoni>> erano dotati di una qualche struttura politico-sociale, probabilmente ereditata dalla gestione amministrativa di epoca nuragica. I Celes(itani) sono noti attraverso un cippo terminale (di confine) in granito rinvenuto presso la fonte di Turunele di Fonni (antica Sorabile) (CIL X 7889).

Il cippo presenta ciascuna delle facce inscritta con l’etnico di due diverse civitates sarde: da una parte i Celes(itani) e dall’altra i Cusin(itani) che il Mommsen identificò rispettivamente con i Celsitanoi e i Kounousitanoi enumerati dal geografo Tolomeo tra i populi della Sardinia. Piero Meloni ha però fatto notare, sulla base dei dati tolemaici, la distanza geografica intercorrente tra le due entità etniche ed amministrative, che sarebbero dunque diverse da quelle citate dal cippo di Fonni, al contrario territorialmente contigue. Il territorio abitato dai Celes(itani) si estendeva a partire dalla fonte di Turunele di Fonni verso occidente nei territori del Barigadu e del Mandrolisai mentre quello dei Cusin(itani) verso oriente, anche se in questo caso, allo stato attuale della documentazione, non è possibile avanzare un’ipotesi di localizzazione maggiormente precisa. I territori dell’attuale Barigadu e del Mandrolisai e dunque dell’estrema fascia sud-occidentale della Barbaria,nel corso del I e del II secolo d.C., dovettero essere interessati da assegnazioni di terre da parte dell’autorità romana, che riguardarono principalmente la gens Valeria, che risulta essere quella maggiormente attestata in quest’area. In questo senso è indicativa l’attestazione (iscrizione funeraria da Cagliari ELSard. p. 616-617 E3) di una donna Valeriae L(a)urenti (filiae) Caelesitan(a)e, incola (domiciliata) di Carales, il cui cognome di matrice etnica si collega alla civitas di origine, quella dei Celesitanorum.  

A cura del Prof. Attilio Mastino