*Di Alberto Marceddu

Il 5 gennaio 2021, dopo anni di inerzia, è stata pubblicata dalla Sogin S.p.A. la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee ad accogliere il Deposito Nazionale per rifiuti radioattivi. Su 67 siti potenzialmente idonei, ben 14 si trovano in Sardegna, distribuiti in larga parte tra Marmilla, Sarcidano e Trexenta e Campidano di Oristano: Albagiara, Assolo, Genuri, Gergei, Guasila, Las Plassas, Mandas, Mogorella, Nuragus, Nurri, Ortacesus, Pauli Arbarei, Segariu, Setzu, Siapiccia, Siurgus Donigala, Tuili, Turri, Usellus, Ussaramanna, Villa Sant’Antonio e Villamar sono i comuni ad oggi interessati.

Foto di Emanuele Perra

Il 10 Gennaio nasce in Marmilla il Comitato spontaneo Storie NoScorie, dalla volontà di cittadini/e, attori attivi sul territorio, realtà imprenditoriali e culturali che credono e investono nei propri luoghi per un presente ed un futuro sostenibile. 

Il Comitato ha come scopo quello d’essere supporto per enti locali e RAS nel prestare un servizo volontario, gratuito e professionale, all'elaborazione di un documento da inviare entro il 5 Marzo 2021, nel quale illustreremo osserazioni e motivazioni per le quali riteniamo che la Sardegna non sia idonea ad ospitare il Deposito Nazionale di rifiuti radioattivi ed il Parco Tecnologico.

Il 26 Gennaio lo stesso comitato ha provveduto ad inviare ad ogni singolo comune ed alla Direzione Generale dell’Ambiente ed all’Assessorato della Difesa e dell’Ambiente , un documento preliminare così come da loro richiesto con prot. 0000074 del 05/01/2021, evidenziando le motivazini della nostra contrarietà politica e conseguentemente le nostre motivazioni che ci escluderebbero dal punto di vista tecnico, in riferimento a tutti i criteri di approfondimento citati all’interno della Guida Tecnica n°29 della CNAPI.

Foto di Emanuele Perra

Il comitato vuole essere ambasciatore di ogni singolo cittadino nonché protettore delle caratteristiche che contraddistinguono questa terra e questo popolo e soprattutto pioniere di una nuova possibilità per far emergere le esigenze e le volontà verso un modello di sviluppo economico diverso, nuovo e pulito.

Siamo nati in Sardegna e qui viviamo per scelta.

Una terra meravigliosa, ricca di potenzialità, ma al tempo stesso una terra in cui pervade il senso di solitudine e di impotenza, soprattutto verso scelte politiche distanti e completamente distaccate dai bisogni e dalle aspirazioni delle comunità. Sì, impotenza. Questo è il sentiment delle ultime settimane.

La pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), (che identifica 14 siti idonei ad accogliere il Deposito Nazionale per rifiuti radioattivi e la costruzione del Parco Tecnologico) ha prospettato il rischio che - per l’ennesima volta nella storia recente - non siano i sardi a decidere quale debba essere il futuro dei propri territori.

Eppure, nel merito della questione, le idee del popolo sardo sono chiare da tempo.

Già nel 2003, il Consiglio Regionale, ha dichiarato la Sardegna Territorio Denuclearizzato e precluso al transito ed alla presenza, anche transitoria, di materiali nucleari non prodotti nel territorio regionale. Nel referendum del 2011, il 97,13% dei votanti ha detto NO all’installazione di nuove centrali nucleari ed allo stoccaggio delle scorie radioattive.

Oltre alla chiara espressione democratica, intendiamo fare di più.

Vogliamo essere di supporto agli Enti locali ed alla Regione Sardegna, mediante l’elaborazione di un documento che contenga osservazioni, pareri, integrazioni; affinché la Sardegna non sia più identificabile come luogo idoneo ad ospitare rifiuti radioattivi ed il Parco Tecnologico.

  • Siamo un’isola, e dal punto di vista economico il trasporto dei rifiuti radioattivi presupporrebbe l’adeguamento delle infrastrutture marittime e terrene, i cui costi sarebbero elevati;
  • dal punto di vista ambientale paghiamo il prezzo di decenni di insediamenti industriali che ci hanno lasciato in eredità alti tassi d’inquinamento e di patologie, come ci conferma la classifica nazionale: siamo secondi in quanto ad aree SIN da bonificare;
  • abbiamo il 65% delle servitù militari dello Stato Italiano, con 35000 ettari di territorio militarizzato, i 3 poligoni più grandi di Europa ed un habitat marino e terreno che soffre sempre più il giocare a fare la guerra.

Foto di Emanuele Perra

Desideriamo e pretendiamo un cambio di passo, che abbia come presupposto essenziale la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio, della natura e della storia del popolo sardo. Intendiamo salvaguardare le 2700 specie vegetali autoctone e le 2000 varietà di interesse agronomico che ci rendono la seconda regione d’Italia. Nonostante, le 300 piante endemiche delle quali 200 esistono solo in Sardegna, siamo l’unica regione d’Italia a non possedere una legge a tutela e protezione della flora.

Desideriamo che la considerazione della politica verso le aree interne, venga ribaltata, e da luoghi marginali diventare elementi cruciali. Per la Marmilla, il Sarcidano, la Trexenta e per tutta l’isola sogniamo azioni che accompagnino le persone e le imprese verso un futuro diverso, verso un domani di sviluppo e progresso.

Sogniamo una Sardegna all’altezza del Green Deal Europeo, verso una nuova legge sul clima, verso un’economia moderna e competitiva che preservi i caratteri distinguibili della tipicità. Chiedersi quale Sardegna desideriamo è fondamentale ed  essenziale, per condurci successivamente ad una visione collettiva progettuale.

Per far si che questo avvenga, occorre un nuovo sguardo, una nuova visione, un progetto, abbiamo bisogno di abitanti e futuro per i nostri luoghi. Mostriamo, per questo, volontà ed interesse nel recupero delle 261.120 abitazioni vuote distribuite sul territorio regionale. Diciamo NO al piano Scorie - SI al piano RI-Abitativo, verso un rilancio dell’edilizia, verso un’isola che accolga. È di vitale importanza palesare e rendere pubblica la nostra insoddisfazione, poiché mediante il malcontento si raggiunge il progresso.

Le aree idonee identificate per accogliere rifiuti radioattivi non sono localizzate all’interno di un sistema industriale, tutt’altro. Si trovano in un contesto salubre, dove ci sono famiglie che gestiscono imprese, che puntano ad una produzione biologica, con prodotti di origine D.O.C. - D.O.P. - I.G.T.

Foto di Emanuele Perra

È evidente che non tutte le aree siano incontaminate, la miniera di Furtei rappresenta un caso lampante di distruzione del paesaggio e dell’ambiente. Beneficiamo di un paesaggio ricco di siti storici e culturali, esempi di patrimonio dell’UNESCO. Assieme a Barumini con Su Nuraxi vorremmo che tutta la civiltà nuragica e prenuragica diventi patrimonio materiale dell’umanità.

Non è bellezza in base al luogo, è bellezza in base alle persone che lo vivono con spirito propositivo e partecipativo.

Ed oggi siamo tutti chiamati a difenderlo ed a costruire un nuovo racconto ed una nuova prospettiva territoriale.

Vogliamo impegnarci per chiedere ai nostri governanti una politica in linea con l’Agenda Onu 2030, per uno sviluppo sostenibile, capace di valorizzare responsabilmente le risorse del territorio, di promuovere una reale e fattiva collaborazione tra le realtà territoriali, di sviluppare un racconto ed una governance comune ed unitaria tra i paesi.

Vogliamo politiche che valorizzino le risorse ed i talenti del territorio e che li invoglino a rimanere invece che espatriare. L’intento è di far sentire la nostra voce e le nostre proposte evitando in ogni modo che la Sardegna ospiti il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico. È un dovere di tutti difendere il nostro territorio e il futuro delle prossime generazioni.

Che Sardegna vorremmo per i nostri figli? Partiamo da questa domanda.

Non un deposito per 300 anni, bensì un luogo ricercato, invidiabile e sacro. Un luogo che sia manifesto per il mondo. 

 

Foto di Emanuele Perra

 

"Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti". (Cesare Pavese)


*Alberto Marceddu

Laureato in ingegneria meccanica presso l’università di Cagliari con esperienza all’estero nell’universidad de Leòn e studente in Viticoltura ed Enologia presso l’Università di Sassari –Consorzio Uno di Oristano – Già membro regionale dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO e di varie associazioni sul territorio regionale. Fondatore del progetto socio-culturale Teatrando a Corte. I suoi interessi spaziano dalla politica all’arte, dalla tutela delle minoranze culturali all’imprenditoria.


Articolo realizzato per il progetto "FocuSardegna a più voci"

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