In paese dicevano che era una "bruscia", una "maghiarza", una strega insomma. Non era sposata, viveva con una sorella, aveva i capelli bianchi e uno sguardo selvatico.

Quando veniva agli incontri dove si raccoglievano storie, canti, tradizioni del paese, lei si sedeva da parte. Non parlava mai, ascoltava poi spariva come un ombra. Così fece per molti incontri, mentre le altre donne raccontavano e cantavano antiche nenie e canzoni.

Un giorno, credo a causa di un funerale, le donne non vennero all'incontro, venne solo lei ed eravamo soli con il nostro registratore. Lei aveva fiducia in me, parlava in sardo naturalmente e alla fine - nonostante la sua ritrosia - la convinsi a cantare, o meglio, a "lamentare" perchè si trattava di un “attitu”. S'attitu si cantava per esprimere il dolore per il defunto. 



Io chiusi gli occhi. In un attimo, quel canto - che non riuscirò mai a descrivere - mi rapì ed ebbi l'impressione di essere cullato dalla risacca, dalle onde carezzevoli del mare. Quel canto era di una bellezza struggente, era una ruvida e nel contempo dolcissima nenia.

Parlava di un giovinetto deceduto in qualche guerra o faida, ma, se questo era il tema, ce n'era un altro, molto più importante che mi fece capire che in un certo senso le altre donne avevano ragione. La donna dallo sguardo selvatico e sfuggente era davvero una "maghiarza" una strega, una fattucchiera. Col solo suono ipnotico della sua voce riusciva a riportarti indietro nel tempo e a riconsegnarti allo spirito dei tuoi avi, agli angeli o demoni del passato.

Riusciva a farti immergere in una Sardegna misteriosa e profonda, evocata dalle dolenti poesie di Sebastiano Satta. Fu un esperienza, un viaggio, che mi aveva provocato un'impressione profonda che non ho mai dimenticato.

Ero stato consegnato nelle sfere di una Sardegna remota, ancestrale e ne avevo udito il respiro e la voce. Al canto seguì il silenzio, un mio grazie e un timido suo «buonasera». Non tornò mai più. Seppi qualche anno dopo che era morta e che al suo funerale c'era pochissima gente.

Il registratore naturalmente era rimasto spento.