La Sardegna è una terra che sorprende in continuazione ma senza dubbio ciò che appare straordinario sono le decine di migliaia di monumenti realizzati nel periodo compreso tra la civiltà Prenuragica (450.000 -1.800 a.C.) e Nuragica (1800 - 500 A.C) dei quali numerosi sono tuttora visibili, avvolti da quel velo di mistero e di enigma che è parte integrante dell’isola e dei suoi abitanti. Ancora oggi sotto gli occhi di tutti si presentano strutture in pietra di diverse forme, tra le quali spiccano le Tombe dei Giganti. Probabilmente esse rappresentano  l’evoluzione dei dolmens che subendo un allungamento avrebbero dato origine in seguito a delle tombe a corridoio uniche al mondo, ma che si possono accostare ad altre strutture megalitiche presenti in Europa tra le quali figurano le Allées Couvertes francesi, i Long Barrows britannici e i Gigantia di Malta. Finora sono stati scoperti circa 400 siti di queste fattezze e ad essi è attribuito principalmente un valore monumentale quali luoghi di sepoltura.

Tradizionalmente, come suggerisce il nome, si pensava ospitassero un unico corpo umano gigante. Tuttavia non sono mai state rinvenute ossa umane di tali dimensioni, ma più che altro si trattava di tombe per inumazioni plurime: alcune potevano contenere sino a 200 defunti e attualmente non si ha ancora la certezza se potevano essere  “fosse comuni” o tombe dedicate a persone di una certa importanza (eroi) per l’epoca. Molto spesso vengono attribuiti significati legati a cerimonie rituali che anticamente potevano avere una qualche funzione benefica per l’uomo, probabilmente di guarigione e purificazione.

 

SITI AD ALTA GEO-ENERGIA

Sotto la crosta terrestre scorrono energie telluriche e magnetiche che rendono il nostro pianeta un vero e proprio organismo vivente. Tali energie parrebbero concentrarsi maggiormente in alcuni luoghi, basi di impianto di monumenti sacri eretti in tutto il mondo che possono essere rilevati attraverso un’attenta ricerca: dalle piramidi egizie e messicane alle ziqqurat mesopotamiche, sino ai monumenti classici latini e greci dove sono state costruite chiese e cattedrali.

Ma come era possibile che l’uomo non disponendo della moderna tecnologia potesse stabilire la costruzione di un tempio in un luogo piuttosto che in un altro?

L’uomo che ci precedette, costretto ad una vita improntata sulla sopravvivenza, ricercava il diretto contatto con la natura: camminava scalzo, sentiva la terra sotto i piedi che lo sosteneva e gli offriva il cibo e tutto il suo fabbisogno. Respirava e ascoltava il vento. Considerava l’acqua una fonte primordiale e una divinità. La vita era basata sull’osservazione e sull’esperienza. Niente era lasciato al caso. Tutto doveva essere realizzato in armonia con i quattro elementi: terra, fuoco, aria, acqua strettamente correlati tra loro. Attraverso questa sensibilità acquisita decideva di edificare la propria dimora all’interno della natura e non sopra di essa. Oggi sappiamo che per costruire qualunque tipo di edificio era necessario che il luogo possedesse determinati requisiti e i metodi  di scelta erano differenti: alle volte cruenti, altre volte si preferivano i luoghi in cui riposavano gli animali. In altri casi venivano coinvolte persone dalle innate capacità sensoriali, i sacerdoti o sacerdotesse del villaggio,  in grado di percepire maggiormente questi centri di energia sulla Terra.

I templi così edificati diventavano luoghi di culto o il cosiddetto axis mundi (ombelico del mondo) nel quale vi era un’unione di più forze in grado di sostenere l’uomo nella vita terrena e fornire allo stesso tempo una via tracciata verso l’oltretomba. La maggior parte furono eretti proprio in siti con intense forze telluriche dove la terra emanava un certo tipo di vibrazione. Gli occidentali la chiamano energia, per gli orientali è prana, chi, ki, kundalini. Ma l’essenza è sempre la stessa.

Le costruzioni venivano orientate verso il sorgere o il tramontare del sole, oppure al suo zenit, o alle volte in corrispondenza di stelle e costellazioni di riferimento in quel determinato periodo storico e culturale. Avveniva dunque un matrimonio sacro tra l’energia del cielo e della terra, collegati continuamente attraverso i cicli di vita-morte-rinascita. Anche il fuoco e l’acqua contribuivano a rafforzare gli altri due elementi e tale ipotesi è avvalorata dalla presenza in Sardegna di numerosi pozzi sacri in corrispondenza delle tombe.

 

STRUTTURA TOMBE E CENNI STORICI

La struttura dominante delle Tombe dei Giganti, alla quale progressivamente furono applicate tecniche architettoniche utilizzate anche nella costruzione dei pozzi sacri e dei nuraghi, era costituita da una camera funeraria coperta, collegata attraverso un corridoio (allée couverte) ad una stele centrale avente una porta (che ricorda la “falsa porta” egizia) dalla quale si espandono a semicerchio una serie simmetrica di lastre ortostatiche con altezze discendenti, delimitando così una sorta di piazza (esedra) davanti alla tomba.

Viste dall’alto parrebbero rappresentare la testa di un toro, animale sacro adorato a quei tempi, simbolo di potenza e fertilità, considerato il partner della Dea Madre. La disposizione a semicerchio seguirebbe le linee energetiche della Terra così che le pietre catturerebbero questa energia e la convoglierebbero verso la stele, la pietra più alta per l’appunto, che svolgerebbe la funzione di accumulatore.

Le tombe sono dotate nella parte frontale di panche che anticamente potevano avere la funzione di accogliere gli uomini in un sonno profondo necessario per curare i propri mali, sotto la supervisione di un sacerdote o probabilmente di una sacerdotessa (essendo una società matriarcale) somigliante nel portamento alle statuette in bronzo rinvenute su tutto il territorio, che aveva appunto il compito di vegliare sui malati garantendo una durata sufficiente ad ottenere un sonno purificatore.

Autori classici come Aristotele, Tertulliano e Simplicio riferiscono l’usanza di passare lunghe ore di sonno lungo l’emiciclo esterno, ma l’informazione più importante che ci perviene, sempre da Aristotele, si ricollega “all’abitudine che avevano i sardi di recarsi presso le eterne dimore dove giacciono i corpi incorrotti dei loro eroi per curare e loro mali: disturbi ossessivi, visioni e possessioni di anime malvagie.” Il filosofo parla del rito dell’incubatio o incubazione ricollegabile al rituale greco secondo cui durante il sonno, della durata di cinque giorni e cinque notti, l’anima del dormiente abbandona il corpo consentendo agli spiriti degli avi o alle divinità di pervenire ad esso, curarlo da mali fisici o regalando messaggi attraverso sogni rivelatori.

L’enorme fatica umana che queste costruzioni ci dimostrano, i rituali, i calcoli effettuati e le conoscenze nell’erigere tali strutture in precisi luoghi energetici, denotano l’importanza che aveva il sacro per i popoli nuragici e prenuragici. La loro meticolosità presuppone l’esistenza di una civiltà molto evoluta e non di un popolo primitivo.

Non c’è da stupirsi dunque se in alcuni centri della Sardegna fino a pochi decenni fa vi era l’uso di festeggiare il santo dormendonei pressi della chiesa costruita in suo onore. Questa usanza rappresentava probabilmente una prosecuzione del rito della incubatio fino ai giorni nostri, riadattato alle influenze culturali e religiose che si sono avute nel tempo.

TERAPIA “ENERGETICA”

L’Associazione UomoTerra con  sede a Palau (OT) propone un’affascinante interpretazione del megalitismo in Sardegna attraverso degli studi effettuati sul campo e la passione motrice dei soci fondatori.

Raimondo Altana, dottore in farmacia e presidente dell’associazione scrive: “Parlare di terapia magnetica naturale o di terapia della polarità, significa parlare di energia vitale che risiede nel corpo umano. Siamo antenne per la trasmissione cosciente del suono della vita, un canale, uno strumento altamente sofisticato attraverso il quale i vari siti megalitici possono diffondere i loro canti armonici. La megalito-terapia permette di purificare il nostro suono attraverso l’onda primordiale che scorre nelle pietre. L'idea che mi sono fatto è che le Tombe dei Giganti siano acceleratori naturali di particelle, degli amplificatori di energia”.
Questi monumenti dunque sarebbero stati costruiti seguendo l’antica sapienza geomantica rivelando il loro esatto posizionamento su punti di forza elevata, secondo un orientamento nella maggior parte dei casi verso est, cioè verso il sorgere del sole.

La forza verrebbe irradiata in due punti: il primo dove è presente la stele litica o bilitica o, dove è mancante, all’inizio della “falsa porta” di ingresso; il secondo punto di minore intensità si rivelerebbe attorno all’abside tombale. Entrambi propagano l’energia verso l’interno del corridoio e lungo le panche dell’esedra dove si posizionavano anticamente i praticanti il rito e i malati.

Sebbene vi possa essere un effetto placebo nelle guarigioni è indubbio che le aree megalitiche siano caratterizzate dalla presenza di onde elettromagnetiche sprigionate naturalmente dalla terra a diverse frequenze. La fisica quantistica oggi ci dice che quello che vediamo nel mondo fisico, non ha nulla a che vedere con il mondo reale sub-atomico. Ogni oggetto, ogni essere vivente, persino il vuoto sono in realtà permeati di quantitativi molto grandi di energia sottile o potenziale. 

Secondo l’archeologo Mauro Aresu, fondatore dell’associazione, è sempre possibile identificare in un punto focale magnetico principale il luogo più risonante dell’area avendo rilevato frequenze dell’ordine di circa 430 Hz.

“E’ stato dimostrato che un individuo, rimanendo sdraiato, può avvertire delle sensazioni di leggero calore alle parti del corpo dove esistono problemi fisici. L’energia magnetica sprigionata dal suolo interviene garantendo un effetto curativo verso lombalgie, sciatalgie, tendiniti e mialgie. Si sono evidenziati importanti risultati su stati dolorosi acuti e non: emicranie, ulcere, cefalee, sinusiti, dolori muscolari e articolari, piaghe della pelle, ematomi, strappi. Con trattamenti prolungati (15/25 giorni) sono state documentate importanti regressioni sintomatologiche su vene varicose, celluliti, artriti, difficoltà nella deambulazione, osteoporosi, sindrome di Ménière. Stazionare seduti davanti alla stele o ai sassi vicino ad essa si prende energia, mentre posizionarsi in corrispondenza del "fuoco"che la parabola ipotetica formata dall'arco della tomba crea, ci si decongestiona“.

Ancora una volta mito, scienza o fantascienza si incontrano e scontrano nell’isola lasciando gli studiosi e noi tutti col fiato sospeso nell’attesa che le verità appartenenti alla nostra antica civiltà vengano rivelate e solamente allora, casomai, potremmo realmente comprendere le potenzialità nascoste dietro l’ombra dei nostri antenati e del nostro territorio.

 

 

Ecco la stele frontale di un monumento sacro eretta migliaia di anni fa dall’Uomo primitivo. Egli sapeva che in questo luogo la natura elargisce dell’energia benefica e terapeutica.

 

Natascia Talloru

Autore dell'articolo
Natascia Talloru
Author: Natascia Talloru
Freelance nel settore culturale. Dopo anni di formazione scientifica tra Cagliari e Milano, mi indirizzo nello studio delle terapie naturali, della medicina alternativa e antropologica, in particolare della Sardegna. E’ in Barbagia, nei luoghi del cuore, che le mie passioni per il giornalismo, la comunicazione e la musica si trasformano nel tempo in lavoro. Attualmente scrivo su testate giornalistiche online/offline e collaboro con diverse realtà locali nell’ambito della comunicazione web. Ho ideato Ilienses, un progetto musicale, culturale e audiovisivo sulla Barbagia, di cui sono anche General Manager. Vagabonda errante per natura, trovo la mia pace dei sensi nell’abitare e vivere i paesi della Sardegna, a contatto con la terra e le sue meraviglie.
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